Sanità Lazio, visite lampo col trucco saltando le liste d’attesa – Il Messaggero

7 Aprile 2011 0 Di luna_rossa

Sanità Lazio, visite lampo col trucco saltando le liste d’attesa – Il Messaggero.

Cittadinanzattiva: 9 milioni di prestazioni erogate fuori controllo
Tre volte su cinque accordi medico-paziente senza prenotare
senza prenotare

di Luca Brugnara

ROMA – C’è chi attende un anno per un’ecografia. E c’è chi forse non aspetta neanche un giorno. La maggior parte degli accertamenti diagnostici, in realtà, sfugge completamente al controllo centrale del Recup, il sistema regionale di prenotazione: più di tre prestazioni mediche su cinque sono escluse dal circuito. Un’anarchia, un caos «buono solo per essere aggirato, se non sfruttato per fini personali», lancia l’allarme Cittadinanzattiva. Le liste d’attesa si confermano una delle emergenze più sentite dai pazienti secondo il II rapporto regionale sulla Sanità del Lazio di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del Malato. Maglia nera della classifica, il Policlinico Umberto I: un milione di prestazioni sono state erogate nel 2010 con accettazione diretta allo sportello, solo settantamila attraverso il call center regionale.

«Oltre 8 milioni e 750 mila prestazioni erogate nel 2010, pari al 62.93% del totale – ricorda il segretario regionale di Cittadinanzattiva, Giuseppe Scaramuzza – risultano non prenotate, ma eseguite con contatti diretti tra paziente e personale medico. Questo significa che il Recup e gli altri sistemi di prenotazione hanno potuto rivolgersi solo al 47.07% della disponibilità, provocando attese fino a 340 giorni per un’ecografia dell’addome completo, 289 per un ecodoppler dei tronchi sovraortici, 210 per l’ecografia del capo e del collo». Una situazione difficile, che la Regione ha iniziato a contrastare con l’introduzione del “dottor cup”, per le prestazioni più urgenti da eseguire entro 72 ore, su richiesta diretta del medico.

«È una vera anarchia – ha ammesso il vicepresidente della Regione, Luciano Ciocchetti – Non è possibile che il 60% delle prestazioni sia escluso dal Recup. Servono misure concrete per porre fine a questo caos con un’unica modalità di prenotazione per tutti. Più in generale, serve il collegamento di tutti i sistemi informatici, tra ospedali, Asl, singoli reparti. Solo in questo modo, si potrà riorganizzare la Sanità del Lazio, correggendo gli errori degli ultimi venti anni».

C’è da dire però che a contribuire al caos, spesso ci si mettono anche i pazienti: nel 13% dei casi il malato non si presenta alla visia o all’erame. «Occorre un sistema di recall – sottolinea il vicesegretario di Cittadinanzattiva, Francesca Diamanti – in grado di convocare le persone che possono subentrare».

Tra le criticità emerse, nel 18% dei 4.023 casi esaminati, c’è la difficoltà di ricevere informazioni e orientamento, con una media di apertura degli studi medici pari a 15 ore settimanali. Troppo poco, per molti pazienti la ricerca di un medico si trasforma in una vana caccia all’uomo. Alla fine, non resta che l’ultima spiaggia: il pronto soccorso dell’ospedale. L’assenza del medico di base, dunque, va a ingrossare le file dei pazienti ammassati (impropriamente) negli ospedali. «Oltre allo studio di piazza Istria, aperto anche nei fine settimana – si difende il segretario regionale della Fimmg, Federazione di medici di famiglia, Pierluigi Bartoletti – ci sono 358 studi aperti dalle 9 alle 19, ma spesso manca l’informazione». Proprio il servizio di piazza Istria ha prodotto una riduzione di codici bianchi e codici verdi che si presentavano al pronto soccorso del Pertini. «E’ un’esperienza da replicare in ogni distretto – evidenzia Ciocchetti – e da far conoscere, proprio per i buoni risultati raggiunti». Cittadinanzattiva chiede poi di rivedere le rette per le Rsa, con una scala progressiva nelle quote da pagare per chi supera il reddito Isee di 13 mila euro annui. «Questa proposta – evidenzia Federica Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del Malato – insieme alla richiesta di politiche efficaci per la riduzione delle liste d’attesa sono le priorità». Nel rapporto annuale, i presunti errori di diagnosi e terapie rappresentano il 17.21% delle segnalazioni. Ma non mancano esempi di eccellenza, tra cui Geriatria per acuti del Sant’Eugenio. «Grazie al progetto dedicato – spiega il suo primario, Giovanni Capobianco – nel 2010, sono stati 306 i pazienti presi in carico, di cui l’87% dimessi a domicilio».

La Sanità del Lazio è alle prese con il piano di rientro. «Ognuno deve rispettare il proprio ruolo», sostiene il segretario regionale della Cgil, Claudio Di Berardino. «Su un tema come questo – aggiunge il consigliere regionale del Pd, Enzo Foschi – non debbono esserci divisioni, ma chiediamo iniziative concrete e non solo “spot” come quella dei camper presso i mercati». Il 74% del bilancio regionale è assorbito da questo settore. «Serve cambiare il modello – conclude il capogruppo della Lista Polverini, Mario Brozzi – con una maggiore digitalizzazione dei servizi».