Torna libero Pierluigi Concutelli – Corriere della Sera
19 Aprile 2011
Torna libero Pierluigi Concutelli – Corriere della Sera.
L’ex leader di Ordine Nuovo nel 1976 uccise a Roma il giudice Vittorio Occorsio
MILANO – Pierluigi Concutelli torna in libertà. Al terrorista nero, ex leader di Ordine Nuovo che il 10 luglio del 1976 uccise a Roma il giudice Vittorio Occorsio, è stata infatti riconosciuta nei giorni scorsi la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute.
TRE DELITTI – L’ex terrorista neofascista, ora libero, ha trascorso quasi la metà della sua vita in carcere. Romano, oggi sessantasettenne, Concutelli è stato fin da giovanissimo militante di gruppi giovanili di destra a Palermo fino a diventare, nei primi anni Settanta, uno dei capi di Ordine Nuovo.Per il delitto di Occorsio, Concutelli fu condannato all’ergastolo. Il terrorista considerava il sostituto procuratore il «responsabile» dello scioglimento del gruppo neofascista. Negli Anni Ottanta poi Concutelli fu condannato ad altri due ergastoli per aver sgozzato in carcere con una corda di nylon due neofascisti, Ermanno Buzzi e Carmine Palladino, implicati nelle inchieste sulle stragi di Bologna e di Brescia e da lui considerati delatori. Ottenne in seguito il regime di semilibertà, che gli è stato revocato quando, nell’estate del 2008, mentre rientrava in carcere a Rebibbia, gli sono stati trovati in tasca hashish, denaro e un coltello. Privato della semilibertà, è tornato in carcere ma nel 2009 ha ottenuto domiciliari perché colpito da ischemia cerebrale. Autore anche del libro biografico Io, l’uomo nero, ha partecipato anche ad una intervista televisiva a La7 durante la quale ha detto di non essersi pentito del suo passato neofascista, ma di provare rimorso per l’omicidio di Occorsio. Ora gli è stata riconosciuta la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute. Concutelli ha quindi lasciato gli arresti domiciliari e, come sottolinea sul suo blog Ugo Tassinari, studioso della destra radicale, «è stato trasferito dagli amici che lo assisteranno in una casetta sul mare, sul litorale di Ostia».
Redazione online
Per me Concutelli è un sognatore rivoluzionario, fascista a suo modo e intransigente nemico dell’imperialismo rapace degli USA e della Tirannide democratica. Non è un terrorista, ma un giustiziere che ha giustiziato una toga rossa ante litteram e due camerati vigliacchi. Fosse stato dalla parte dei comunisti l’avrebbe passata liscia come Sofri e Battisti
A cada cochino se llega su sabado (per ogni maialino arriva il sabato in cui gli fan la festa) dicono in questo Paese sudamericano dove si attende con pazienza la caduta del compagno Chávez che l’ha ridotto in miseria. Chi poco, chi tanto in fin dei conti paga: Occorsio pagò per le sue persecuzioni giudiziarie, il suo giustiziere finirà di pagare i tre omicidi con una miserabile breve coda di vita, le Toghe Rosse non resteranno impunite.
Sulle Toghe Rosse trovo giudizi taglienti e calzanti ne “Le piaghe d’Italia” in cui l’arguto narratore B.Perasso rievoca fra l’altro le sue peripezie giudiziarie a seguito di incriminazioni inconsistenti. Ne trascrivo due brani significativi:
«L’emergente magistratura democratica andava meticolosamente setacciando i miei articoli su “la Vetta d’Italia”. Questo periodico era l’unico, in Alto Adige, che difendesse a viso aperto i cittadini di lingua italiana degradati allo stato di meteci dai privilegi razzistici elargiti da clericali e rossi al gruppo di lingua tedesca. Per sfuggire all’incriminazione pretestuosa dispiegavo un’abilità volpina nel dire tutto mediante allusioni, sottintesi, metafore, litoti e altri espedienti retorici, estrema risorsa per fruire della libertà di parola concessa da una Democrazia a senso unico, solo a chi ci crede o finge di crederci. Nondimeno fui incastrato tre volte.
[…] La terza volta me la vidi brutta. Fu nel colmo degli anni di piombo. A Bolzano imperversava una inesorabile toga scarlatta: il siceliota Sinagra, fascista pentito migrato nell’estrema sinistra. Era un pistaiolo maniacale, noto al volgo e all’inclita per certe saponette sgraffignate alla Standa, a pochi passi dal Palazzo di Giustizia: era un suo modo di protestare contro i commessi che cacciavano a calcioni i ladruncoli. Diamine! Anche loro meritano rispetto: accompagnarli urbanamente all’uscita, si deve. Con delicata discrezione, senza neanche sussurrare alzando l’indice: “Ah, birichino, birichino…“. Chi la vita se la suda e paga per tutti non può ignorare che in democrazia il furfante ha una sua dignità.
Me la vidi brutta, dicevo. L’ingegnoso magistrato mi aveva infilato in quelle piste da cui si esce, se si esce, allo stato di larva umana dopo detenzione a vita. In una parola: teorema. Mi attribuiva messaggi allarmistici e complicità con l’eversione nera. Fra l’altro di aver intralciato con false indicazioni la cattura del fuggiasco Concutelli, che avevo sentito appena vagamente nominare. Nel mio gravido fascicolo non c’era uno straccio di prova. Fui assolto, nondimeno, “nel dubbio“. L’avvocato voleva appellare, garantiva la piena assoluzione, diceva che sarei uscito del tutto pulito… “Signornò!” risposi secco. Di sicuro, solo le mie tasche sarebbero state ripulite, da un’esosa parce lla. Dietro l’angolo restavano tutti i rischi della malagiustizia. Era già tanto averla scampata in prima istanza, per merito precipuo d’un magistrato retto e coraggioso, Carlo Alberto Agnoli, noto ai galantuomini come battagliero difensore dei valori religiosi e civili».
P.C.C: Silvio Valenti de Wiederschaun \ Altamira | Estado Miranda \ Venezuela.