Rifiuti, è il giorno del decreto Bossi insiste: Napoli tratti con le regioni E Caldoro conferma: Lega irresponsabile – Il Mattino

30 Giugno 2011 0 Di luna_rossa

Rifiuti, è il giorno del decreto Bossi insiste: Napoli tratti con le regioni E Caldoro conferma: Lega irresponsabile – Il Mattino.

di Gerardo Ausiello

NAPOLI – Il decreto antirifiuti arriva oggi in Consiglio dei ministri. È l’epilogo di un’estenuante trattativa tra Pdl e Lega che va avanti da settimane tra polemiche e veti incrociati.
Il provvedimento, chiesto con insistenza dalla Campania per fronteggiare la crisi in atto, non dovrebbe prevedere nuove discariche ma solo alcune misure temporanee sul trasferimento dei rifiuti dopo lo stop imposto da una sentenza del Tar Lazio: in base al testo, per l’invio dell’immondizia potrebbe essere necessario un accordo con la Regione ospitante, senza però l’ok della conferenza delle Regioni.

Per questo, prima del Cdm, è in programma un incontro tra esecutivo e Regioni per valutare la disponibilità delle stesse a ricevere l’immondizia. La soluzione raggiunta non soddisfa completamente i campani (che parlano di un decreto dimezzato con l’incognita dei tempi più lunghi per siglare le singole intese) ma potrebbe consentire al governo di incassare il via libera del Carroccio. «Non passerà tranquillamente, noi siamo contrari – avverte però Umberto Bossi – Occorre che Napoli tratti con ogni regione, io ho in mente la soluzione: un accordo con le regioni limitrofe».

Il tempo per le mediazioni, ha invece chiarito il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, è scaduto: «Proporrò al Consiglio dei ministri un provvedimento per aiutare la Campania a superare questa fase di crisi che, se non adeguatamente fronteggiata, potrebbe innescare rischi per la salute pubblica – ha spiegato – Siamo un governo nazionale e dobbiamo farci carico dei problemi di tutto il Paese. In questo caso occorre rendere possibile la solidarietà fra le Regioni consentendo in via straordinaria, temporanea e controllata, il trasferimento dei rifiuti campani».

L’accordo di massima è stato raggiunto ieri al termine di una lunghissima giornata trascorsa tra riunioni e tentativi di mediazione che hanno visto in prima linea anche Silvio Berlusconi.

Il premier ha ricevuto ieri a Palazzo Grazioli i presidenti delle Province Luigi Cesaro, Edmondo Cirielli e Cosimo Sibilia e a Montecitorio una delegazione di parlamentari campani (composta da Nicola Cosentino, Amedeo Laboccetta, Massimo Nicolucci, Pina Castiello e lo stesso Cesaro). A loro ha annunciato che il decreto legge si farà e ha ipotizzato di organizzare una riunione del Consiglio dei ministri a Napoli (dove si tenne la prima riunione del governo Berlusconi).

Già alla Camera, comunque, c’era stata qualche ora prima una significativa schiarita. In aula la Prestigiacomo aveva discusso a lungo con Bossi della necessità di varare il decreto antirifiuti (che non è stato inserito all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri: sarà «fuori sacco») incassando il sostegno del vicecoordinatore regionale del Pdl Mario Landolfi. Al colloquio avevano partecipato anche Cosentino e Cesaro.

Il governatore Stefano Caldoro, in missione a Bruxelles, ha invece seguito costantemente gli sviluppi della vicenda: «Il decreto è in ritardo di settimane e bisogna recuperare. Non nascondo il mio giudizio su un comportamento non responsabile della Lega. Non ci sono più i poteri commissariali, oggi la competenza è dei sindaci che devono fare quello che avviene in tutta Italia, cioè aprire gli impianti: abbiamo bisogno di discariche, di impianti intermedi e termovalorizzatori per un ciclo virtuoso».

Il sindaco Luigi de Magistris sfida il governo: «Se il decreto arriverà sarà un fatto positivo, altrimenti il problema lo supereremo ugualmente. Napoli sta tornando ad essere pulita indipendentemente dalla Lega e da Berlusconi».

E Fulvio Bonavitacola, parlamentare del Pd e responsabile del tema rifiuti, attacca: «Trattare sul serio l’emergenza non è sparecchiare qualche sacchetto per qualche giorno. Non si può chiedere alle altre Regioni di accogliere i rifiuti campani per sei mesi e non dichiarare lo stato d’emergenza. Mi auguro che anche de Magistris lo comprenda».