Gli Altri Online La Sinistra Quotidiana – Il senso dei norvegesi per la democrazia
26 Luglio 2011Gli Altri Online La Sinistra Quotidiana.
Un giornalista del Dagens.it scrive per “Gli Altri” sull’attacco all’isola dei giovani laburisti: «La verità è che Breivik non aiuterà la sua causa. Lunedì scorso un mare di persone si sono riunite a Oslo per marciare in memoria di tutti quelli che abbiamo perso. La loro fermezza nel voler rafforzare i valori su cui è costruita la nostra società è più forte che mai»
di Jonas Blich Bakken
Non ho sentito le lacrime formarsi nei miei occhi fino a quando, nella chiesa Domkirke di Oslo non è stata recitata la poesia “Ai giovani”. Scritta da Nordhal Grieg nel 1936, descrive talmente bene ciò che stiamo passando… Questa poesia assomma in molti modi la risposta della gente e dei leader norvegesi a quanto è accaduto. Descrive come, in una “tempesta di sangue”, noi si debba lottare armati della “fiducia nelle nostre vite, nel valore del genere umano”.
Potrebbe essere stata propio questa poesia la fonte d’ispirazione del discorso fatto dal nostro primo ministro.
La nostra risposta a questo attacco deve essere più democrazia, più apertura – ha detto il primo ministro Jens Stoltenberg. Aveva anche lui le lacrime agli occhi, alla cerimonia. Aveva perso molti dei membri più giovani e brillanti del suo partito quando Anders Behren Breivik ha aperto il fuoco ed ucciso tutti quelli che poteva uccidere a Utøya, l’isola dove si teneva il campo dei giovani laburisti.
L’intero edificio in cui lavoro a Oslo è stato scosso dall’esplosione. Pochi secondi dopo è arrivato il primo messaggio, poca roba, storie di vetrine rotte nei ristoranti. Subito dopo invece i dispacci parlavano dell’intero quartier generale del governo saltato e distrutto. La sensazione d’irrealtà cresceva ed ecco che, due ore dopo, filtravano le prime notizie su una sparatoria al campo laburista. La mattina dopo i morti erano già, dai 10 iniziali, a oltre 80.
E’ stato presto chiaro che tutto ciò poteva essere l’opera di un solo uomo. Un uomo biondo, dagli occhi azzurri, vestito da poliziotto, che aveva sparato a quanti più uomini, ragazzi e bambini aveva potuto. E questo accadeva qui, in Norvegia, il luogo che fine a ieri era sembrato immune a tutti i mali del mondo.
Le storie che hanno raccontato i sopravvissuti di Utøya fanno una grande impressione: molti hanno nuotato per salvarsi, o si sono finti morti in mezzo ai loro amici morti, per evitare di venire uccisi. Hanno ascoltato i loro amici morire incapaci di aiutarli, prede di un uomo fatto di steroidi che non provava nessuna emozione umana.
Eppure, dovevo sentire quella canzone familiare, quella poesia recitata in chiesa perché tutto ciò entrasse davvero dentro di me.
Che l’assassino di bambini fosse un norvegese è stato chiaro la stessa sera. Il suo nome si è saputo il giorno dopo e presto è stato scoperto il suo “manifesto” di 1500 pagine. La sua immagine, fotografie accuratamente selezionate che lui stesso aveva caricato su facebook, era in tutte le prime pagine dei giornali.
Sono rimasto sveglio tutta la notte, leggendo i post del peggior kiler europeo nella storia del dopoguerra. Mi sentivo male, male fisicamente ma questo non mi portava più vicino alla risposta della grande domanda che restava aperta: sappiamo chi è stato e come, ma il perchè?
Andreas Behring Breivik si presentava online come un uomo ferocemente contrario all’immigrazione di musulmani in Europa. Scriveva ripetutamente del fatto che la popolazione musulmana del Libano era aumentata dal 1900 in poi, implicando che la stessa cosa sarebbe potuta accadere qui da noi. Ma non non parlava mai di violenza e si presentava come una persona calma e quasi moderata in confronto ad altri che frequentavano gli stessi forum. Nessuno avrebbe potuto sospettare che fosse capace di commettere una tale inumano gesto di odio.
Ma nel suo manifesto descrive invece come abbia mantenuto una facciata civile mentre pianificava il più orrendo crimine nella Norvegia moderna. Era tutto calcolato per restare al di sotto dei “radar” dei servizi di intelligence.
Come può un essere umano commettere un simile crimine? E perché un nazionalista sparerebbe contro la sua stessa gente?
Il suo testo mostra un uomo ossessionato dall’idea dei musulmani che conquistano l’Europa. Parla del fatto che lui, membro del segreto ordine dei Cavalieri, deve far arrivare alla popolazione il suo messaggio. Descrive i governi europei e la maggior parte degli intellettuali come “marxisti multiculturalisti” che tradiscono i loro paesi. Il resto di noi è, ai suoi occhi, un gregge ingenuo guidato dai marxisti.
Chi era Breivik? Secondo le sue stesse parole, un “cavaliere perfetto”, colui che sveglierà le masse. Dice perfino che sarà, molto probabilmente, ucciso dalla polizia dopo i suoi atti terribili. Chiaramente si vedeva come un martire, una parola che ricorre molto spesso. Voleva vedere se stesso come un nuovo Max Manus, l’eroe norvegese che combatté i nazisti, ma più si legge il suo manifesto più sembra chiaro che quest’uomo aveva cose in comune con i kamikaze islamici più di chiunque altro.
Come ha scritto un mio amico, una cosa che stata dimostrata ed è che il terrorismo non ha un colore della pelle, o è appannaggio di un solo orientamento religioso. Il terrorismo ha più a che fare con il mettere te stesso e le tue convinzioni al di sopra di tutto e tutti, incluse le vite umane.
Perché l’ha fatto? Breivik non era un uomo stupido, sembra piuttosto uno stratega, un calcolatore ma nella sua logica si trovano anche punti sensati. Altri blogger “contro Jihadisti” – come si definiscono loro stessi – non se lo spiegano. Non capiscono come il suo massacro potrà aiutare la causa. Chi simpatizza con lui pensa che ha procurato loro un danno, quelli che condividono il suo manifesto ora lo definiscono un “lunatico”.
La miglior spiegazione che ho sentito è che si tratta di megalomane narcisista. Voleva un posto nella storia a spese di tante giovani vite. Ha cercato di giustificare ciò che è successo ma la sua megalomania narcisistica costituisce proprio l’anello mancante del suo ragionamento, anche volendo seguire la sua logica distorta e la sua lettura selettiva della storia.
E la verità è che lui non aiuterà la sua causa. Lunedì scorso un mare di persone si sono riunite a Oslo per marciare in memoria di tutti quelli che abbiamo perso. La loro fermezza nel voler rafforzare i valori su cui è costruita la nostra società è più forte che mai. Breivik voleva uccidere una intera generazione di laburisti, che lui chiamava “traditori”. Credo invece che una nuova generazione di norvegesi ha marciato lunedì scorso, una generazione che non verrà indotta al silenzio con la paura e che sarà immune più di prima dalle ideologie di tutti coloro che predicano l’odio.
Un Pazzo niente altro che un Pazzo senza un’ideologia. Tutti i Pazzi sono persone lucide nelle apparenza ? Ma dentro di loro ce’ l’inferno