I militari sfidano Erdogan. Si dimettono il capo di stato maggiore e tre generali – Il Sole 24 ORE

30 Luglio 2011 1 Di luna_rossa

I militari sfidano Erdogan. Si dimettono il capo di stato maggiore e tre generali – Il Sole 24 ORE.

Il capo di Stato maggiore turco Isik Kosaner (Afp)Il capo di Stato maggiore turco Isik Kosaner (Afp)

L’esercito più potente della Nato dopo quello degli Stati Uniti, 500mila uomini, è rimasto senza comandanti. Con un gesto senza precedenti nella storia della Turchia contemporanea, che si potrebbe definire una sorta di colpo di stato alla rovescia, si sono dimessi, con richiesta di pensionamento, il capo di stato maggiore, Isik Kosaner, e i generali dell’Esercito, della Marina, dell’Aviazione. Erdogan ha risposto alla sfida sostituendo Kosaner con il capo della gendarmeria, nominato su due piedi comandante delle forze terrestri, e anche questo è un evento fuori dalle tradizioni militari turche.

«È stato un gesto necessario», ha dichiarato laconicamente Kosaner, uomo con la fama di duro che aveva già attaccato il Governo e i giudici per l’arresto di 42 generali collegati ai piani golpistici rivelati dall’inchiesta Ergenekom, un’indagine della magistratura iniziata nel 2008 che ha portato dietro le sbarre politici, giornalisti e circa 200 ufficiali.

Si tratta di una clamorosa rottura tra i vertici delle forze armate, i custodi della Turchia laica fondata da Ataturk, e il Governo del primo ministro Tayyip Erdogan, leader del partito musulmano moderato Akp, recente vincitore, per la terza volta dal 2002, delle elezioni politiche. L’annuncio, per evitare contraccolpi, è stato dato dopo la chiusura della Borsa di Istanbul ma la lira turca ha subito un ribasso significativo, un segnale evidente della tensione che potrebbe agitare la Turchia nelle prossime ore.

Per riempire il vuoto di potere, Erdogan e il presidente della Repubblica Abdullah Gul hanno deciso di nominare il comandante della gendarmeria, Necdet Ozel – l’unico militare di rango che non si dimesso – generale delle forze terrestri e quindi oggi potrà essere investito delle carica di stato maggiore, una procedura richiesta dalla Costituzione ma attuata in maniera assolutamente anomala. Anche l’opposizione, rappresentata dal Partito repubblicano Chp, è in riunione e oggi terrà una conferenza stampa, un altro indicatore che in Turchia si stanno vivendo ore quasi drammatiche, sulla scorta delle esperienze di un Paese che ha vissuto tre colpi di stato, nel 1960, nel ’71 e nell’80, ai quali si aggiunge quello definito “postmoderno” del febbraio 1997, quando i militari costrinsero alle dimissioni il premier Erbakan, il padre spirituale e politico dell’attuale primo ministro.

Il motivo immediato delle dimissioni consiste nel rifiuto del Governo di sottoscrivere le promozioni per i militari in carcere, un atto dovuto secondo i capi delle forze armate, mentre Erdogan vorrebbe che venissero collocati nelle riserva. Ma ovviamente questa è solo una parte della storia. È in atto uno scontro durissimo tra le forze armate e l’esecutivo dell’Akp, accusato dai generali di volersi vendicare della defenestrazione di Erbakan nel ’97 e di avere fabbricato, con la connivenza della polizia, i dossier contro i generali imputati nel caso Ergenekom.

L’inchiesta ha messo in luce i legami tra lo Stato profondo, il Derin Devlet, e i piani di golpe organizzati o pensati da una rete costituita da ufficiali, ultra-nazionalisti, servizi deviati, che agli italiani ricorda l’Italia di Gladio e degli anni Settanta. Furono organizzati attentati a obiettivi laici, per instaurare un clima da strategia della tensione, e tra i progetti c’era quello di far fuori personalità come il Nobel della letteratura Orhan Pamuk.

Ma c’è dell’altro. I generali si oppongono all’idea, in parte già attuata, di affidare alla polizia, sotto il controllo del Governo, una parte della sicurezza dello stato e il contrasto alla guerriglia curda. Erdogan afferma di voler evitare che i soldati di leva rischino la vita in Kurdistan; le forze armate sostengono che intende equipaggiare con armi pesanti i corpi speciali della polizia per formare una sorta di guardia pretoriana, dei pasdaran “alla turca”.

COLPO DI STATO ALLA ROVESCIA
Forze armate senza guida
La tensione tra il Governo e i vertici delle forze armate è dietro la decisione del capo di stato maggiore interforze, generale Isik Kosaner, di dimettersi insieme ai capi dell’Esercito – generale Erdal Ceylanoglu, della Marina – ammiraglio Esref Ugur Yigit, e dell’Aeronautica militare – comandante Hasan Aksay. Kosaner ha detto di giudicare il gesto «necessario»
L’ultimo attrito
I rapporti tra i militari e il Governo islamico moderato di Tayyip Erdogan sono stati spesso tesi: l’ultimo motivo di attrito è stata la proposta di promozione di alti ufficiali su cui la giustizia si deve ancora pronunciare a proposito della presunta partecipazione al complotto antigovernativo del 2003, poco dopo l’ascesa al potere del partito di Erdogan.