Il Giorno – Milano – Lite mortale di via Doria, “Voleva investire con l’automobile anche la testimone”

27 Luglio 2011 0 Di luna_rossa

Il Giorno – Milano – Lite mortale di via Doria, “Voleva investire con l’automobile anche la testimone”.

Il pensionato accusato di aver falciato due volte il motociclista e puntato sulla romena che aveva visto

Incidente mortale in via Andrea Doria

Milano, 27 luglio 2011 – Mi ha sputato faccia e poi mi ha anche rotto lo specchietto retrovisore con un calcio… e io a quel punto ho perso la testa… Sì, l’ho inseguito e l’ho investito…ma non volevo ucciderlo, non volevo travolgerlo» Vittorio P. ragioniere di 71anni ha raccontato al magistrato le drammatiche sequenze dell’«incidente stradale mortale» consumatosi l’altro ieri pomeriggio all’angolo fra viale Doria e via Luigi da Palestrina. Vittorio P. è a San Vittore, in stato di fermo per omicidio volontario aggravato da futili motivi. Il Pm nella richiesta di convalida – prevista per oggi – parla di «banalità del male», (citando la scrittrice Hannah Arendt, autrice del resoconto del processo ad Eichmann per il New Yorker che divenne poi il libro La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme nel 1963).

Purtroppo Sandro Mosele, 36 anni, il giovane in sella allo scooter non è morto per un «incidente stradale», ma è stato inseguito, tamponato e travolto dall’auto giudata dal ragioniere 71enne. E c’è anche chi dice che l’Audi grigia sarebbe passata sul corpo di Sandro per ben due volte. Non solo, anche la donna straniera 33enne che è stata investita dall’Audi in fuga di Vittorio P. accusa: «Mi è venuto addosso, io ero sul marciapiede…» La donna ricoverata in codice giallo e poi dimessa in serata dovrebbe avere una frattura alla gamba. La posizione di Vittorio P. è estremamente delicata, nonostante i suoi 71 anni, è rimasto in galera, si è difeso sostenendo di non avere voluto travolgere e uccidere volontariamente il giovane. Ugualmente ha detto a proprosito del secondo investimento: non volevo farlo volontariamente…
Il folle pomeriggio è iniziato con un litigio per motivi di viabilità verso le 15,30 in viale Andrea Doria subito dopo l’incrocio con piazza Caiazzo. Una manovra azzardata, «mi hai tagliato la strada», l’avrebbe affrontato il giovane 36enne in sella ad un Kimco People azzurro. Insulti, urla, fino a quando l’Audi del ragioniere affianca lo scooter. E’ qui che il litigio lievita, con gli sputi (che sarebbero reciproci) ed qui che Sandro Mosele avrebbe calciato contro lo specchietto dell’Audi per poi tentare una fuga oltrepassando l’incrocio e immettendosi contro mano in viale Andrea Doria. «Avrei dovuto svoltare a sinistra – ha ammesso il professionista che ha uno studio ancora in attività di ragioneria – ma dopo lo sputo e il danneggiamento l’ho inseguito…»
L’Audi tampona lo scooter 50 metri dopo, Sandro Mosele cade a terra, si aggrappa alla targa e viene travolto una prima volta, poi l’Audi compie un’inversione di marcia a 360 gradi, travolgendo una seconda volta il giovane e fugge a destra in via Palestrina. Alla scena concitata e violenta, assistono almeno quattro testimoni. La romena investita di striscio sul marciapiede, una cingalese e una ragazza giornalista attirata dalle urla e dallo stridore dei freni.
Arriva la polizia locale, 10 minuti dopo si ripresenta Vittorio P. I vigili lo fermano, lui chiarisce: «E’stato un incidente…» per terra è rimasta la targa della sua Audi. Qualcuno aggiunge che due motociclisti che hanno assistito alla scena avrebbero inseguito l’Audi in fuga, costringendo l’autista a fare marcia indietro per assumersi le sue responsabilità.
La Procura ipotizza che Vittorio P. sia tornato per riprendersi la targa ma potrebbe averlo fatto anche perchè sbollita la rabbia potrebbe avere realizzato il danno provocato. Di fatto le testimonianze raccontano una storia terribilmente diversa. Prima l’interrogatorio in via Pietro Custodi con i vigili e il pm, poi il trasferimento a San Vittore con l’accusa di omicidio volontario.

di Tino Fiammetta