Io volevo abbattere il capitalismo, borghese, con la globalizzazione c’è anche quello cinese.

7 Luglio 2011 0 Di slasch16

Giovane militante del Pci volevo abbattere il capitalismo parassita e volevo la dittatura del proletariato, per chi non sapesse chi è il proletario è colui che vive esclusivamente del proprio lavoro, che investe solo se stesso e le sue capacità.
Mi sono bastate poche pagine di Carlo Marx per capire che la politica è legata indissolubilmente all’economia e la buona politica e quella che gestisce l’economia, i profitti, in modo equo e solidale.
Già nei primi anni 70 ero arrivato alla conclusione che per sconfiggere il capitalismo si dovesse fare delle scelte di vita e di consumi ed appoggiarsi alle cooperative di sinistra, l’assicurazione alla Unipol, la spesa alla Coop e così via.
Io posso fare tutta la guerra che voglio al capitalismo ma se poi faccio l’assicurazione alla Mediolanum gli porto solo l’ossigeno.
Poi è crollato tutto, il capitalismo ha vinto su tutta la linea ed il comunismo reale, realizzato sino ad allora, gli ha dato una grossa mano togliendo la libertà ai rivoluzionari.
Dal 1989 si racconta, sui giornali ed altrove, che il marxismo è morto, finito, ed io continuo nel mio piccolo blog a scrivere che il marxismo, rispetto al capitalismo, è un infante che è appena uscito dal nido e si avvia all’asilo materno.
Lo fa silenziosamente, direi obbligatoriamente accompagnato dal capitalismo sempre più ingiusto ed antidemocratico.
Intendiamoci, il capitalismo lo fa in modo inconsapevole per amore del profitto, dello sfruttamento, attraverso le banche e le multinazionali coltivano il marxismo inconsapevolmente, come avere qualche pianta di marijurana in giardino senza saperlo, capita pure di avere una casa ed essere inconsapevolmente ignari su chi l’abbia pagata.
Leggo che nel mondo ci sono gli indignati, Spagna, Grecia, Italia ed altrove ci sono fasce trasversali delle antiche classi di lavoratori che ce l’hanno con tutti, Banche, multinazionali, politica di destra e di sinistra, sistema economico globale, in una parola con il capitalismo.
Cito Concita De Gregorio dall’Unità di oggi.
Ce l’hanno con le banche che non pagano mai pegno, con gli imprenditori europei che producono in Cina, sottocosto, e si arricchiscono vendendo le loro merci nei paesi nei quali hanno chiuso le loro fabbriche e licenziato i lavoratori, con i governi che non tutelano chi ha garantito i lavoratori locali e quindi si trova fuori mercato, destinato a fallire.
Ce l’hanno con una classe politica che si preoccupa solo di tutelare se stessa, una politica che gioca al risiko delle alleanze , come fosse uno scacchiere privato, che scende a patti con la cricca, aggiungo capitalista e parassitaria, indifferente al disamore che si fa rivolta.
Gli indignati sono consapevoli su chi sono i responsabili, li hanno bene nel mirino e sanno chi sono. E’ il sistema capitalistico ed i suoi rappresentanti, i suoi manager, i suoi politici, i soliti parassiti.
Non sono consapevoli di un fatto di estrema importanza e lo colgo dal fatto che, giustamente, se la prendono sia con la politica di destra che di sinistra, la loro lotta, il loro atteggiamento contro la globalizzazione è marxismo puro, i rapporti di produzione dei proletari, che si vorrebbero attuati, sono descritti magistralmente del Capitale di Carlo Marx.
La sinistra  che gli indignati contestano è una sinistra socialdemocratica che va a patti con il capitalismo e la globalizzazione.
Intendiamoci, se riuscisse questa sinistra a condizionare in modo democratico il parassitismo capitalista andrebbe più che bene, c’è sempre il rischio che il benessere dei politicanti li renda, li ha resi, dei borghesi ed allora dubito che vogliano e riescano a condizionare il capitalismo vincente su tutta la linea.
Altrimenti non rimane che la rivoluzione, non so quanti decenni manchino ma, di questo passo e con la cultura che abbiamo rispetto a cento anni fa, non ho dubbi che vedremo gli assalti alle banche ed alle multinazionali.
Spero di fare in tempo a godermi questo spettacolo, da non perdere.
Cari indignati, potrà anche darvi fastidio, ma questo è marxismo,per delle strategie migliori vi consiglierei di leggere il Capitale.
Nella prefazione di quello che ho letto io da ragazzo c’era una frase che mi si è scolpita nel cervello e nel cuore ed è questa:
Il sapere, anche senza speranza, è da anteporre all’ignoranza che si nutre di illusioni e falsità.
Fa male, lo so, noi è da 18 anni che ci facciamo istruire da illusioni e falsità.
Ho scritto noi per fare il solidale con i deboli e ignoranti, ma avrei dovuto scrivere: VOI.
Fonte Di Tutto di più, Slasch16.