L’ad di Murdoch getta la spugna- LASTAMPA.it
15 Luglio 2011L’ad di Murdoch getta la spugna- LASTAMPA.it.

Si è dimessa Rebekah Brooks, numero uno del gruppo News International, la testata al centro della bufera. Al suo posto Tom Mockridge di Sky Italia
LONDRA
Rebekah Brooks, amministratore delegato di News International, si è dimessa. Lo riferisce Sky News. L’attuale amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, che ha ricoperto questo ruolo sin dal suo lancio nel 2003, assumerà la guida del gruppo News International al posto della Brooks. Laura Cioli, Chief Operating Officer, e Domenico Labianca, Chief Finance Officer, assumeranno ad interim le responsabilità di Tom Mockridge in Sky Italia.
In mattinata era giunto il diktat del principe saudita Al-Waleed bin Talal Alsaud Rebekah Brooks, la direttrice di News International, il secondo maggior azionista dell’impero editoriale di Rupert Murdoch con il 7% di News Cororation: «Rebekah Brooks deve andare via. L’etica per me è molto importante», ha dichiarato alla Bbc. «Non potrei accettare di avere a che fare con una donna o un uomo sulla cui integrità vi sia il minimo dubbio». Il principe ha tuttavia difeso i Murdoch: «Nei miei rapporti con loro non c’è stato mai nulla che non fosse altamente morale negli ultimi 20 anni».
La figlia di Rupert Murdoch, Elisabeth, ha puntato il dito contro Rebekah Brooks per lo scandalo delle intercettazioni che ha travolto il gruppo News International. Stando a quanto rivelato oggi dal Daily Telegraph, Elisabeth, 42 anni, si sarebbe scagliata contro l’attuale amministratore delegato dell’azienda britannica del padre ed ex direttore del News of the World, confidando ad alcuni amici che sarebbe stata Brooks a «fottere il gruppo».
Rebekah Brooks ha sempre goduto però del “pieno” sostegno di Rupert Murdoch. Anche il figlio minore del magnate, James Murdoch, presidente di News International, ha elogiato i suoi «principi etici e la sua condotta in tutta la sua carriera». Elisabeth Murdoch aveva lasciato l’impero del padre nel 2000 per lanciare una sua azienda di produzione, Shine, che è stata di recente acquistata dal colosso di Murdoch, News Corporation. Presto Elisabeth siederà nel consiglio di amministrazione di News Corporation.
L’Fbi ha intanto aperto un’inchiesta sullo scandalo delle intercettazioni: vuole scoprire se giornalisti del gruppo Murdoch hanno spiato le famiglie delle vittime dell’11 settembre. Mentre Scotland Yard fa un nuovo arresto e il boss Rupert Murdoch getta la spugna accettando di andare a testimoniare in Parlamento a Londra, nuove vertiginose crepe si aprono nell’impero del tycoon australiano. Forte del passaporto americano, lo ’Squalo di Melbournè si era inizialmente rifiutato di comparire martedì a Westminster come intimato dalla commissione Cultura Media e Sport, ma poi, per evitare l’ennesima debacle di pubbliche relazioni, ha accettato di presentarsi a testimoniare. Murdoch sarà ascoltato assieme al figlio James, presidente dela divisione euroasiatica di News Corp. Convocata anche Rebekah Brooks, che era direttore di News of the World quando fu violato il cellulare della tedicenne Milly Dowler, una ragazza scomparsa e poi trovata uccisa: l’episodio portato in luce dal Guardian che il 4 luglio ha rilanciato lo scandalo.
È l’ennesima umiliazione per il tycoon sotto assedio. Il governo australiano sta valutando se aprire un’inchiesta sulle attività in Australia di News Corp, negli Usa crescono le richieste di una convocazione di Murdoch in Congresso, mentre a Londra Scotland Yard ha fatto un nuovo arresto: l’ex vice di Andy Coulson a News of the World Neil Wallis, accusato di aver corrotto poliziotti. Dopo l’arresto si è scoperto che l’attuale capo della polizia Sir Paul Stephenson lo aveva assunto nel 2009 come consulente proprio quando la Metropolitan Police si rifiutò di riaprire l’inchiesta sullo tabloid ficcanaso: un episodio su cui il ministro dell’interno Theresa May e il sindaco di Londra Boris Johnson hanno deciso di vedere chiaro.
E intanto le cose si mettono male per James, l’erede apparente di Rupert e presidente di BSkyB. Il Pensions and Investment Research Consultant (Pirc), una importante società di consulenza di borsa, ha consigliato agli azionisti della piattaforma pay-tv di chiederne le dimissioni, mentre il New York Times rivela nuovi retroscena sugli ultimi giorni dell’affare andato in fumo: il figlio di Murdoch era pronto a dare battaglia, pronto a sfidare le agenzie britanniche di vigilanza pur di condurre in porto l’acquisizione ma fu scavalcato dal padre e dal Chief Operating Officer Chase Carey, che hanno optato per la marcia indietro e ne hanno informato James soltanto a cose fatte.
In casa Murdoch la tensione si taglia col coltello: la figlia Elizabeth che di recente, secondo il Daily Telegraph, avrebbe preso Rebekah Brooks a male parole, potrebbe emergere vittoriosa. Elizabeth, 42 anni, sta coprendo un ruolo sempre più in vista nella società del padre ma ha anche un altro asso nela manica: è la moglie di Matthew Freud, guru delle pubbliche relazioni in Gran Bretagna. E di buone publiche relazioni – oltre che di avvocati – i Murdoch e News Corp hanno oggi sempre più bisogno. News Corp ha assoltato la Edelman, un’altra ditta di Pr per difendere la sua immagine (il primo passo, l’acquisto di scuse a tutta pagina sulle testate rivali), oltre a un banda di avvocati di grido su entrambe le sponde dell’Atlantico dove sono in agguato cause legali, penali e civili a raffica, inchieste di carattere politico e adesso L’Fbi.