LaSicilia.it – Sindaco di Palermo? No, grazie
27 Luglio 2011
LaSicilia.it
PALERMO – “Fermo restando il diritto di ciascuno di sottoporsi al giudizio degli elettori per iniziare un nuovo percorso personale, questo diritto non si affievolisce di fronte all’inopportunità di candidarsi come sindaco proprio nel medesimo comune ove si è esercitata fino a quel momento una funzione giudiziaria? Io credo proprio di sì”. E’ quello che scrive il magistrato Antonio Ingroia nella sua rubrica “Fuori dal bunker” sul mensile “I love Sicilia”.
Rispondendo alla provocazione del giornalista Felice Cavallaro, che sul precedente numero del mensile ne aveva caldeggiato la candidatura a sindaco di Palermo, sulla scorta di quanto accaduto a Napoli con Luigi De Magistris, Ingroia risponde: “Agli occhi del cittadino il magistrato non soltanto deve essere imparziale ma deve anche apparirlo”, scrive il pm.
Ingroia si dice contrario alla prassi per la quale un magistrato si candidi nello stesso comune in cui ha esercitato la sua funzione, “specie di fronte al rischio che si alimentino dubbi e sospetti sulla pregressa attività giudiziaria, che possa avere indebolito il suo potenziale avversario politico. Ed ancora più delicata si fa la questione allorquando l’incarico politico non venga assunto sulla base di un’investitura da parte dei cittadini-elettori, ma in virtù di una designazione fiduciaria per ricoprire cariche politico-governative, designazione proveniente da un’autorità di governo locale espressione di una parte politica”.