L’Italia paga il conto alla speculazione – Repubblica.it
8 Luglio 2011L’Italia paga il conto alla speculazione – Repubblica.it.
fotografia web da redazione N.R.
di ETTORE LIVINI
LA TENSIONE sui mercati finanziari europei spinge al nuovo record storico di 245 punti base il differenziale di rendimento (il cosiddetto spread) tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Il tasso d’interesse sui Btp decennali è salito questa mattina fino al 5,36% contro il 2,91% dei bund a dieci anni. I timori di contagio della crisi del debito europeo stanno mettendo sotto pressione tutti i paesi periferici dell’area Ue: il rendimento dei decennali spagnoli è volato al 5,67%, allargando a 271 punti la forbice con quelli tedeschi. In difficoltà anche i titoli di stato greci che dopo qualche giorno di respiro grazie all’ok del piano di aiuti internazionali sono tornati a schizzare al rialzo con i bond a due anni che hanno sfondato in mattinata la soglia psicologica del 30%.
L’Italia è oggi il mercato che paga il conto più salato alla speculazione: lo spread con i Bund si è allargato di 20 centesimi, il doppio rispetto a Madrid, toccando il livello massimo dall’introduzione dell’euro mentre Piazza Affari è la maglia nera in Europa con una flessione vicina al 2%. La manovra finanziaria non è bastata evidentemente a tranquillizzare gli operatori e il dato negativo sulla produzione industriale tricolore – scesa dello 0,6% a maggio, molto più delle stime – ha messo ulteriore pressione sui Btp arrivati al quinto rialzo in cinque giorni. In Borsa soffrono in particolare i titoli finanziari con molte banche che segnano cali tra il 3 e il 4%.
A far fibrillare di nuovo i listini continentali è il timore che il maxi piano di salvataggio per la Grecia non sia sufficiente ad evitare il crac di Atene. L’Eurogruppo di lunedì prossimo dovrebbe mettere a punto i dettagli dell’intervento cooordinato con Bce e Fondo monetario. Ma molte nubi si stanno addensando sulla partecipazione “volontaria” delle banche creditrici al pacchetto di aiuti. E gli operatori vendono così a piene mani i titoli di stato dei paesi più fragili per parcheggiare i loro capitali in investimenti solidi come i Bund, allargando così gli spread tra le obbligazioni europee.
(08 luglio 2011)