Manovra: Senato approva fiducia, verso l’ultimo sì, Napolitano: un miracolo – Economia – ANSA.it
14 Luglio 2011
ROMA – Iniziera’ domani mattina il rush finale in Parlamento della manovra che, dopo il maxi-emendamento presentato dal governo in Senato ha raggiunto la cifra ‘monstre’ di 70 miliardi. Proprio l’aula di Palazzo Madama ha approvato il nuovo testo del decreto che ora a Montecitorio e’ blindato; le opposizioni, infatti, hanno evitato gia’ in serata alla commissione Bilancio della Camera l’ostruzionismo, cosa apprezzata dal presidente Giorgio Napolitano che ha parlato di ”miracolo” e dal presidente del Senato Renato Schifani. Ma stanno ora emergendo i malumori delle opposizioni per i contenuti impopolari delle misure, finora rimasti nascosti dietro alla necessita’ di approvare rapidamente la manovra, come il taglio lineare del 5 e poi del 20% delle agevolazioni fiscali nel 2013 e nel 1014 che non esclude le famiglie e spazia da ristrutturazioni ad asili, da tasse scolastiche a detrazioni sul lavoro.
Dopo il via libera notturno della commissione Bilancio del Senato al decreto, in mattinata l’aula di Palazzo Madama ha licenziato il decreto. Il governo aveva presentato un maxi-emendamento ponendo su esso la fiducia. Il nuovo testo rafforza la portata degli aggiustamenti sui Conti pubblici gia’ nel 2011, facendo si’ che l’intervento complessivo arrivi a 70 miliardi, come ha sottolineato il ministro Giulio Tremonti, che ha ammonito: se l’Italia non tagliera’ il debito, questo ”mostro divorera’ il futuro” del Paese. Tremonti ha evocato il Titanic, e il presidente della Repubblica Napolitano ha ammonito: ”Nel prossimo futuro occorreranno altre prove di coesione”. Il che fa capire il timore che la manovra possa non fermare la speculazione sui titoli di Stato; e se lunedi’ si presentasse questo scenario le risposte che dovrebbe dare la politica sono tutte da costruire. Oggi anche il presidente del Senato Schifani ha ringraziato per ”il senso di responsabilita”’ le opposizioni. Queste pero’ pur rivendicando questo ”senso dello Stato”, con i capigruppo al Senato Anna Finocchiaro (Pd), Giampiero D’Alia (Udc) e Felice Belisario (Idv) hanno criticato i contenuti della manovra.
Con il passar delle ore emergono i contenuti del decreto che colpisce le fasce sociali gia’ in difficolta’, e cioe’ i lavoratori dipendenti e i pensionati, quelli che dovrebbero sostenere i consumi interni, che sono invece stagnanti. Stefano Fassina, responsabile economia del Pe, ha definito ”vergognosa” la manovra che non ha nemmeno sfiorato i grandi patrimoni e le rendite finanziarie: ”siamo responsabili, ma non corresponsabili”, ha detto il vicesegretario Enrico Letta, che in questi giorni ha intessuto tutti i rapporti istituzionali. Parole che lasciano capire come il clima di coesione non durera’, perche’ sono troppo diverse le ricette per il Paese. E infatti lo stesso Letta e Antonio Di Pietro hanno rilanciato la richiesta che dopo la manovra Tremonti e tutto il governo di dimettano e si vada alle le urne o, secondo Letta, a un governo dei verso. Richieste respinte dal Pdl, per il quale in particolare un governo tecnico metterebbero in mano alla speculazione.
‘COME TITANIC, PRIMA CLASSE NON SI SALVA’ – La regola d’oro del pareggio di bilancio va inserita nella Costituzione e resa dunque una regola fondamentale del nostro Paese. Il rischio e’ che l’enorme debito ereditato possa ”divorare” il nostro futuro. Insomma un vincolo, quello del pareggio, che e’ ”assoluto”. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, interviene al Senato prima del voto di fiducia sulla manovra e difende la manovra che ”giusta ed esatta’ ci portera’ proprio al deficit quasi zero nel 2014. E forse, con i forti correttivi introdotti a Palazzo Madama, quota zero e’ ora assicurata. Lancia poi un messaggio sulla crisi all’Europa che deve trovare salvezza dalla finanza con la politica con una consapevolezza: ”e’ come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe”. Per l’Italia Tremonti rivendica dunque il ruolo della manovra e nega che non sia rivolta allo sviluppo come invece sostiene l’opposizione: ”’la manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita” afferma e poi parte con un lungo elenco citando fra l’altro ”dal credito per la ricerca ai contratti per la produttivita’, dal processo civile, al turismo”. Quindi per il presente e per il passato ”non e’ corretto dire che non e’ stato fatto sviluppo, se non ci fosse stata la tenuta dei conti pubblici non ci sarebbe stato neanche il Pil che c’e’ stato”. Quindi la manovra e’ ”giusta ed esatta” e punta ”al bene comune”. Anche perche’ il bilancio pubblico ”si fa per legge, ma il Pil non si fa solo per legge, servono decreti come questo e si puo’ fare anche di piu”’. Nel frattempo la crisi fa ancora paura: ”e’ come un mutante che oggi ha la forma della Grecia”. E il problema e’ dunque quello della credibilita’: ”piu’ che di speculazione si tratta di un problema di credibilita’ e fiducia nella politica”. Ma il trattato europeo non ricalca il matrimonio – dice il ministro usando un insolito accostamento – dove si sta insieme nella buona e nella cattiva sorte. E cosi’ oggi, controllati da 17 diversi Governi che a loro volta sono controllati da 17 diversi Parlamenti, ”siamo dentro un paradosso: la percezione dei mercati dell’area euro non riflette la sua forza e ai primi tre posti tra Paesi considerati piu’ rischiosi ci sono tre Paesi europei”. Poi una previsione: ”oggi in Europa c’e’ l’appuntamento con il destino: la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica. Ma la politica non puo’ fare errori” Anche perche’ ”e’ come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe”. Ma proprio la politica oggi in Italia, nonostante le divisioni, ha mostrato di condividere un obiettivo comune: ”il Paese ci guarda: – dice Tremonti rivolto ai senatori di maggioranza ed opposizione – siamo diversi certo, ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere con tutti voi’.
Manovra: Senato approva fiducia, verso l’ultimo sì, Napolitano: un miracolo – Economia – ANSA.it.