Pestaggio a Monti, ci sono due video D’Alise: era a terra, gli ho dato un calcio – Il Messaggero

4 Luglio 2011 0 Di luna_rossa

 

Pestaggio a Monti, ci sono due video D’Alise: era a terra, gli ho dato un calcio – Il Messaggero.

Gli amici di Bonanni hanno filmato l’aggressione con i telefonini. Uno degli aggressori: prego che non muoia

di Paola Vuolo

ROMA – Alla fine Carmine D’Alise ha ceduto. Davanti al gip Valerio Savio, nella piccola aula del carcere di Regina Coeli, ha ammesso il suo ruolo attivo nella rissa di sabato scorso al rione Monti, che ha portato il giovane musicista Alberto Bonanni su un letto di morte: «Non volevo che succedesse tutto questo, sto pregando perché Alberto non muoia. La politica e il calcio non c’entrano nulla in questa storia», avrebbe detto il ragazzo, assistito dall’avvocato Fabrizio Gallo.

E poi, ancora: «Gli ho dato un calcio in faccia quando era già a terra e non l’ho mai preso a pugni. Poi sono scappato a nascondermi dietro un’auto e quando l’ho visto alzarsi per dare le generalità agli agenti sono andato via». Eppure il suo racconto è smentito dalle testimonianze di chi afferma che Bonanni fu colpito da un calcio mentre era ancora in ginocchio.

D’Alise, che insieme all’altro ventunenne Christian Perozzi resterà in carcere per tentato omicidio aggravato dai futili motivi, ha ricostruito la dinamica dell’aggressione, innescata dalla lite tra un pittore della zona, Massimiliano Perna e il gruppo di Bonanni: «Massimiliano stava litigando con un giovane dai capelli rasta che brandiva una bottiglia di birra» ha spiegato D’Alise, contro il quale lui si sarebbe scagliato subito rimediando anche un’escoriazione sul viso.

Più o meno sovrapponibile la versione dell’altro arrestato, Christian Perotti, che ha spiegato di essere intervenuto insieme a due amici «per difendere Massimiliano, un amico pittore che abita a Monti e che stava litigando con quei ragazzi a via Leonina. Prima è partito Carmine e poi sono intervenuto anche io con un altro amico per difenderlo». Nessun riferimento è stato fatto nei confronti del terzo presunto aggressore fermato ieri, Gaetano Brian Bottigliero, ultrà giallorosso di estrema destra. Pur confermando la sua presenza, Carmine D’Alise ha spiegato che, «non l’ha visto sferrare alcun colpo con il casco».

E mentre nel carcere di Regina Coeli il gip convalidava il loro arresto, scrivendo nell’ordinanza che il dramma di cui è rimasto vittima il musicista è «una banale, stupida, evidente, difesa del territorio e dei suoi residenti da incursioni di stranieri», gli inquirenti proseguivano l’esame di due video che mostrano come si sono svolti i drammatici fatti avvenuti il 25 giugno scorso.

Uno è stato girato dagli amici di Bonanni che hanno avuto la freddezza di riprende il pestaggio con i cellulari. Un altro video, proveniente da una telecamera a circuito chiuso, mostra l’alterco all’origine dell’aggressione tra il residente della zona e il musicista. Gli inquirenti cercano altri due aggressori.

Intanto, già domattina i legali dei primi due fermati depositeranno il ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione dei loro assistiti: «Il mio cliente – ha precisato l’avvocato di D’Alise, Fabrizio Gallo – non ha mai avuto problemi con la legge, è incensurato e lavora al bar dell’Università Luiss. Ha solo una situazione familiare drammatica. La mamma è morta, il padre è assente e lui vive con la nonna a via Giolitti». Da parte sua, il padre del terzo fermato, Bottigliero (che ha negato di aver colpito Bonanni con il casco) auspica che «la magistratura faccia piena luce sull’aggressione».

(ha collaborato Giulio De Santis)