riceviamo e pubblichiamo – I diari del dottor Mengele in asta negli Usa. Storico della Shoah italiano chiede alla casa d’aste di realizzare copia dei contenuti, cha appartengono all’intera umanità

20 Luglio 2011 0 Di ken sharo
EveryOne Group

I diari del dottor Mengele in asta negli Usa. Storico della Shoah italiano chiede alla casa d’aste di realizzare copia dei contenuti, cha appartengono all’intera umanità

Milano, 18 luglio 2011. La casa d’aste Alexander Autographs, che ha sede a Stamford, nel Connecticut (Usa), metterà in vendita giovedì prossimo oltre quattromila pagine di diario, lettere, appunti e altro materiale scritto dal dottor Joseph Mengele, oltre ad alcuni dipinti e disegni da lui realizzati. I diari di Mengele, numerose pagine dei quali sono già state acquisite 18 mesi fa dal Centro Wiesenthal, sempre in una vendita all’asta, risalgono al periodo 1960-1975, quando il medico aguzzino viveva in Sudamerica, dove era riuscito a fuggire, evitando il processo per crimini contro l’umanità, dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Mengele si spostò fra Argentina, Paraguay e Brasile. Nonostante l’enorme peso di orrori che albergava nella sua coscienza, riuscì a scrivere poesie e riflessioni filosofiche, a disegnare e dipingere, ad annotarsi riflessioni sui grandi temi dell’essere. La casa d’aste prevede di vendere il materiale ad almeno 400 mila dollari. L’operazione commerciale su materiale tanto delicato e importante per chi cerca verità e giustizia riguardo alla carneficina di Aushwitz è sicuramente discutibile. Bill Panagoupulos, presidente della casa d’aste, non intende rivelare il nome del proprietario, che vive in Brasile e, secondo le poche notizie che ha diffuso, non sarebbe un discendente del carnefice di Auschwitz. Il 95% del materiale in vendita è inedito. In attesa della vendita, Roberto Malini – storico dell’Olocausto che ha donato recentemente al Museo della Shoah di Ferrara un’importante collezione di opere realizzate da artisti scomparsi nei campi di sterminio nazisti – ha scritto una lettera al presidente della casa d’aste Alexander Autographs, chiedendo che i responsabili della vendita, in accordo con il proprietario del materiale, attuino le semplici misure che consentano di evitare l’eventuale dispersione dei documenti nel caso un collezionista privato non legato al mondo della ricerca sull’Olocausto si aggiudicasse l’asta. “Caro Bill Panagoupulos,” scrive Malini nell’appello, “ho letto le sue dichiarazioni sulla stampa americana, che dimostrano come lei si mantenga attento ai valori della memoria di milioni di esseri umani assassinati nei luoghi di sterminio nazisti, nonostante gli importanti interessi economici in gioco. Ecco perché le chiedo di provvedere alla realizzazione di copie su carta e microfilm di tutto il materiale all’incanto, affinché il suo contenuto sia consegnato agli studiosi e a coloro che mantengono vivo il ricordo dell’Olocausto. Il business è importante, ma in questo caso l’attenzione di tutti noi deve concentrarsi anche su valori che trascendono l’interesse di pochi, riguardando l’intera umanità. Una volta create le copie fedeli, le chiedo di consegnarle al Centro Wiesenthal e al Museo Yad Vashem di Gerusalemme. Questa semplice operazione avrà un costo di pochi dollari, ma un significato inestimabile di portata universale”.