L’organo della Giustizia Tributaria è un covo di conflitti di interesse
25 Novembre 2011L’Italia è al 151esimo posto nella classifica internazionale sull’efficienza dei sistemi di giustizia tributaria del mondo. Poniamo il caso un contribuente debba impugnare una ingiusta ingiunzione di pagamento, quale organo istituzionale dovrebbe garantirgli una adeguata difesa? Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria è l’organo istituito a garantire l’imparzialità nella difesa tra contribuente e Stato e conosce tre gradi di giudizio: Commissione Tributaria Provinciale, Commissione Tributaria Regionale e Cassazione. I giudici tributari dipendono dal Ministero dell’Economia. Il giudice è chiamato a deliberare contro il proprio capo il quale ha il potere di sanzionare i suoi dipendenti in un chiaro conflitto di interessi. Questa dipendenza, questa forma di assoluto controllo, impedisce vengano combattuti gli abusi sulla riscossione e l’usura; pratica ricorrente nelle cartelle esattoriali. Il Consiglio di presidenza della Giustizia Tributaria è così composto: 11 membri tra i componenti delle commissioni tributarie provinciali e regionali; 4 eletti dal Parlamento; 2 dalla Camera dei deputati e 2 dal Senato. Se si leggono i compiti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, si coglie a pieno il perchè del malfunzionamento, dei disservizi e di una mancata lotta contro gli orrori di una tributaria costruita non intorno al cittadino ma contro il cittadino: svolge ruoli interni e inerenti ai soli componenti. Non si occupa di far emergere i conflitti, di rappresentare con obiettività le problematiche dei contribuenti. Invece di imporsi come organo imparziale e garantista dei diritti civili affonda nella nomenklatura politica, «Noi, Federcontribuenti, stiamo portando avanti la nostra idea di Giustizia Tributaria assieme al senatore dell’IdV, Stefano Pedica e presto approderemo in parlamento. È evidente che fino ad oggi si è garantita la difesa solo per i responsabili dei gravi disagi ricaduti sugli onesti contribuenti, come è stato per Equitalia». Daniela Gobbi, presidente del consiglio dell’organo di giustizia tributaria così si esprime nei confronti del neo eletto Mario Monti:
“Signor Presidente, vivissime congratulazioni per il conseguimento della prestigiosa nomina, anche in qualità di Ministro dell’Economia e delle Finanze. Le chiedo di essere ricevuta per segnalarLe i problemi più urgenti ed in corso di esame, della giustizia tributaria, funzione di primaria importanza per l’approvvigionamento finanziario dello Stato.”
Finocchiaro, presidente di Federcontribuenti: «Un efficiente sistema di giustizia tributaria non è un modo per assicurare l’approvvigionamento finanziario dello Stato, ma, un doveroso mezzo di difesa da mettere al servizio del cittadino. Per le casse dello Stato esiste la fiscalità». Una pericolosa dichiarazione quella della presidentessa della Giustizia Tributaria che lascia intravedere la poca intenzione di far valere i diritti civili di una cittadinanza sempre più resa incudine.
Tanta è la disinformazione per il cittadino che è costretto a diventare una sorta di topo di biblioteca o deve affidarsi ai consigli di qualche amico o professionista per conoscere i propri diritti e il modo per difenderli. Basta un nulla e un ricorso presentato con ragione diventa un boomerang con tanto di sanzioni pazzesche a seguito. Se il cittadino riesce a far valere la propria ragione rischia di dover fare un’altra causa ( civile ) per vedersi rimborsato il denaro, ingiustamente, versato: sempre in onore della formula solve et repete. Troppo spesso, il fatto d’esser costretti prima a pagare e poi ottenere giustizia, determina il fallimento della piccola o media impresa la quale ha dovuto licenziare i propri dipendenti o ha determinato un tracollo finanziario del contribuente colpito. Spesso accade che il cittadino, impaurito o incapace di assolvere tutte le pratiche o impossibilitato a pagare le spese di un processo civile, decida di rinunciare ad ottenere giustizia e gli impuniti restano tali.
ROBERTA LEMMA
Dal portale Indymedia
http://piemonte.indymedia.org/article/13689
http://liguria.indymedia.org/node/7934
Toghe tributarie in tripudio per Mario Monti
Monti incassa il sostegno delle toghe tributarie. Festante lettera di Daniela Gobbi Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.
E’ una nuova generazione di donne. Daniela Gobbi una delle amazzoni della Giustizia Tributaria lancia un’esortazione (con slinguatina) al neo-senatore e Presidente del Consiglio dei Ministri On.le Prof. Mario Monti.
Attanagliata dall’ansia giustissima della massimizzazione del gettito scrive a Super-Mario:
“Signor Presidente, a nome mio e dei Componenti del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, desidero formularLe vivissime congratulazioni per il conseguimento della prestigiosa nomina, anche in qualità di Ministro dell’Economia e delle Finanze e sinceri auguri di buon lavoro per lo svolgimento di incarichi così importanti e delicati. Alla luce del particolare momento storico che il nostro Paese sta attraversando, consapevole dell’importanza della funzione che è chiamato a svolgere questo Organo di autogoverno nel sistema giudiziario italiano Le chiedo, compatibilmente con i Suoi impegni, di essere ricevuta per portarLe, unitamente ai Componenti, il saluto del Consiglio e segnalarLe i problemi più urgenti ed in corso di esame, della giustizia tributaria, funzione di primaria importanza per l’approvvigionamento finanziario dello Stato. I più deferenti saluti. Daniela Gobbi.”
Approfittiamo anche noi del particolare momento (visto che che abbiamo qualche oggettiva difficoltà ad essere ricevuti dai rappresentanti del nuovo Governo) per segnalare qualche problemino, anche abbastanza urgente, che attanaglia da tempo l’italica giustizia tributaria.
solve et repete, prima paghi poi parliamo
In omaggio al quel signore che qualche anno fa scriveva che “la macchina fiscale deve essere semplice” (Luigi Einaudi primo Presidente della Repubblica Italiana) oggi chi fa dei ricorsi deve chiedere la sospensione, vige pertanto il principio ecumenico-cristiano del “prima paghi e poi parliamo”, un concetto senza dubbio anche molto democratico. Inoltre per poter essere esonerati dal pagamento bisogna poter dimostrare non solo un giusto diritto, ma anche di aver ragione, quindi anche la minaccia di un grave danno irreparabile per le finanze personali. Il problema principale e’ che per importi superiori a qualche migliaio di euri diventa praticamente impossibile avere la sospensione, per cui bisogna mafiamente pagare!! Dopo aver pagato se si vince la causa bisogna chiedere il rimborso, che ovviamente e spessatamente non viene accordato e quindi bisogna fare un’altra causa per riaverli. Costringere il contribuente a pagare somme non dovute non ha niente d’immorale (tanto se sei un imprenditore e rischi il fallimento o la chiusura dell’esercizio chi se ne fotte).
Gradi di Giudizio e spese. Per controversie riguardanti tributi in contestazione fino ad € 2.582,28, il ricorso può essere presentato direttamente dal contribuente, senza che sia obbligatoria la difesa tecnica. Invece per le controversie aventi ad oggetto somme superiori a quella predetta, il ricorrente deve essere assistito da un difensore abilitato quindi avvocato, fiscalista, dottore commercialista, tributarista, ragioniere, perito commerciale etc etc. Cosa che risulta molto agevole alla maggioranza dei cittadini dalle medie disponibilità economiche. Nell’ottica volta a favorire sempre più lo snellimento e la semplificazione del sistema, la giustizia tributaria ha strutturato (o meglio di militarizzato) la via crucis del giudizio in 3 gradi: la Commissione Tributaria Provinciale, Commissione Tributaria Regionale e Cassazione. Un’autentica odiosa tirannia finanziaria. Ecco spiegato perché l’Italia è al 151esimo posto nella classifica internazionale sull’efficienza dei sistemi di giustizia del mondo. Lo sfigato cittadino che non riesce a vedere riconosciute subito le proprie ragioni sarà costretto sciropparsi tutto il calvario giudiziario sino al capolinea della Cassazione (a volte s’invecchia anche aspettando l’ultimo grado di giudizio). Ma avete solo una pallida idea di quanto costa gestire una causa sino in Cassazione? Modalità conciliative extragiudiziali ed alternative – come in parecchi moderni paesi europei – per il momento restano solo un miraggio.
La Remissione in Termini.
La remissione in termini, istituto che e’ previsto sia in diritto processuale civile sia in quello amministrativo, non viene riconosciuto nella giustizia tributaria, per cui in sostanza se la data della notifica e’ illeggibile difficilmente sarete rimessi nei termini se il ricorso e’ tardivo.
Illegittimità costituzionale della dipendenza dei Giudici tributari dal Ministero dell’Economia
A giudizio di chi sen’intende le Commissioni Tributarie dovrebbero dipendere dal Ministero della Giustizia, mentre oggi dipendono dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, un palese conflitto d’interessi, perche’ il giudice dovrebbe deliberare contro il proprio capo, ossia il ministro dell’economia. Infatti i Giudici Tributari sono nominati, non a bando, ma con il concorso del ministero delle Finanze e sono pagati dal Ministero delle Finanze. E poi dovrebbero giudicare le controversie tra i contribuenti ed il Ministero che li governa. Niente di paradossale dai.
Nelle nomine dei Giudici Tributari non prevale la meritocrazia ma l’appartenenza politica. E’ risaputo che le nomine dei giudici vengono effettuate a tempo determinato, ad ex avvocati, ex commercialisti etc, etc, per cui i giudici sono spesso influenzati dalla politica, che spesso e volentieri richiede di salvare le casse e sanare i propri errori.
Infine una certa attenzione dovrebbe essere posta sugli abusi della riscossione, l’usura di Stato, i fermi amministrativi, le ipoteche, che la gente comune subisce senza nemmeno aver diritto (come accade in molti casi) ad una comunicazione. In caso di errori chi gli paga i danni? Equitalia? Un’idea potrebbe essere quella di prevedere che a seconda dei beni di Equitalia rilevati presso l’anagrafe tributaria, si possa procedere con il fermo amministrativo di suoi autoveicoli e motoveicoli, ipoteche, pignoramento immobiliare, pignoramento mobiliare, pignoramento dei crediti di Equitalia verso terzi etc etc. C’è anche chi ha suggeriton l’attivazione contro i concessionari del redditometro, di studi di settore ed accertamenti fiscali a raffica (d’altronde “la legge è uguale per tutti“ no?) ma ci rendiamo conto che questa è pura utopia. Il cittadino attualmente per poter ottenere il diritto al risarcimento deve farsi una doppia causa una tributaria e una civile (con costi stellari che ben pochi possono permettersi). Per cui i concessionari resteranno – come sempre – impuniti.
Cara Gobbi, sappiamo che ha già fato il giro dei 7 conventi (nelle foto all. il Pres. Gobbi e delegazione con Napolitano). Se nel suo peregrinare romano avesse occasione di vedere anche il Premier gli porti le nostre domande. Super Mario Bros, oltre a tirare fuori i conigli dal cilindro è uno che c’ha tutte le risposte in tasca (ovvio è uno che se n’Nintendo).
Doc. pdf.: “Lettera_Daniela_Gobbi_Mario_Monti”
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