Giglio, il Pg: «Caos dopo il naufragio, da Costa incredibile trascuratezza» – Il Messaggero
24 Gennaio 2012Giglio, il Pg: «Caos dopo il naufragio, da Costa incredibile trascuratezza» – Il Messaggero.
Il magistrato invita la Procura: indagare su vertici società
Negativi i test antidroga effettuato giorni fa sul comandante
|
|
dal nostro inviato Cristiana Mangani
GROSSETO – Non basta più l’arresto di Francesco Schettino per dare giustizia alle vittime. Non basta solo il comandante che dribbla le responsabilità e fugge, a ripagare chi ha perso parenti e figli. Sono molti altri i ruoli non rispettati, primo fra tutti quello della Costa crociere che, sin dal primo momento, sembra aver tenuto un atteggiamento confuso.
La procura sta indagando sull’intero ponte di comando e sulla società di navigazione, ma per il procuratore generale della Toscana, Beniaminino Deidda, l’intervento è urgente. Tanto che, ieri, il pg, nel pieno del suo ruolo, ha dichiarato: «Il datore di lavoro è garante delle norme di sicurezza e ne è responsabile. In questo caso ci sono stati problemi e incredibili leggerezze». Il riferimento alla Costa è chiaro. Deidda non usa mezzi termini: «La magistratura – spiega – cerca i nessi causali degli eventi. Per ora l’attenzione generale si è concentrata sulle colpe del comandante, che si è rivelato tragicamente inadeguato. Ma chi lo sceglie il comandante? Occorre spingere lo sguardo sulle scelte fatte a monte dal datore di lavoro, e cioè dall’armatore». E ha aggiunto: «Poi c’è anche il tema fondamentale della organizzazione della sicurezza. Scialuppe che non scendono, personale che non sa cosa fare, scarsa preparazione a gestire l’emergenza, ordini maldestri come quello assurdo di tornare nelle cabine. La confusione che c’è stata rivela un’incredibile trascuratezza nell’applicazione delle norme di sicurezza. La sicurezza va organizzata prima con esercitazioni e simulazioni, e gestita dopo.
E le indagini non possono trascurare alcun fronte».
Insomma, un intervento forte e chiaro. Sebbene Deidda non conosca le carte dell’inchiesta, dentro le quali potrebbero esserci elementi a favore del comportamento della Costa. Quello che il pg pensa, però, e che ha espresso energicamente, è la stessa tesi sostenuta dall’avvocato Bruno Leporatti che assiste Schettino. Nella memoria che ha depositato al gip e che contiene le sue deduzioni in vista dell’incidente probatorio richiesto dal pm, il legale aggiunge l’elemento dello scarso funzionamento di alcuni servizi di sicurezza e di controllo sulla nave. A suo dire, la Concordia – secondo quanto riferito da Schettino – «aveva chiesto inutilmente, più volte, la messa in funzione della pompa di zavorra o di bilanciamento». «Non fu neanche possibile avviare le pompe esaurimento grandi masse – considera l’avvocato -. Tali fatti dovranno formare oggetto di ulteriore tema dell’accertamento peritale in modo che esso chiarisca se gli impianti di emergenza funzionarono o meno. Ci sono poi da valutare anche le cosiddette paratie deboli. L’accertamento peritale dovrà estendersi anche al comportamento seguito all’allagamento della nave. Le paratie sono quei tramezzi di separazione delle varie parti della nave destinate a cedere in conseguenza della pressione dell’acqua al fine di garantire l’allagamento del bastimento in modo simmetrico». Un dato importante soprattutto per la posizione del comandante che è stato accusato di aver tenuto la nave in asse per quasi due ore senza decidere di sbarcare i passeggeri.
Leporatti ce ne ha anche per la Costa, «andrebbero individuate – sottolinea – eventuali ulteriori responsabilità di terzi soggetti che potrebbero avere quantomeno cooperato nel determinare il tragico evento». Il riferimento è al capo dell’Unità di crisi della società di navigazione, Roberto Ferrarini che, ieri, è stato tutto il giorno con il capo chino sul computer e sulla planimetria della Concordia a lavorare. Secondo il legale, poi, sarebbe importante che il procuratore Franco Verusio, qualora lo ritenesse opportuno, procedesse alle nuove iscrizioni sul registro degli indagati, anche perché – chiariscono – «se avvenissero dopo l’incidente probatorio, le risultanze di esso sarebbero inutilizzabili nei confronti di tali eventuali nuovi indagati».
Davanti a richieste di intervento così evidenti, cosa farà la procura? Al momento gli iscritti restano due, anche se è al vaglio la posizione di Ferrarini. Venerdì, invece, verrà interrogato Ciro Ambrosio, il primo ufficiale sotto inchiesta con il comandante. E nello stesso giorno anche la moldava Domnica Cermotan, la ragazza che tutti videro in plancia al momento dell’impatto. L’interrogatorio dovrebbe avvenire nel suo paese. Ieri, poi, i primi risultati sul test tossicologico eseguito su Schettino avrebbero concluso che non assume droghe. Ma per completarli ci vorranno almeno altri dieci giorni. E solo allora il dato sarà certo.