Il dibattito pubblico, in tutte le sedi, è monopolizzato dalla crisi economica e dai problemi politici e sociali che essa produce e su come affrontarli…
Il dibattito pubblico, in tutte le sedi, è monopolizzato dalla crisi economica e dai problemi politici e sociali che essa produce e su come affrontarli. L’insicurezza del domani domina in tantissime persone e tante famiglie. Il governo “tecnico” di Monti esprime questa realtà che vive il paese. Tutte le altre questioni che pure attraversano la società, le famiglie e le persone sembrano archiviate. Mi ha colpito il titolo e il sottotitolo di un libro: La Chiesa Contro-Dalla sessualità all’eutanasia tutti i no dell’Europa moderna. Gli autori non sono due radicali in trincea ma Sergio e Beda Romano. È impressionante il confronto tra ciò che sui diritti civili si verifica in Italia e la realtà che vivono tutte le nazioni europee. Non ci sono solo analisi e opinioni (si ritrovano sulla prima parte curata da Sergio Romano) ma una documentata legislazione che tutela la vicenda umana delle persone, qualunque sia il loro credo religioso, la loro militanza politica. I diritti civili sono separabili da quelli sociali? O c’è un intreccio che condiziona la vita delle persone?
Ne parlo su questo spazio perché sono temi che attengono alla cultura politica.
Leggo a pagina 225: «Le ragioni dell’influenza religiosa sul dibattito italiano sono da ricercare nella storica forza della Chiesa, o piuttosto nella debolezza di uno stato troppo malleabile e ancora disunito a 150 anni dall’unificazione? Le cause sono da ricercare solo nella presenza ingombrante della Santa Sede oltre Tevere? O piuttosto a una classe dirigente – che da Milano a Catanzaro non è riuscita a imporre i propri valori?». Nel 2012 è la sinistra che deve farsi una domanda: perché non c’è discontinuità su questo versante su quel che hanno fatto le vecchie classi dirigenti? La borghesia italiana era massonica ma affidava alla Chiesa l’imbrigliamento sociale e culturale delle classi subalterne.
Il problema è complesso e incrocia la storia del socialismo italiano e del Pci. I radicali poiché sono stati protagonisti delle battaglie civili, non sono mai diventati una grande forza politica. Un grande tema su cui c’è ancora silenzio.