Il SecoloXIX | Magazine – Alla Camera, protesta contro il “Sopa” italiano
26 Gennaio 2012Il SecoloXIX | Magazine –

Roma – Levata di scudi alla Camera contro una norma inserita nella Legge Comunitaria da un emendamento del leghista Gianni Fava, che impone ai fornitori di servizi Internet di rimuovere dalla Rete contenuti ritenuti illeciti, determinando così una sorta di “censura” al Web.
Quella norma, hanno spiegato ieri Sandro Gozi e Silvia Velo, che hanno presentato un emendamento per sopprimerla, «crea una serie di distorsioni contrarie all’intento originario del legislatore europeo e italiano: il prestatore del servizio, agendo in qualità di mero intermediario, non ha la capacità né il compito di accertare se i contenuti segnalati siano effettivamente illeciti. Fra l’altro, questa segnalazione potrebbe essere fatta da “qualunque soggetto interessato”. Non devono essere imposti ai prestatori di servizio obblighi di identificazione e monitoraggio preventivo, dal momento che ciò è in aperto contrasto con la normativa europea sul commercio elettronico e potrebbe avere gravi conseguenze in termini di libertà di espressione e di sviluppo del mercato digitale italiano».
Durissima la reazione dell’Italia dei Valori: mentre il leader, Antonio Di Pietro, ha intimato un «giù le mani dalla Rete», per Antonio Borghesi quella norma «è un tentativo di censura della Rete», che va «contro il Web e la libertà d’informazione. Ci auguriamo davvero di poterla fermare subito».
E di «bavaglio» da «allarme rosso» hanno parlato Vincenzo Vita (Pd) e Beppe Giulietti (portavoce di Articolo 21), secondo cui, in base a questa norma, «si rende possibile a qualsiasi utente chiedere la chiusura di un provider, senza alcun ruolo affidato all’AgCom o alla magistratura». Il che, a loro dire, «è un colpo ferale alla libertà della Rete anche in Italia».
Per eliminare il cosiddetto “Sopa italiano” (dal nome del provvedimento che sta facendo molto discutere negli Usa) fioccano dunque gli emendamenti soppressivi presentati da Pd, Idv e Fli: «Se qualcuno pensa che, per contrastare la pirateria e gli atti illeciti compiuti in Rete, si debba ridurre la libertà di espressione degli utenti, limitare l’attività dei principali operatori del Web e introdurre un’insensata inversione dell’onere della prova sulla liceità dei contenuti pubblicati, non ha capito molto di Internet né di pirateria. E sicuramente non sa che cos’è la liberta», ha detto per tutti la finiana Flavia Perina.