LAV: le nostre campagne – Hiv e Alzheimer, nuovi studi per una ricerca responsabile.

26 Gennaio 2012 0 Di ammiano marcellino

LAV: le nostre campagne – vivisezione – vivisezione – news vivisezione.

  • 26/01/2012
  • [di M. Kuan*] Finalmente una scienza sull’uomo per l’uomo. Due gli incoraggianti studi recentemente pubblicati che hanno come base una ricerca etica e rigorosa, dimostrando come il futuro non sia basato sulla sperimentazione animale e come investire in questo tipo di indagini sia fruttuoso e fondamentale per la salute delle persone che aspettano una cura. Il primo studio è stato effettuato dall’Università della California a San Diego dove sono stati prelevati fibroblasti (cellule della pelle) da alcuni pazienti con la malattia di Alzheimer, sia di tipo ereditario (associato a una predisposizione genetica, che esordisce precocemente), sia di tipo sporadico, di cui non si conosce la causa. Li hanno riprogrammati per trasformarli in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) e poi le hanno fatte differenziare dando vita a neuroni funzionanti. I ricercatori della San Diego School of Medicine hanno così creato in laboratorio dei modelli di neuroni umani affetti da Alzheimer, un risultato mai raggiunto prima. Un lavoro importante che permetterà di studiare la malattia in vivo da materiale umano senza ricorrere ad animali o basati su tessuti provenienti da pazienti già deceduti. L’altra importante novità arriva dall’Italia dove i ricercatori dell’Unità di immunopatogenesi dell’AIDS all’Istituto San Raffaele di Milano, hanno scoperto nuovi marcatori genetici associati al controllo spontaneo della progressione di malattia in persone con infezione da virus Hiv: un’indagine epidemiologica che ha studiato 144 persone sieropositive nelle quali la malattia non andava in progressione spontanea, confrontando il loro Dna con quello di 605 persone che si erano infettate da poco. Si è scoperto che, nel Dna dei pazienti in cui la malattia non progredisce, ci sono 47 varianti genetiche, concentrate soprattutto in una zona particolare: quella del ‘Complesso maggiore di istocompatibilita” (Mhc), che tra le altre cose è coinvolto nel rigetto degli organi trapiantati. Tale dimostrazione ha la promettente capacità di identificare le varianti geniche associate alla resistenza spontanea alla malattia; un passo avanti importante nella ricerca sull’HIV, basato sulla genetica umana e non su inutili e immorali sperimentazioni su primati come è prassi da decenni. Purtroppo, però, spesso queste scoperte vengono poi applicate su modelli animali ricadendo nell’errore scientifico della vivisezione che continua ad ancorare e rallentare la ricerca italiana. *Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione. Per saperne di più: Test sostitutivi.