Sanremo, il lager degli anziani| Liguria | Imperia| Il SecoloXIX
19 Gennaio 2012 0 Di ken sharo
Imperia – Per coprire le grida e i gemiti degli anziani ospiti che picchiavano, alzavano il volume della radio. Metodo semplice, ma efficace, visto che se non fosse stato per qualche livido di troppo, notato dai parenti, il loro comportamento sarebbe rimasto impunito. Perché le vittime prescelte di quattro operatori socio assistenziali – tre uomini e una donna – e due infermiere della casa di riposo “Borea” di Sanremo erano persone senza voce, anziani non autosufficienti incapaci di reagire, tanto meno di denunciare gli abusi subiti. Maltrattamenti continui, dall’ora della sveglia a tarda sera. A colazione, pranzo e cena. Durante il bagno e al momento di mettere a letto chi, appunto, non era in grado di farlo da solo.
I sei autori degli abusi sono finiti in carcere. La presidente-direttrice dell’istituto, Rosalba Nasi, 58 anni, moglie del senatore del Pdl, Gabriele Boscetto, è agli arresti domiciliari. Per la procura di Sanremo, sapeva che cosa accadeva nella “sua” casa di riposo ma non ha fatto nulla per impedirlo. Altri otto persone sono indagate a piede libero, tra cui il direttore sanitario Vittorio Rovere.
L’operazione “Acheronte” è stata condotta dalla Guardia di Finanza della città dei fiori, guidata dal giovane capitano Arianna Rovetto, e si è conclusa ieri con l’esecuzione delle sette misure cautelari e una quindicina di perquisizioni. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno trascorso centinaia di ore ad ascoltare i nastri delle intercettazioni ambientali e a visionare i filmati delle telecamere nascoste in alcuni locali dell’istituto, apparecchiature posizionate dopo la denuncia di alcuni familiari sui possibili maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti. Le parole e le immagini raccontano scene agghiaccianti. C’è l’operatore che passa in corridoio accanto ad una vecchina, immobile sulla sedia a rotelle addossata al muro, e all’improvviso, senza mostrare apparentemente alcuna emozione, le sferra una gomitata in pieno volto, continuando a camminare. E l’infermiera, o un’altra operatrice, che per spogliare un’anziana, anche lei costretta sulla carrozzella, la afferra per i capelli, strattonandola come una bambola di pezza.
L’elenco degli orrori è lungo. Si va dal “semplice” gesto di scaraventare gli ospiti dal letto alla sedia a rotelle, alla pulizia delle loro parti intime con acqua gelida, quando non vengono lasciati sporchi dei loro escrementi, l’odore coperto con una spruzzata di deodorante per ambienti. Fino allo “strappo” del pannolone, o alla punizione del buio: l’abbandono dell’anziano in corridoio, a luci spente, per decine di interminabili minuti.
Gli stessi investigatori delle Fiamme Gialle, così come il procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone e il sostituto Paola Marrali, che ha coordinato le indagini, ammettono di essere rimasti choccati da molte delle immagini girate di nascosto. E se hanno deciso di diffondere soltanto quelle meno crude, c’è davvero da rabbrividire.
Ciò che accadeva nell’ospizio-lager è descritto nelle settanta pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari, Maria Grazia Leopardi. Comprese le possibili vergognose attenzioni di un operatore nei confronti di alcune donne anziane al momento di fare loro il bagno, altra vicenda di cui la direttrice sarebbe stata al corrente.
Nell’inchiesta, sono finite anche le morti sospette di due donne, risalenti ad alcuni anni fa, non oggetto di indagine. La prima si riferisce al decesso di un’ospite per un ictus cerebrale, due mesi dopo che uno degli indagati le aveva rotto sulla testa un piatto, procurandole un taglio chiuso con 15 punti di sutura. La seconda, riguarda la morte di un’altra anziana intossicata dai farmaci, tanto da causarle un’insufficienza respiratoria. Farmaci forse somministrati durante un’epidemia di scabbia nella struttura. Ieri, durante il blitz, sono arrivati anche i carabinieri del Nas di Genova. Hanno scoperto 700 presidi sanitari scaduti e posate pronte per essere usate, ma ancora coperte di residui di cibo. Un altro orrore da aggiungere all’elenco.