TECNOFOBIA – Cadoinpiedi
25 Gennaio 2012TECNOFOBIA – Cadoinpiedi.
Inizia il prossimo 1 Febbraio al Parlamento europeo l’iter dei due provvedimenti che mirano a tutelare la privacy degli utenti del web, garantendone il ‘diritto all’oblio’. Le norme, volute dalla commissaria Viviane Reding, suscitano già dubbi e perplessità.
Dunque, anche giganti come Google e Facebook dovranno adeguarsi alla normativa, oppure è una battaglia già persa?
“La nuova disciplina che l’Unione Europea è intenzionata a varare, sebbene non se ne conoscano ancora i dettagli, riguarderà evidentemente tutti i fornitori piccoli e grandi di servizi on line e allo stesso modo tutti i soggetti che ospiteranno contenuti di terzi anche sui propri blog, sulle proprie piattaforme di condivisione del contenuto. Che questo possa bastare per cambiare le regole tecnologiche e culturali di stratificazione dell’informazione on line, lo scopriremo strada facendo. Ma in questa fase è almeno lecito dubitarne.”
Come commenta le anticipazioni dei regolamenti? Sembra che certe norme valgano solo per il mondo digitale…
“L’impressione in questo momento, non conoscendo le singole disposizioni della nuova disciplina europea, è che una certa tecnofobia possa avere guidato la mano del legislatore dell’Unione Europea, che sembra fare fatica a comprendere che le nuove tecnologie sono protagoniste di una rivoluzione culturale. Nel tempo, realisticamente, ci abitueremo a convivere con una memoria più lunga da parte della Rete e allora non è detto che la cosa più auspicabile sia quella di una legge che ordini, ammesso che sia possibile a Internet di dimenticare. Magari diventeremo persone migliori e la società sarà migliore anche perché tutti quanti saremo costretti, strada facendo, a fare i conti con il nostro passato. Bisogna stare secondo me molto attenti a introdurre regole diverse per il digitale rispetto al vecchio mondo degli atomi, e soprattutto a pretendere di governare rivoluzioni così importanti come quella che stiamo vivendo in questo periodo a colpi di norme che affondano le loro radici in tradizioni del passato.”
La questione della data portability sembra più materia di Antitrust. L’auspicio è che l’identità digitale delle persone diventi indipendente dalle major…
“Sono assolutamente convinto che il cuore del problema sia una ragione di carattere di mercato, di antitrust, di quello stiamo discutendo anche se la porta di ingresso è quella della nuova disciplina sulla privacy. Trovo sacrosanto che nel momento in cui si discute della proiezione dell’identità personale in digitale, io debba rimanere tanto padrone della mia identità da poterla tirare fuori da una banca on line e presentarla in una diversa banca on line. Quindi è corretto ipotizzare che qualsiasi scelta da parte dell’utente non sia irreversibile e che io possa in ogni momento cambiare il mio fornitore di servizi on line e chiedere indietro i miei dati e trasferirmi altrove. E’ una conquista dell’era moderna quando si parla di servizi finanziari e di servizi di comunicazione, di telecomunicazione: dopo la number portability, nel suo piccolo, non vedo perché non dovremmo cominciare a ragionare anche di una data portability grazie alla quale, nel tempo, la mia volontà di essere presente su una piattaforma possa essere rivista a favore di un’altra piattaforma. E’ un beneficio per il mercato e soprattutto per i cittadini digitali, che potranno sentirsi di nuovo liberi di viaggiare nello spazio telematico portando con loro per quanto possibile sotto il profilo tecnologico tutti i frammenti della loro identità.”
Quali scenari si delineano se la nuova normativa venisse approvata?
“Ci sono sicuramente enormi vantaggi legati se non altro all’uniformità di questa disciplina nei diversi paesi dell’Unione. Il contesto attuale è oggettivamente incompatibile con la natura promozionale di Internet: è impensabile che nel nostro navigare attraverso piattaforme on line si debba fare i conti con un sistema normativo così frastagliato come quello attuale in materia di privacy. Tuttavia, a mio avviso, ci sono anche dei rischi dietro l’angolo che sono legati a questa idea di onnipotenza e soprattutto di supremazia rispetto alle tecnologie e alle rivoluzioni culturali che da sempre accompagna il legislatore. Internet è un fiume in piena, che si arricchisce ogni giorno di nuovi affluenti che provengono da ogni parte del globo. Bisogna fare enorme attenzione a evitare di ergere degli argini normativi che sono destinati a crollare rovinosamente producendo effetti pericolosi per tutti, perché potremmo ritrovarci, nel vecchio continente, a essere confinati su un’isola analogica, mentre magari il mondo intorno va più veloce.
Il tema del diritto all’oblio va affrontato davvero con le pinze, non esistono posizioni precostituite e soprattutto dal mio punto di vista non si può pensare banalmente a un’equazione uno a uno, per cui se ieri ricordavamo poco, anche nel mondo di domani dovremo necessariamente ricordare poco. Attenzione a profetizzare delle amnesie di massa o collettive o delle iniezioni di amnesia per la Rete, molti dei dati che sono on line sono destinati a restare on line perché attraverso quei dati gli uomini del futuro leggeranno e apprenderanno la nostra storia che non sarà più scritta sui libri di carta.”