TMNews – Giustizia/ Severino: ora più efficienza. Scontro su prescrizione
29 Gennaio 2012La protesta degli avvocati contro le liberalizzazioni
Roma, 29 gen. (TMNews) – Nel giorno della protesta degli avvocati contro le liberalizzazioni, che hanno disertato le cerimonie distrettuali di inaugurazione dell’anno giudiziario, o come a Napoli hanno abbandonato l’aula con la bocca coperta da un cerotto, il ministro della Giustizia Paola Severino ha rilanciato la sua promessa di riforma della giustizia basata sull’efficienza, l’innovazione tecnologica e la revisione della geografia giudiziaria. Ma all’ombra del processo Mills, vicino alla prescrizione ma anche a una possibile condanna in primo grado di Silvio Berlusconi per corruzione, l’ipotesi di una modifica legislativa per allungare i termini di estinzione del reato alimenta uno scontro strisciante tra le forze politiche che sostengono il Governo Monti.
Prima a citare la questione, in una intervista ieri al Messaggero, proprio la guardasigilli: “Il tema della prescrizione non è un tabù”, ha osservato, ma “bisogna valutare se il problema della prescrizione rappresenti la causa o la conseguenza della lentezza della giustizia”. Insomma, il rischio impunità per certi reati, a partire proprio dalla corruzione, potrebbe anche essere ridotto rendendo la macchina della giustizia più veloce. Come? Il ministro la sua ricetta l’ha esposta partecipando alla cerimonia di Catania, “un esempio virtuoso, dimostrativo – ha affermato – del fatto che il recupero di efficienza della giustizia prescinde dalle localizzazioni geografiche”. Secondo Severino l’innovazione organizzativa, tecnologica, informatica e digitale “è il futuro della Giustizia; un futuro in linea con i migliori sistemi giudiziari europei”. Un percorso “non semplice né agevole” per il quale ha promesso “un razionale piano di investimenti”.
Sulla centralità del tema della prescrizione hanno messo ieri l’accento in molti, dal presidente della Corte d’Appello di Roma Giorgio Santacroce, che ha ricordato le critiche dell’Europa agli “effetti dannosi della prescrizione nei processi per corruzione”, al presidente dell’Anm Luca Palamara, che ha sottolineato “un clima politico sicuramente diverso rispetto agli ultimi anni” invocando “il coraggio di mettere mano alla disciplina della prescrizione”. Ma l’intervento forse di maggior peso contro “ogni ipotesi di abuso del processo” è venuto dal presidente della Corte d’Appello di Milano, Giovanni Canzio: “Non è sostenibile – ha scritto nella sua relazione – l’attuale disciplina sostanziale della prescrizione del reato perché induce premialità di fatto, incentiva strategie dilatorie della difesa, implementa oltre ogni misura il numero delle impugnazioni in vista dell’esito estintivo”.