Case in saldo alla casta di giudici e funzionari| Liguria | Genova| Il SecoloXIX
18 Febbraio 2012Genova – In teoria erano appartamenti riservati «a giovani ingegneri pubblici alle prime armi, e dallo stipendio basso». Sono diventati le dèpendance in pieno centro (gratis o quasi) di magistrati e funzionari, con redditi abbondantemente superiori ai 100 mila euro l’anno. Senza che nessuno, men che meno i diretti interessati fra i quali l’attuale procuratore regionale della Corte dei conti, sappia spiegare il criterio con cui venivano assegnati.
Bisogna partire da viale delle Brigate Partigiane numero 2, per ripercorrere un’italianissima storia di privilegi e zero trasparenza, finita al vaglio della Procura nei dossier di un’altra inchiesta. Nell’edificio dove ha sede il Provveditorato regionale alle opere pubbliche (emanazione ligure del ministero delle Infrastrutture, nel mirino dei pm per un giro di tangenti) un gigantesco appartamento all’ultimo piano – il settimo – fu frazionato nel 1998 in sei locali di dimensioni fra i 30 e i 50 metri quadrati. L’idea originaria era di destinarli gratis a neoassunti del Provveditorato. Nel tempo si sono trasformati in un buen retiro di dirigenti, super-togati e ben retribuiti dipendenti.
Il Secolo XIX è entrato in possesso del documento che mette nero su bianco una serie di situazioni (perlomeno) anomale. Perché, per esempio, l’attuale procuratore regionale della Corte dei Conti ligure Ermete Bogetti, il capo dei giudici contabili che devono indagare sugli sprechi di denaro pubblico, si è goduto 28 metri quadrati dal 20 marzo 2003 al 31 ottobre 2008, pagando 134 euro al mese sebbene in quel periodo lavorasse a Torino? Bogetti risponde pacato: «Feci domanda, me lo diedero…». In realtà tocca un altro tasto dolente, poiché in alcuni casi non fu nemmeno necessario chiedere qualcosa per iscritto a qualcuno.
Come fece il protagonista di un altro caso-limite: Luigi Calvanese, ingegnere del Provveditorato che solo di “premi produzione” rasenta i 50 mila euro all’anno (oltre allo stipendio, s’intende). E che, parole sue, è «provvisorio» con la moglie in 46 metri quadrati dal 1999. Quanto ha pagato? Zero per i primi sei anni, 202 euro al mese fino all’anno scorso, di nuovo zero da un annetto circa. E perché? «Non si sa più a chi pagare…». Non è uno scherzo. Quei locali, inclusi dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti in un piano di vendita per far cassa, sono entrati nel patrimonio del Fip, Fondo immobili pubblici riconducibile al dicastero dell’Economia e partecipato dalle banche. E però la destinazione al momento resta l’«uso governativo».
Case in saldo alla casta di giudici e funzionari| Liguria | Genova| Il SecoloXIX.