E’ uscito Sinistra al voto, il secondo video-racconto di “Tunisia. Frammenti di una rivoluzione“, a cura di Alessandro Doranti e Filippo Del Bubba, reportage di un mese di viaggio nel paese nordafricano. Il video racconta la vigilia delle elezioni e in particolare l’attesa nei bar e nelle sedi dei partiti della disarticolata sinistra tunisina.
Siamo a pochi giorno dal fatidico 23 ottobre, quando oltre 7 milioni di tunisini sceglieranno tra 116 partiti e centinaia di candidati indipendenti i 217 membri della futura Assemblea Costituente. La rivoluzione del gennaio 2011 ha avuto il merito di esautorare gran parte delle figure appartenenti al vecchio regime, ma il paese è ancora lontano dall’interpretare le spinte innovatrici sostenute dalle nuove generazioni. Il clima di grande euforia che si respira negli affollati caffè della rue Bourguiba, sorvegliata dalla massiccia presenza dei soldati, convive con la crescente frustrazione di chi, a un anno dalla rivolta, non accetta un forzato ritorno a una normalità che significa assenza di lavoro e di riforme sociali.
Il passato scorre nei ricordi degli oppositori del regime. Nel video, gli autori incontrano Dali Habib, vecchio militante del Partito Comunista, che nel suo bar del centro ricorda come ha pagato la sua opposizione a Ben Ali e come oggi immagina l’avvenire dell’organizzazione a cui fa riferimento. Ma la sinistra, scesa nelle strade al fianco della rivoluzione, si presenta divisa all’appuntamento elettorale.
La telecamera entra nella sede del POCT, il partito comunista dei lavoratori, nato nel 1986. Un partito, raccontano i suoi militanti, un tempo accusato di estremismo, e che ha vissuto in clandestinità fino alla rivoluzione. Il portavoce ufficiale, Hamma Hammami, professore e intellettuale è stato più volte imprigionato dal regime di Ben Ali. Da una sede di partito all’altra, gli autori incontrano Abderraouf Ayadi, futuro segretario generale del CPR (Congrès pour la République), formazione laica di centro-sinistra. Il portavoce racconta senza mezzi termini la complicità dell’Italia nel sostegno alla dittatura di Ben Ali e quella sovranità per anni compromessa dalle ingerenze dell’Europa.
Ma mentre la sinistra istituzionale è spezzettata in vari partiti, artisti e militanti della sinistra alternativa hanno uno spazio di riferimento nell’Underground, locale di rue de Marseille. Gli autori intervistano il gestore Dhafer Neji, che da anni e contro la volontà del regime, porta avanti uno spazio per la cultura marginalizzata, in un ambiente senza sfarzose mobilie, e in cui discutere e ritrovarsi “significa già fare qualcosa di importante la nuova Tunisia”, a livello politico, artistico e culturale.
La prossima clip, che uscirà tra circa 15 giorni, entrerà direttamente nelle giornate delle elezioni, racconterà la vittoria di Ennhada e le proteste per i presunti brogli. Poi l’ottica della telecamera si sposterà verso sud.
Il progetto al momento è ospitato da YOUng, un nuovo portale di infotainment, che attraverso il crowd funding, tenta di finanziare inchieste e reportage. Iscrivendosi al canale youngvideoteam di youtube, è possibile seguire passo dopo passo le uscite.
(red.)