Giglio, svuotato il secondo serbatoio Il relitto a un passo dall’abisso – Il Mattino

15 Febbraio 2012 0 Di luna_rossa

Giglio, svuotato il secondo serbatoio Il relitto a un passo dall’abisso – Il Mattino.

L’ad di Costa Crociere Foschi sentito dai pm di Grosseto
La nave poggia solo su due speroni di roccia

ISOLA DEL GIGLIO – È terminato lo svuotamento del secondo serbatoio della Costa Concordia, che conteneva 500 metri cubi di carburante, svuotati alla velocità di 8 metri cubi all’ora. Nei serbatoi di prua c’è il 67% del carburante presente nella nave. E sono iniziate le operazioni di svuotamento del terzo serbatoio.

Lo svuotamento. «Se le condizioni meteo-marine rimarrano buone come in questi giorni – ha dichiarato l’ammiraglio della Capitaneria di porto di Livorno Ilarione Dell’Anna- nell’arco di 3-4 giorni saranno completate le operazioni di svuotamento dei primi 6 serbatoi della Costa Concordia, dopodiché le operazioni si fermeranno per consentire la flangiatura dei rimanenti 9 serbatoi. Al momento non si registrano sversamenti di nessun genere in mare e le operazioni di defueling non hanno influenzato o alterato la stabilità della nave».

La stabilità del relitto, aggrappato alla secca della Gabbianara all’Isola del Giglio, appare sempre più compromessa. Nonostante le rassicurazioni offerte nei giorni scorsi, la nave starebbe collassando sotto il suo stesso peso. Lo scrive oggi “Il Tirreno”. Il quotidiano parla di risultati di un ulteriore sopralluogo sullo scafo compiuto da tecnici e scienziati nella giornata di sabato: la nave della Costa Crociere, con le sue 140mila tonnellate di stazza, sarebbe ormai poggiata con il fianco su due soli spuntoni di roccia che la sostengono a poppa e a prua. E nello scoglio di granito che la vincola a poppa si sarebbe aperta una lunga crepa all’altezza della base, scrive ancora il quotidiano toscano. «Sono segnali inequivocabili di un collasso delle strutture», commenta uno degli ingegneri navali al lavoro sull’isola spiegando al giornale, sotto il vincolo dell’anonimato, che «le deformazioni dello scafo sono dovute non alle mareggiate e al maltempo, ma alle forze gravitazionali cui è sottoposta la nave in quella posizione innaturale».

Foschi. Gli inquirenti hanno sentito come persona informata sui fatti l’amministratore delegato di Costa Crociere Spa, Pierluigi Foschi. Oltre agli aspetti organizzativi interni a Costa Crociere, all’attenzione degli investigatori ci sono nel dettaglio questioni relative sia alla rotta tenuta dalla nave comandata da Francesco Schettino (in particolare rispetto all’inchino davanti al Giglio), sia ai tempi e i modi relativi all’allarme generale e all’ordine di abbandono della nave dato dopo l’urto contro gli scogli e le gravissime avarie che ne conseguirono. A Foschi verrebbe chiesto di ricostruire queste fasi.