Il Riformista – De Benedetti, editore sano da 4 euro a pezzo

17 Febbraio 2012 0 Di luna_rossa

Il Riformista.

di Marcello Del Bosco

Giornali. L’ingegnere vuol togliere i finanziamenti alle testate minori “perché c’è puzza di cadavere”

Nella foto: Carlo De Benedetti

Durante una pausa del suo ventennale risiko per scalare la leadership di un partito, l’ing. De Benedetti ha trovato tempo e voglia di scagliarsi contro i piccoli giornali auspicando una “soluzione finale” che faccia tabula rasa. «Per favore, togliamo i finanziamenti all’editoria laddove l’editoria non sta in piedi da sola. Non si tengono in piedi i morti, perché c’è puzza di cadavere» ha tuonato l’ingegnere, candidandosi al ruolo di becchino-capo. Tanto più che dai quotidiani defunti si può ereditare qualche lettore vivente.
Ora, che a De Benedetti tutti i discorsi sul pluralismo, sulla libertà di informazione, sull’esigenza di un paese civile di avere il massimo di voci libere e non condizionate dai poteri forti, facciano un baffo non è proprio una sorpresa. Avete banche? Conti in Svizzera? Siete soci di multinazionali? No? E allora state zitti e non rompete gli zebedei.
Più interessante è capire cosa intenda l’ingegnere per “editoria sana”, lui che con la ristrutturazione di Repubblica (prepensionamenti e contratti di solidarietà a iosa) i suoi contributi pubblici li ha incassati da un pezzo, e che continua a ricevere sgravi fiscali e altri contributi.
Ancor meglio.
Qualche settimana fa a un giornalista della Gazzetta di Modena, Giovanni Tizian, è stata assegnata una scorta per le minacce ricevute dopo le sue denunce. Sotto silenzio è passata però quella parte della storia in cui il cronista – nel pudico imbarazzo sindacale – raccontava di essere pagato quattro euro a pezzo dal giornale (di proprietà del gruppo editoriale che fa capo a De Benedetti). Mistero svelato. Si potesse tornare allo scudiscio, alle catene e al manganello, l’editoria sarebbe florida e opulenta.
Un ex stretto collaboratore dell’ingegnere, per inquadrare l’uomo, raccontava l’aneddoto del giovane e rampante imprenditore che licenzia l’anziano tutore da un umile impiego di contabile. E di fronte ai lamenti del vecchio (che ricorda di avergli salvato la vita, di averlo fatto studiare ed arricchire e di essere il padrino dei suoi figli) il giovanotto sbotta: «Già, ma cosa hai fatto per me negli ultimi tre mesi?».
Grazie, comunque, a Carlo De Benedetti per aver voluto mostrare di quale pasta è fatto. Nei salotti più radical-chic non vedevano l’ora di aprire il dibattito sulla concezione liberal- democratica nel secolo nascente: con argomenti forti.