Liberalizzazioni, vertice tra Monti e i segretari – Italia – l’Unità
12 Febbraio 2012
Per Mario Monti sarà probabilmente più semplice mettere d’accordo tre segretari che 315 senatori. Soprattutto considerando che gli inquilini di Palazzo Madama hanno presentato circa 2400 emendamenti, in media sette a testa, per intervenire sul decreto liberalizzazioni. E così il premier, reduce dalla trasferta negli Stati Uniti, si prepara ad affrontare la nuova sfida valutando la strada della fiducia per mettere ordine nella selva emendativa targata Pd&Pdl e si appresta a incontrare entro lunedì sera Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani. Il Presidente del Consiglio, che dovrebbe trascorrere il week end a Milano, sa di dover ascoltare i tre pilastri della sua maggioranza.
La prima data utile – confrontando le agende dei leader – sembra quella di domani sera, ma è più probabile che il summit possa tenersi al rientro di Monti a Roma, previsto lunedì. Il Professore, nel frattempo, incassa un primo segnale di disponibilità, proveniente dall’Udc. È Casini infatti ad annunciare la disponibilità a ritirare gli emendamenti. E a gettare acqua sul fuoco ci pensa anche la relatrice Simona Vicari (Pdl), che promette: «Il testo sarà rispettato, c’è un’intesa Pd-Pdl», capace a suo dire di raggiungere una convergenza in commissione senza escludere la fiducia in Aula. Eppure ad ascoltare Maurizio Gasparri e Anna Finocchiaro, l’interesse di Pd e Pdl resta solo quello di «migliorare» e «rafforzare il decreto», mentre dal Terzo Polo si sposa una linea differente: Poche correzioni o è preferibile la fiducia.
Nell’agenda dei tre segretari non c’è solo lo spinoso capitolo delle liberalizzazioni. Alfano, Casini e Bersani dovrebbero incontrarsi – almeno secondo quanto annunciato – per fare il punto anche sulla legge elettorale, dopo i primi incontri tra le rispettive diplomazie. Il clima di confronto potrebbe agevolare il compito, ma da Milano si addensano nubi capaci di modificare la situazione nel volgere di una sentenza. È quella che riguarda Silvio Berlusconi e il processo Mills. Il rischio di una condanna ha spinto oggi i big azzurri, da Fabrizio Cicchitto a Paolo Bonaiuti fino a Gasparri – senza contare il fuoco di fila di numerosissimi parlamentari – a intervenire senza giri di parole, denunciando un clima da «tribunale speciale» e sollecitando l’intervento del Csm.
Ma mentre si avvicina la sentenza del processo milanese che chiama in causa l’ex premier, c’è già chi propone di non archiviare nel 2013 l’era inaugurata dal nuovo presidente del Consiglio. Si tratta del terzo Polo. È il portavoce Udc De Poli a dire ‘in chiaro’ quanto diversi terzopolisti sussurrano da settimane: nel 2013 i moderati, confluiti in un nuovo contenitore post-bipolare – potrebbero sostenere l’esperienza di un Monti bis, indicando una volta chiuse le urne proprio l’attuale inquilino di Palazzo Chigi come candidato alla guida del governo.
Liberalizzazioni, vertice tra Monti e i segretari – Italia – l’Unità.