Le foibe raccontate agli italiani nell’obbrobrio storico della “giornata del ricordo”, non ci può far dimenticare che è stata istituita dal governo di centrodestra per trasformare gli aguzzini fascisti in martiri.
Svanita la possibilità di vedere legittimato il fascismo e con esso la repubblica di salò, riconoscendo il titolo di combattenti ai fucilatori di partigiani, agli incendiari di paesi e città, assassini di cittadini innocenti appartenenti ad ogni fede o a genti diverse, si sono riproposte le foibe usando macroscopici falsi storici, allo scopo di nobilitare vent’anni di regime dittatoriale spietato e l’ideologia che insieme al nazismo è stata l’esaltazione dell’altra monumentale menzogna, la superiorità di una fantomatica razza nel cui nome si sono bruciate le vite di quaranta milioni di uomini di tutto il mondo, olocausto preceduto da quelle leggi razziali che sono state e saranno sempre la vergogna del nostro paese.
Per giudicare cosa sono state le foibe dobbiamo guardare al lavoro degli storici veri, non alla propaganda dei fascisti in pensione che cercano di mascherare la loro vocazione sotto false vesti.
Le foibe sono state usate come tombe degl’ignominia sin dal 1919, pochi mesi dopo la fine di quel carnaio che fu la prima guerra mondiale nella quale il patriottismo fu la scusa per giustificare quattro anni di inaudito massacro di vite umane. In quella terra appena liberata iniziò la pulizia etnica in nome di un nazionalismo che era fascista già prima della fondazione ufficiale del fascio.Le lingue slovena e croata vennero fatte sparire dalle scuole italiane, quelle gestite dalle due etnie vennero chiuse, come accadde anche alle scuole ebraiche alla firma delle leggi razziali. Furono devastati e chiusi circoli, gruppi sportivi, biblioteche, spogliati di ogni avere piccoli industriali e artigiani, centinaia di famiglie vennero gettate brutalmente sulla strada a morire di fame.
Quando il fascismo divenne regime, le persecuzioni assunsero l’aspetto sinistro della morte e davanti a centinaia di cittadini innocenti si spalancò l’abisso delle foibe. Innumerevoli furono gli sloveni, i croati e gli antifascisti italiani gettati dentro quei profondi buchi nella terra dopo un colpo di pistola alla nuca. La prima gloriosa impresa venne compiuta a Strugnano, vicino Trieste, quando ebbri di alcool e ferocia i fascisti spararono dal treno in corsa ai bambini di una scuola slovena che giocavano all’aperto e fu strage.
Fino al 1940 gli “infoibamenti” si susseguirono in un lento, micidiale stillicidio, ma questa pratica inumana diventò ecatombe nei cinque anni della guerra.
Nei villaggi bruciati (un dato significativo furono le 19.500 case incendiate e distrutte, mentre quelle bruciate parzialmente, 17.000), nelle foibe e nella Risiera di San Sabba vennero assassinati 45.000 tra italiani, ebrei e non, sloveni, croati, rom e sinti. Sulla Risiera canta il poeta fascista, Carolus Cergoli: “Su, femo i bravi, in fondo xe un brusar ebrei e slavi”, mentre i deportati nei campi di sterminio furono 95.700. Gli storici affermano che le atrocità e gli infoibamenti non conosciuti si aggirarono sui 10.000 assassinati soltanto a Trieste. Dal 3 aprile 1944 al 28 aprile del 1945 le cifre ufficiali parlano di 5.000 assassinati e in quegli anni sono da ricordare le atrocità compiute contro i prigionieri a Villa Triste
Nessuno nega che dopo la liberazione centinaia di fascisti e fra essi anche civili innocenti finirono infoibati, la vendetta non è mai giusta, è un’atrocità, ma il contesto creato dai vent’anni di barbaro nazionalismo e dai cinque anni di guerra caratterizzati dalle atrocità nazifasciste è stato semplicemente innominabile e che oggi si parli delle foibe come del martirio degli italiani compiuto dai partigiani comunisti, come ho ascoltato alla tv nella pubblicità sulla “giornata del ricordo”pagata dallo stato, è drammaticamente ridicolo e getta anche una luce sinistra sulle istituzioni repubblicane che con questi atti dimostrano una storica complicità con il fascismo.
Sono martiri i 168 aguzzini di Villa Triste tutti infoibati? Sono martiri i fascisti catturati con le armi in pugno e riconosciuti come incendiari, borsaneristi, stupratori, assassini di cittadini innocenti massacrati mentre si incendiavano le loro case?
I dati che abbiamo citato sono ufficiali, mentre il “giorno della memoria” intende sovvertire i fatti della storia e nobilizzare i carnefici, indicandoli come cittadini innocenti vittime della barbarie comunista. Ci vuole parecchia ghigna, ma i fascisti di ieri e di oggi, si sa, ne hanno sempre avuta da vendere e coloro che un giorno furono comunisti li hanno aiutati creando una giornata che cancella la realtà di una barbarie che furono gli itaiani ad inaugurare e che durò ben venticinque anni.
Otello Chelli