Rainews24.it-Misure cautelari alternative al carcere per lo stupro del branco

3 Febbraio 2012 0 Di ken sharo

Sentenza della Cassazione

Nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non e’ piu’ obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell’indagato, ma puo’ applicare misure cautelari alternative. Insorgono le esponenti di maggioranza e opposizione. Telefono Rosa: “Un ennesimo passo indietro”.

La Corte di Cassazione a RomaLa Corte di Cassazione a Roma

Roma, 02-02-2012

” In caso di violenza di gruppo il giudice puo’ applicare all’indagato in attesa di processo la misura alternativa al carcere. Lo ha evidenziato la Cassazione (terza sezione penale, relatore Luigi Marini) recependo una sentenza della Corte
Costituzionale del 2010 che ha previsto l’applicazione delle misure
alternative al carcere per i reati sessuali.

In particolare, la Cassazione, occupandosi di una violenza di gruppo su una minorenne avvenuta a Cassino, ha accolto il ricorso di R.L. e di L.B. nei
confronti dei quali il tribunale di Roma, il 5 agosto 2011, aveva confermato la custodia in carcere.

Nel caso in questione gli ‘ermellini’ spiegano che “l’unica interpretazione compatibile con i principi fissati dalla sentenza 265 del 2010 della Corte Costituzionale e’ quella che estende la possibilita’ per il giudice di applicare misure diverse dalla custodia carcerare anche agli indagati sottoposti a misura cautelare per il reato previsto all’art. 609 octies c.p.”.

In pratica, la Cassazione ha recepito il dettato della Corte Costituzionale come pure quello della Corte si Strasburgo che prevedono la custodia cautelare per gli
indagati di criminalita’ organizzata e di reati di mafia.

Una sentenza impossibile da condividere, contro le donne, che manda un
messaggio sbagliato”. Cosi’ Mara Carfagna, deputata Pdl ed ex ministro per le Pari Opportunita’, sulla sentenza della Cassazione che consente i domiciliari per i responsabili di uno stupro “di gruppo”. “Le aggravanti per i reati di violenza sessuale furono introdotte proprio per evitare lo scempio della condanna senza un giorno di carcere per chi commette un reato grave come questo”, ricorda Carfagna. “Il Parlamento, che ha sostenuto il disegno di legge da me
presentato con voto bipartisan, aveva voluto condividere un messaggio chiaro: tolleranza zero contro la violenza sulle donne, che non e’ un reato di ‘serie B’ “, conclude Carfagna.

“Una sentenza lacerante, che fa discutere”. Barbara Pollastrini, del Pd, definisce cosi’ la pronuncia della Cassazione che cancella l’obbligatorieta’ del carcere nel reato di violenza sessuale di gruppo. “Perche’, da una parte si intuiscono le ragioni legate agli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (liberta’ personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione. Ma, per quanto mi riguarda, finisce per stridere innanzi a quel reato cosi’ disumano e annichilente”. “Il punto non e’ volersi vendicare ma poter avere fiducia che si compia sino in fondo giustizia. Leggero’ con attenzione la sentenza della corte – conclude l’ex
ministro per le Pari opportunita’ – ma, ora, il mio pensiero va a quella giovane donna e insieme a lei alle altre che sono state offese e violate”.