Rainews24.it-Monti: capisco le tensioni, ma non esagerate

3 Febbraio 2012 0 Di ken sharo

Vertice a Palazzo Chigi con i segretari di partito

 

Convocato ufficialmente per fare il punto sulla strategia europea del governo, l’incontro è diventato l’occasione per riflettere anche sui rapporti tra governo e maggioranza.

 

Mario MontiMario Monti

Roma, 02-02-2012

La lettura è che “è stato un voto contro i magistrati e non contro il governo”. Ma certo quanto accaduto oggi alla Camera sulla legge comunitaria, con il Pdl che vota
insieme alla Lega sull’emendamento che introduce la responsabilità civile dei magistrati, qualche campanello d’allarme a palazzo Chigi lo ha fatto scattare, soprattutto per il cammino dei provvedimenti in cantiere: liberalizzazioni e riforma del lavoro in primis. Tanto da diventare uno dei temi dell’incontro avuto da Mario Monti con i segretari dei partiti Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini.
Durante il quale il premier avrebbe spiegato di “comprendere” le difficoltà dei partiti, ma sottolineando come non si possa esagerare per non rischiare di compromettere il percorso avviato nel Paese.

Ufficialmente convocato da tempo per fare il punto sulla strategia europea del governo, il vertice coi segretari è diventato l’occasione – spiegano fonti parlamentari – per riflettere anche sui rapporti tra governo e maggioranza dopo lo scivolone parlamentare di oggi. Non che nel governo ci sia preoccupazione per la tenuta dell’esecutivo, “non crediamo sia quella ad essere in discussione”, spiega un membro del governo. Ma certo si vuole verificare se l’episodio di oggi sia davvero solo un ‘sussulto’ della politica, abbastanza “trasversale”, verso la magistratura. Perchè a palazzo Chigi non è sfuggito che da soli Pdl e Lega non avrebbero potuto far passare l’emendamento Pini sulla responsabilità civile dei magistrati. E dunque la
lettura è appunto quella di una reazione del Parlamento verso le toghe.

Ma certo, il rischio di un riavvicinamento tra Pdl di governo e Lega d’opposizione c’è, e soprattutto – spiega una fonte dell’esecutivo – c’è la preoccupazione che questo “possa indurre il Pd a tenere un atteggiamento più rigido su altri temi, a partire dalla riforma del mercato del lavoro”. Da qui la necessità di disinnescare sul nascere le tensioni, con il premier – riferiscono fonti parlamentari – che ha nuovamente cercato di individuare una ‘regola’ di comportamento in Aula e più in generale sul percorso dei provvedimenti del governo. Perchè il premier “comprende” le fibrillazioni nei partiti, ma “non può accettare – spiegano dal governo – che queste mettano a rischio il lavoro dell’esecutivo che, come dimostra la discesa dello spread, sta dando i suoi frutti”.

Dal Pdl, spiegano fonti del partito, Monti ha avuto dunque l’assicurazione che non è in gioco la sopravvivenza del governo, ma si è anche sottolineato che sui temi ‘identitari’ del partito non si può cedere del tutto. Ecco allora che prende corpo la
soluzione tecnica individuata dal ministro della Giustizia Paola Severino per rimediare all’incidente di oggi: la norma sui magistrati dovrà essere espunta dalla Comunitaria, perchè si potrà affrontare la questione in un provvedimento più consono.

Resta il fatto che sui provvedimenti attualmente in Parlamento qualche rischio in più c’è. Tanto che oggi si è discusso a lungo, nel vertice, anche di liberalizzazioni e riforma del Lavoro, di cui hanno parlato sempre a palazzo Chigi anche il ministro del
Welfare Elsa Fornero, il suo predecessore Maurizio Sacconi, i capigruppo del Pdl Cicchitto e Gasparri. E il Pdl ha chiarito che su entrambi gli argomenti non rinuncerà alle proprie priorità.

Un clima, quello nella maggioranza, che ha fatto passare in secondo piano le polemiche sulla “monotonia” del posto fisso, quando in realtà il premier avrebbe solo voluto gioire per l’ulteriore discesa dello spread. E comunque la frase sul lavoro
Monti vorrebbe farla dimenticare il prima possibile: nessuna precisazione, nessuna risposta alle tante dichiarazioni di oggi, solo la sottolineatura – negli ambienti di palazzo Chigi – che si tratta di una frase estrapolata da un ragionamento più ampio, e che non è stata colta nel “vero” spirito con cui è stata pronunciata: “Basta rileggere l’intero periodo per capire che non era una battuta, era un ragionamento sulla nuova realtà del mondo del lavoro”.

 

 

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