Rainews24.it – Povertà e disuguaglianza, benvenuti in Italia

13 Febbraio 2012 0 Di luna_rossa

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Poverta’, Istat: in Italia colpisce 11% famiglie. Al Sud e’ al 26%. L’Italia presenta un alto grado di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi assieme a Spagna, Grecia, Portogallo e Regno Unito.

Manifestazione contro la povertàManifestazione contro la povertà

Roma, 13-02-2012

Nel 2010, in Italia, le famiglie in condizione di poverta’ relativa sono 2 milioni
734 mila (l’11 per cento delle famiglie residenti), corrispondenti a 8 milioni 272 mila individui poveri, il 13,8 per cento dell’intera popolazione. Lo si legge nel secondo Rapporto sulla Coesione sociale diffuso da Inps, Istat e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il 10,2 per cento delle persone vive in famiglie a bassa intensita’ di lavoro, dove cioe’ meno del 20 per cento del tempo teoricamente disponibile e’ impiegato in attivita’ lavorative. Questo dato si spiega anche con la prolungata convivenza con i genitori dei giovani 18-34enni in cerca di occupazione. Nel corso degli anni, la condizione di poverta’ e’ peggiorata per le famiglie numerose, soprattutto per quelle con figli minori e residenti nel Mezzogiorno, per le famiglie dove convivono piu’ generazioni e per quelle con un solo genitore.

Nel 2010, l’incidenza della poverta’ relativa raggiunge il 28 per cento fra i minorenni se questi vivono con i genitori e almeno due fratelli (e’ al 10,7 per cento se si fa riferimento alla poverta’ assoluta), mentre supera il 33 per cento (11,8 per cento nel caso della poverta’ assoluta) se vivono in famiglie con membri aggregati.

La poverta’ relativa, si legge ancora nel rapporto, mostra i piu’ evidenti segnali di miglioramento fra gli anziani. Tuttavia, una vulnerabilita’ in termini economici permane soprattutto nel Mezzogiorno, dove l’incidenza della poverta’ relativa non scende al di sotto del 26 per cento (7 per cento per la poverta’ assoluta).

Nel 2010 i paesi Ue-15 che mostrano “i tassi più preoccupanti di grave deprivazione materiale sono la Grecia (11,6%), il Portogallo (9%) e l’Italia (6,9%)”. Al contrario, in Finlandia, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Lussemburgo la quota di persone coinvolte in situazioni di disagio economico grave è inferiore al 3%.

L’indicatore sintetico “Europa 2020”, che considera le persone che sono a rischio di povertà o di esclusione sociale (perchè vivono in famiglie materialmente deprivate o a bassa intensità lavorativa), nel 2010 è superiore al 22% in sei paesi: Grecia, Portogallo, Italia, Spagna e Regno Unito. È più contenuto nei
paesi scandinavi, in Austria e nei Paesi Bassi.

In Italia, in particolare, il rischio di povertà o di esclusione sociale “è relativamente maggiore per le famiglie con tre o più figli, soprattutto se minori, e per quelle monogenitori”. La situazione delle coppie con figli non tutti minori “appare più o meno critica in relazione alla partecipazione al mercato del
lavoro di almeno due percettori di reddito”.