‘Ndrangheta e politica, le intercettazioni che fanno tremare il Pdl in Lombardia – Milano – Repubblica.it

25 Ottobre 2012 0 Di ammiano marcellino

‘Ndrangheta e politica, le intercettazioni che fanno tremare il Pdl in Lombardia – Milano – Repubblica.it.

Agli atti dell’inchiesta milanese che ha portato in carcere 19 persone le telefonate fra i boss e l’ex assessore regionale Zambetti. Negli audio anche la richiesta di un servizio d’ordine per la Minetti e i ringraziamenti per i voti a Sara Giudice, la ‘rottamatrice’ del centrodestra
di DAVIDE CARLUCCI e SANDRO DE RICCARDIS

 

'Ndrangheta e politica, le intercettazioni che fanno tremare il Pdl in LombardiaDomenico Zambetti, ex assessore regionale alla Casa. Le telefonate tra l’ex assessore lombardo alla Casa, Domenico Zambetti, e il boss della ‘ndrangheta Eugenio Costantino. I ringraziamenti dell’ex presidente del consiglio comunale di Milano, Vincenzo Giudice, agli ‘ndranghetisti per i voti fatti confluire sulla figlia Sara, candidata alle comunali del 2011. Le richieste ai clan del sindaco di Sedriano, hinterland di Milano, per organizzare un servizio d’ordine a protezione di Nicole Minetti, il consigliere regionale pdl che deve partecipare a una manifestazione politica in paese. Agli atti dell’inchiesta del pm Giuseppe D’Amico (Dda di Milano), che ha portato in carcere 19 tra presunti ‘ndranghetisti, colletti bianchi e politici che avrebbero ricevuto i voti dei clan, ci sono anche gli audio delle telefonate tra gli indagati.

Tra l’ex assessore Zambetti e il boss Costantino, per esempio, il tono è familiare: per l’accusa, i clan avrebbero fatto confluire sul politico del Pdl circa quattromila preferenze, pagate da Zambetti 50 euro l’una. Voti in cambio di denaro, ma anche della promessa di futuri appalti regionali e per le opere pubbliche legate all’Expo, di raccomandazioni all’Aler, l’ente che gestisce il patrimonio di case pubbliche in Lombardia, di posti di lavoro.
Grazie al “patto politico-mafioso” con i clan calabresi di Milano e dell’hinterland – scrive il gip Alessandro Santangelo – Zambetti ha conquistato uno degli assessorati più ambiti, quello alla Casa. Il politico deve ora rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio con uomini dei clan.

Zambetti sarebbe in “rapporti forti e risalenti nel tempo con la criminalità organizzata calabrese”. Il gip parla di “contiguità mafiosa” del politico e di “conseguente disponibilità all’illecito”. A costruire per lui una perfetta macchina elettorale sono Giuseppe D’ Agostino e Eugenio Costantino, due tra i presunti ‘ndranghetisti arrestati. Il primo fa parte dei Morabito-Bruzzaniti-Palamara, clan da tempo radicati a Milano; il secondo è legato ai Di Grillo, impiantati nell’hinterland intorno a Magenta. D’ Agostino si presenta come “il portavoce” della ‘ndrangheta, l’uomo che “effettuava concretamente la raccolta dei voti”. Nelle carte anche il voto di scambio con Vincenzo Giudice, ex presidente pdl del consiglio comunale di Milano, indagato per i voti dei clan fatti confluire sulla candidatura della figlia Sara.