NENA NEWS | NEAR EAST NEWS AGENCY | Confermate le condanne ai medici di Manama
1 Ottobre 2012NENA NEWS | NEAR EAST NEWS AGENCY | Confermate le condanne ai medici di Manama.
Oggi la Cassazione del Bahrain ha rigettato l’appello di 9 medici arrestati con l’accusa di aver partecipato alle proteste anti-regime del 2011. Nel silenzio dell’Occidente
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adminSito
lunedì 1 ottobre 2012 11:26
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Dalla redazione
Roma, 01 ottobre 2012, Nena News – La Corte di Cassazione del Bahrain ha rigettato oggi l’appello presentato da nove medici dell’ospedale di Manama, condannati alla prigione con l’accusa di aver “occupato” l’ospedale e di avervi nascosto delle armi durante le manifestazioni anti-governative dello scorso anno. Oggi la Corte ha confermato le sentenze, che vanno dai cinque anni ad un mese di prigione. Due medici sono stati condannati a 15 anni in contumacia, perché fuggiti all’estero. Soddisfazione negli uffici del governo, che spera in questo modo di chiudere il caso, che lo scorso anno aveva attirato dure critiche contro la petromonarchia del Golfo e un regime vecchio di due secoli. Venti medici sciiti erano stati arrestati a marzo del 2011, a seguito delle proteste in Piazza della Perla – dove, secondo Amnesty International, le forze governative avrebbe ucciso 4mila persone, nel silenzio dell’Occidente. A settembre un tribunale speciale anti-oppositori li aveva condannati a pene dai 5 ai 15 anni di prigione. Tra i condannati anche diverse donne. I medici lavoravano tutti al Salmaniya Medical Complex di Manama, assaltato dalle forze di sicurezza dopo il blitz di metà marzo a Piazza della Perla, epicentro delle proteste esplose a metà febbraio e stroncate dalla sanguinaria repressione del regime filo-occidentale del re al Khalifa. I medici, secondo l’accusa, avrebbero “occupato con la forza” l’ospedale e avrebbero nascosto all’interno armi e coltelli. Inoltre, i venti medici avrebbero “incitato all’odio contro il re, istigato all’odio settario, distrutto proprietà pubbliche e partecipato a raduni con l’obiettivo di mettere a rischio la sicurezza e commettere crimini”. Ma le dure critiche ricevute da organizzazioni internazionali e governi occidentali, aveva spinto il re Hamad al Khalifa a fare un passo indietro e ad annullare le condanne. Tra le voci levatesi a favore dei medici bahraniti quella del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che aveva criticato condanne penali a scapito di persone che in giorni di sangue e morte stavano prestando il loro dovere. Così, le autorità giudiziarie del Bahrain avevano rivisto la decisione, annullando la sentenza della speciale corte di sicurezza che stava perseguendo i civili ritenuti colpevoli di aver messo in pericolo la stabilità del regime. Il procuratore generale del Bahrain, Ali Alboainain, dopo aver visionato le carte, aveva optato per spostare il caso e portarlo di fronte a giudici ordinari. E oggi arriva la conclusione dell’iter giudiziario: nove dei venti medici tornano dietro le sbarre. Di nuovo, nel silenzio dell’Occidente che guarda timoroso a Teheran, “dimenticando” le violazioni quotidiane dei diritti umani compiute dagli alleati nel Golfo. Nena News