Alfano solo nel bunker Nessuno crede a primarie Pdl – Italia – l’Unità
10 Novembre 2012Mini-riunione sulle regole. Ma senza altri candidati. Crosetto e Alemanno superano il segretario nei sondaggi.
Il giorno dopo la scossa tellurica che ha squassato il Pdl, le posizioni in campo sono plasticamente riprodotte dalla diversa ubicazione dei protagonisti. Alfano è nel bunker di via dell’Umiltà con i fedelissimi Daniele Capezzone e Gregorio Fontana a lavorare sul famoso regolamento delle primarie che è lungi dall’essere pronto. Ne esce, in camicia azzurra con il primo bottone slacciato e libreria simil-Billy dell’Ikea alle spalle, per lanciare un toccante appello su You Tube: «Saranno regole semplici, trasparenti, aperte a tutti. Primarie per la premiership. Ogni vostro contributo sarà decisivo. Speriamo di riaccendere la fiamma nel cuore degli elettori ».
Per non commuoversi Silvio Berlusconi è già ripartito, lasciando le italiche desolazioni per il resort kenyano del suo amico Flavio Briatore. E gli altri eventuali candidati alle primarie sono ognuno per i fatti suoi, ancora indecisi se correre davvero. «Il 99% dell’apparato rema contro – confida un dirigente – Prima di andare a schiantarsi verso la figuraccia della vita è comprensibile un attimo di riflessione». Mentre alla domanda su quante possibilità ci siano che l’evento vada in porto un parlamentare risponde secco: «Zero».
Tutti, peraltro, sono molto seccati perché si aspettavano un tavolo allargato per dare la luce verde finale e invece si vedono messi in un angolo dai «dioscuri » del delfino.Edunque, la situazione per il partito lanciatosi sull’(auto) strada della «deberlusconizzazione» è molto complicata.Asurriscaldare il clima ha contribuito anche il sondaggio commissionato dal Cavaliere alla Ghisleri e sventolato giovedì all’ufficio di presidenza: sul parametro della «fiducia » vincerebbe Crosetto con il 76%, seguito da Alemanno con il 60%, da Alfano con il 40%, Formigoni al 35% e Santanché al 20%. Ma a livello di notorietà Daniela-Nikita supererebbe Alfano. Non proprio risultati incoraggianti per il segretario. Che infatti si è blindato per definire paletti e campagna.
Ma che le primarie più pazze del mondo si facciano è tutto da vedere. In campo (per ora virtualmente) c’è di tutto. Santanchè vorrebbe proporsi in chiave anti-montiana e rottamatrice, con il programma di azzerare gli organismi dirigenti e abbassare le tasse al 30% «purché le paghino tutti». Bella sterzata rispetto a quando proponeva agli italiani lo sciopero fiscale contro la prima rata dell’Imu. Guido Crosetto, detto lo «Shrek azzurro» per la stazza e apprezzato per la schiettezza, si è preso il weekend per sciogliere la riserva. Dubbi anche per Galan, alfiere del partito del Nord che vuole «meno tasse, meno Stato e più libertà»maanche «vedere i moduli per la raccolta firme». L’unico che scalpita è il sindaco «formattatore » Cattaneo, privo di peccati originali e ben piazzato nei poll interni. Da tempo chiede rinnovamento, limite dei mandati parlamentari, decisioni più trasparenti. La novità è che il grande fermento nell’area ex Anha riportato a parlare di due candidature: Giorgia Meloni e, nonostante le smentite, Gianni Alemanno.
E gli outsider?Adifferenza del Cavaliere, il partito non li gradisce. La discussione se candidare solo iscritti al Pdl è ancora viva. Di certo non il vulcanico Samorì: «Ha fatto un altro partito e ha detto che se perdesse non sosterrebbe il vincitore. Si è auto-escluso lui» spiegano soddisfatti da via dell’Umiltà. Affetto ricambiato dal “Silvio mignon”: «Se il Cavaliere mi appoggiasse ai notabili verrebbe una sincope». Anche la ipotetica discesa in campo di Federico Martinetti, uno dei titolari del marchio Grom – il «gelataio» sprezzantemente indicato da Alfano durante la riunione – si è rivelata panna montata: «Né io né altri pensiamo di lasciare l’azienda».
Intanto la deadline del 16 dicembre si avvicina pericolosamente. La bozza di regolamento al momento prevede primarie all’americana, con «caucus», ovvero assemblee provinciali scaglionate – una o due regioni alla volta – per scegliere i grandi elettori. Seggi ovunque, dai club alle polisportive. Tendenzialmente si accetteranno anche candidati esterni al Pdl purché sottoscrivano la carta dei valori del centrodestra e si impegnino a sostenere il vincitore. Ma è chiaro che l’idea di rilanciarsi come «grande movimento popolare» è una pia illusione. Chi si misurerà sa che a fare la differenza sarà la struttura che ancora (r)esiste sul territorio. Se avrà voglia di mobilitarsi. Per l’occasione Quagliariello, Sacconi e Roccella – tre firmatari del manifesto neocon – hanno lanciato in tutta Italia comitati pro-Alfano. Si tratterebbe di circoli legati alla rivista «l’Occidentale» e alla fondazione Magna Carta che fanno capo al vicecapogruppo al Senato.
Alfano solo nel bunkerNessuno crede a primarie Pdl – Italia – l’Unità.