Election day il 7 aprile, il governo rinvia Lazio, Cancellieri: «Decide la Polverini» – Il Messaggero
10 Novembre 2012Relazione del ministro: «Non abbiamo poteri coercitivi». La governatrice potrebbe essere presto ascoltata dal Cdm
ROMA – Mario Monti deciderà entro una decina di giorni il destino delle elezioni nel Lazio, Lombardia e Molise. E lo farà dopo aver esplorato l’opinione del capo dello Stato, dei presidenti di Camera e Senato e dei leader di Pdl, Pd e Udc.A palazzo Chigi smentiscono che il professore sia favorevole all’election-day, cioè sull’accorpamento del voto regionale con quello delle elezioni politiche il 7 aprile. Ma ieri, in Consiglio dei ministri, l’argomento è stato affrontato e discusso. Decidendo per un rinvio alla prossima riunione del governo il varo dell’eventuale decreto che dovrebbe accorpare regionali e politiche.
Il dossier è stato aperto dal ministro degli Interni. Anna Maria Cancellieri ha svolto una relazione in cui ha evidenziato che il governo non può intervenire sulla questione più scottante: la data del voto nel Lazio. E questo in quanto, in base alla riforma dell’articolo quinto della Costituzione e alla successiva modifica dello statuto regionale da parte del Lazio, «il governo non ha poteri coercitivi» per imporre la data del voto. Invece l’esecutivo ha voce in capitolo sulla data per la Lombardia e il Molise: due regioni che non hanno modificato lo statuto e quindi lì è ancora il prefetto a decidere.
Dopo la relazione si è aperto il dibattito. Qualche ministro ha chiesto: «Possibile che non possiamo fare nulla?». La Cancellieri ha allargato le braccia. Ha ribadito che il potere di decidere il voto è nelle mani della Polverini: «Sono norme costituzionali e non possiamo che prenderne atto». E ha riferito, il ministro degli Interni, di essere stata informata dalla governatrice del Lazio che sta tardando per «un motivo molto pratico»: la riduzione del numero dei consiglieri da 70 a 50.
Monti ha chiuso il giro di tavolo annunciando che nei prossimi giorni sentirà la Polverini. Potrebbe anche scattare un invito perché la governatrice relazioni in Consiglio dei ministri. Dall’entourage di Monti garantiscono che il professore non ha ancora un’opinione sulla questione. Questa sarà il frutto dell’esito della verifica presso il Quirinale e i vertici istituzionali di Camera e Senato e i leader dei partiti.
Ad movimentare la giornata a palazzo Chigi è stato anche il caso di Francesco Saverio Marini avvocato di Renata Polverini presso il Tar dove si decide, appunto, quando votare nel Lazio. Marini, però, era anche capo della segreteria del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà.
E questo avrebbe spinto alcuni leader del Pd a protestare, di buon mattino, direttamente con Monti. L’equivoco è stato chiarito in tarda mattinata quando Catricalà ha diffuso la lettera di dimissioni di Marini. Da qui un comunicato di palazzo Chigi: «In relazione ad alcune notizie di stampa, la Presidenza del Consiglio dei ministri comunica che già in data 2 novembre 2012 il professor Marini si era dimesso, per motivi personali, dall’incarico di capo della segreteria tecnica del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio e che il sottosegretario in data 5 novembre aveva comunicato agli uffici l’accettazione delle dimissioni».