Ergastolo e cannabis: Umberto Veronesi parla delle cose che i politici nascondono sotto il tappeto

22 Novembre 2012 0 Di luna_rossa

Ergastolo e cannabis: Umberto Veronesi parla delle cose che i politici nascondono sotto il tappeto

di Paolo Sollecito

Qualcosa di nuovo e frizzante si è inserito nell’apatia dell’attuale dibattito politico tutto volto alla salvaguardia degli interessi di bottega e alla tutela della classe dirigente.

Umberto Veronesi, oncologo di fama mondiale, nel giro di dieci giorni ha introdotto con coraggio due questioni fondamentali per la nostra società come l’istituzione dell’ergastolo e la legislazione proibizionista nell’ambito delle sostanze.

Per quanto riguarda il “fine pena mai”, ha dichiarato che «L’ergastolo si basa sulla convinzione che un criminale non sarà mai recuperabile, invece le neuroscienze ci dimostrano che si può riportare alla convivenza civile anche il più incallito dei delinquenti».

In un’epoca forcaiola come questa non è cosa da poco anche perché, aggiungiamo noi, dietro il carcere a vita si celano decine di persone abbandonate a sé stesse, detenuti che sarebbero dovuti uscire da anni, ma che l’ignoranza, la mancanza di contatti sociali e la disattenzione istituzionale, relegano all’abbandono fisico e umano nelle celle.

L’esternazione dell’oncologo milanese nasce dal dibattito dentro “Scienze for Peace-Fondazione Umberto Veronesi” sulla pena di morte «La nostra convinzione è che andrebbe chiamata “assassinio di Stato”, perché uccidere un criminale è un modo per legittimare la violenza, e non può che creare una spirale negativa nella società. Ma esiste anche un’altra forma di pena di morte: l’ergastolo».

Dopo queste dichiarazioni è stato ospite della trasmissione “Volo in diretta” su Rai 3, di Fabio Volo, puntata rivolta completamente alla canapa.

In un’intervista molto informale ha prima ricordato le applicazioni terapeutiche della cannibis, ha poi parlato con semplicità degli effetti ricreativi e dell’efficacia delle politiche aperte in giro per il mondo e infine si detto «favorevolissimo alla legalizzazione perche il proibizionismo non serve, non diminuisce l’uso e aumenta il costo alimentando il mercato nero».

Due temi fondamentali, dicevamo pocanzi. La dignità di un Paese, la sua umanità, si vede anche dal rapporto tra cittadini, repressione e politiche formali, ma questo è un tema scomodo, che non porta voti e forse ne sottrae.

Non si può però andare avanti decenni denunciando sempre le stesse cose e senza fare nulla per cambiare la situazione.

I gironi infernali che sono oggi le carceri italiane, ingolfate dal proibizionismo sulle “droghe”, devono cessare.

Se qualcuno nel mondo della sinistra ha ancora questa sensibilità provi a mettere fuori la testa dalla sabbia.

 

Ergastolo e cannabis: Umberto Veronesi parla delle cose che i politici nascondono sotto il tappeto.