Grillo piace agli esclusi d’Italia – l’Espresso

6 Novembre 2012 0 Di ammiano marcellino

Grillo piace agli esclusi d’Italia – l’Espresso.

Il boom del Movimento 5 Stelle affonda le sue radici in chi si sente tagliato fuori dai privilegi, dalle sicurezze economiche, dai posti di potere economico e mediatico. Una massa in crescita con la recessione. Parla la politologa Sofia Ventura
(05 novembre 2012)
Un movimento che parla agli esclusi. Dunque anzitutto ai giovani, «i più esclusi di tutti». E che somiglia – per qualche verso e con le dovute differenze – all’operazione elettroshock di Matteo Renzi sul centrosinistra. E’ nel suo «messaggio di rottura», la chiave del successo di Grillo, secondo la politologa Sofia Ventura. Ed è così che si spiega quel seguito, impensabile per i partiti tradizionali, che i Cinque stelle ottengono nella fascia degli under 45, secondo uno studio pubblicato sul “Mulino”: 70 per cento fino alle amministrative di primavera, 55 dopo (quando l’aumento dei consensi ha allargato la base di riferimento). Con candidati sconosciuti, ingegneri o geometri la cui totale inesperienza politica è vissuta come un punto di forza, e appartenenti a un’altra generazione: alle amministrative l’età media dei 101 candidati alla guida delle città era 38 anni; Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma, ha 39 anni; 37 ne ha Giancarlo Cancelleri,il candidato presidente in Sicilia; 32 Roberto Castiglion, il primo sindaco di M5S eletto a Sarego; 27 quello di Mira, Alvise Maniero.

Il 64enne Grillo ha la rottamazione incorporata. Spiega Ventura: «Chi non ha mai saputo cosa fossero i diritti dei lavoratori, o comunque vive in pieno la crisi dello stato sociale, come le ultime generazioni, è più sensibile al discorso di frattura con l’esistente portato avanti dal suo movimento. E lo è anche se poi – come è – al messaggio dirompente non seguono proposte concrete, reali. E’ lo stesso meccanismo che vale anche in Europa, per i movimenti populisti che in pieno crollo del Welfare raccolgono larghi consensi tra i giovani, provenienti dalla destra come dalla sinistra. E vale a maggior ragione in Italia, dove alla crisi economica si affianca quella del sistema politico». Elettori di qualunque estrazione che finiscono per rivolgersi ai Cinque stelle «non tanto perché si sentano traditi dal partito di provenienza, quanto perché non vi trovano risposte soddisfacenti ai disagi che vivono».

 

Il lavoro instabile , i soldi che mancano, uno Stato che chiede ma non dà. «In un momento come questo, le persone hanno bisogno di rassicurazioni, semplicità, parole d’ordine. E Grillo gliele offre: retorica complottarda, logica del noi e loro, nemici da sbaragliare. Con un linguaggio diretto, comprensibile, che coglie nel segno». Ed è tutto diverso rispetto ai politici che «sembrano parlare tra di loro e vivere in un altro mondo. Lui ha invece la capacità di porsi dal punto di vista del cittadino medio: sa interpretare un malessere profondo, ed esprimerlo secondo il senso comune ». Una semplicità, quella del capo politico del M5S, che è sconosciuta, dice Ventura, ai Casini, Fini, Bersani, ma non dissimile da quella di Silvio Berlusconi «il primo che ha portato in politica l’abitudine a farsi capire».

Sofia VenturaSofia Ventura Tramontata l’era di Arcore, l’unico paragone possibile, nell’attualità, è con Matteo Renzi, il sindaco di Firenze: «Sia lui che Grillo utilizzano linguaggi che arrivano in modo diretto, pur nella diversità. E rispondono a una domanda di innovazione, presentandosi come fattori di rottura con il sistema preesistente: l’uno nel centrosinistra, l’altro a tutto campo