La Stampa – La lunga notte di Gaza sotto le bombe
21 Novembre 2012La tregua slitta. Raid a ripetizione. In città via la luce, niente internet
Francesca Paci (inviata a Gaza)
E’ stata una notte molto lunga a Gaza. Per ore ieri si è inseguita e sperata la notizia della tregua interpretando le esplosioni che si intensificavano, bombardamenti israeliani e razzi lanciati frequentissimamente da Gaza, come la prevedibile polveriera prima del cessate il fuoco.
Si parlava di uno stop alle armi imminente, uno stop che sarebbe durato il tempo necessario a far sedere gli avversari al tavolo del negoziato, nel frattempo la marina e l’aviazione israeliana bombardavano a raffica dal mare e dal cielo (il mio albergo, uno dei tre vicinissimi dove sono tutti i giornalisti, è praticamente sulla spiaggia) e i miliziani lanciavano da qui tutto quanto possibile a metterli in una posizione di forza per le trattative (stessa tattica israeliana). Un botto da terra e poi una specie di suono/fischio indica il razzo lanciato da qui, l’inverso (suono/fischio e poi botto) indica un raid. A un certo punto si susseguivano a distanza di dieci minuti.
Poi verso mezzanotte è stato chiaro che non ci sarebbe stata nessuna tregua, che le parti si accusavano a vicenda della responsabilità del ritardo, che i colpi a ripetizione non erano propedeutici ad alcun cessato il fuoco e che sarebbero andati avanti tutta la notte. E’ stato così infatti, e lo conferma il bilancio della notte che, secondo fonti palestinesi, è di 15 morti (36 da ieri all’ora di pranzo) e almeno 200 feriti. Alle due di notte il Gran Palace, il mio albergo, ha tremato.
E’ andata via la luce, niente internet. Abbiamo visto un lampo dalle finestre del corridoio, su cui tutti eravamo accorsi, e fuoco. C’e stato un bombardamento nella strada di fronte, 300 metri da qui, (stamattina si capisce che è stata colpita una zona aperta da cui è possibile siano stati lanciati razzi e c’è una Opel Corsa nera bruciata accanto al marciapiede). Tutti sappiamo che nessun posto è sicuro in questo momento a Gaza però, quando ci sei in mezzo è diverso (ieri è stato colpito un ufficio dell’Afp).
Non è piacevole leggere stamattina che su internet c’è chi ha ironizzato sulla paura dei giornalisti (che avrebbero Twittato in tempo reale cosa stava accadendo) dicendo che tutto sommato gli asciugacapelli non sono stati danneggiati. Ovviamente non c’è paragone tra noi e le famiglie di Gaza che stanotte hanno avuto morte e distruzione.
Però poteva succedere ovunque, e comunque siamo qui per provare a raccontare come possiamo questa crisi e oltre ai rischi ci prendiamo gli insulti di chi regolarmente ci giudica di parte, di una parte o dell’altra. Molti di noi hanno deciso di dormire nella reception al piano terra, c’erano alcuni vetri rotti dall’esplosione ma sembrava ok.
Il ronzio fortissimo e continuo dei droni è andato avanti fino a stamattina e mentre si torna a parlare di tregua forse per stasera (altra giornata di esplosioni?), e mentre Hamas denuncia Israele per aver proposto una “inaccettabile” lunga tregua prima di discutere, e mentre arriva la lista dei target colpiti nella notte (ancora il ministero dell’interno di Hamas, un ufficio di polizia a khan younis, i tunnel di Rafah), e mentre le sirene d’allarme hanno ripreso a suonare nelle bersagliate città israeliane di Ashkelon, Eshkol, Beer Sheva, Riprende, per ora meno intenso, il boom, boom, boom.