L’Italia minaccia il veto sul bilancio dell’Europa. Il ministro Moavero alza la voce.
20 Novembre 2012Il ministro Moavero Milanesi
L’Italia alza la voce e minaccia di mettere il veto impendendo l’approvazione del Bilancio dell’Ue. Oggi, martedì 20 novembre, il ministro per gli Affari Europei, Enzo Moavero, ha detto senza mezzi termini che se i negoziati in corso fra i ventisette sul quadro di bilancio pluriennale 2014-2020 producessero un accordo “dannoso per il nostro paese e troppo gravoso per i concittadini”, Roma sarebbe pronta a bloccarne l’approvazione. Moavero ha parlato a margine del Consiglio per gli Affari Generali, che si è tenuto a Bruxelles in vista del vertice di giovedì e venerdì di questa settimana che dovrà esaminare la questione. Quella sul quadro finanziario 2014/2020, ha ricordato Moavero, è una decisione “che si prende all’unanimità” aggiungendo che “ogni paese ha una parola che pesa”. La decisione finale, ha detto ancora, “spetta al presidente del Consiglio”, ma “se lo scenario ci porterà a un disequilibrio eccessivo per il nostro paese” Roma potrebbe “votare contro un bilancio che risulta dannoso per l’Italia e per i contribuenti”.
Che Palazzo Chigi non fosse contento di come stavano andando le cose sul bilancio Ue, era stato chiaro già dalla scorsa settimana, quando l’ambasciatore Nelli Feroci, uno dei negoziatori di Roma, aveva bocciato la proposta presentata dal presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, accusandola di non contribuire “positivamente alla ricerca di un compromesso in cui tutti gli Stati membri possano riconoscersi». La proposta Van Rompuy riduce di 75 miliardi di euro il budget di Bruxelles, che inizialmente prevedeva un tetto di 1.033 miliardi di euro. Aggiungendo gli strumenti fuori bilancio, (fondo di solidarietà, fondi di sviluppo e il fondo di adeguamento alla globalizzazione), il taglio sarebbe di oltre 80 miliardi.
La proposta ha spaccato i grandi paesi europei in due blocchi, da un lato quelli del Nord e la Gran Bretagna, dall’altro Italia e Francia. Secondo gli osservatori, la proposta di Van Rompuy strizzerebbe più l’occhio a Gran Bretagna e Germania, che chiedono una stretta al bilancio comunitario. L’Italia, invece, sarebbe penalizzata nella distribuzione dei fondi di coesione (ridotti di 29,5 miliardi complessivamente), e in quelli per l’agricoltura. Moavero non ha solo minacciato il veto per far pendere maggiormente il piatto della bilancia verso le richieste italiane. Ha anche ventilato la possibilità, come hanno fatto altri grandi Paesi (Germania, Gran Bretagna, Olanda e Svezia) , di chiedere uno sconto sui contributi di Roma al bilancio europeo (l’Italia è un contributore netto per 5 miliardi). Comunque, ha detto Moavero, per approvare il bilancio i tempi tecnici sono ancora lunghi, fino a marzo.
Fortemente critica nei confronti della proposta Van Rompuy, è stata nei giorni scorsi Confindustria. L’associazione degli imprenditori aveva chiesto di non tagliare i fondi per le grandi reti infrastrutturali per non togliere altre risorse alla crescita. Ma il punto più delicato riguarda i fondi strutturali. Secondo viale dell’Astronomia, i futuri fondi dovrebbero avere, molto più di quanto non sta avvenendo nell’attuale ciclo di programmazione, la capacità di incidere in profondità sui divari interni all’Unione. Per questo Confindustria aveva auspicato l’adozione di programmi in cui fossero chiari fin da subito le azioni da realizzare, i risultati da conseguire, il cronogramma per raggiungerli. Esigenza vitale soprattutto per le imprese del Mezzogiorno, alle prese col permanere di storici ritardi e con la progressiva riduzione delle risorse nazionali da destinare allo sviluppo. Confindustria si era detta decisamente contraria a modifiche immotivate e penalizzanti nei criteri per l’assegnazione delle risorse.
L’Italia minaccia il veto sul bilancio dell’Europa. Il ministro Moavero alza la voce..