Mille case allagate. “Siamo rovinati” – La Nazione
12 Novembre 2012MASSA CARRARA – Acqua alta fino a due metri su tutta la costa. Intere famiglie salve per miracolo
Mi ha salvato mio fratello, io ho perso quel poco che avevo: il bastone, i soldi, i vestiti e qualche mobile
Massa Carrara, 12 novembre 2012 – UN BOLLETTINO di guerra. La bomba d’acqua che si è abbattuta nella notte di sabato anche su Massa ha fatto danni ovunque. Difficile fare un bilancio: quasi tutti i corsi d’acqua della pianura (tra cui il Ricortola, il Cocombola e il Fescione) sono esondati. Sono oltre mille — stima il sindaco Roberto Pucci — le case che hanno avuto allagate taverne, scantinati o il piano terra. Nella zona a mare dell’autostrada, al confine con Carrara, molte famiglie si sono messe in salvo solo grazie all’intervento di gommoni della protezione civile: per ore le strade sono rimaste come fiumi.
Decine le piccole frane e gli smottamenti sul Candia e in montagna (tra cui uno a Lavacchio, lontano però dalle case), con danni alla viabilità pubblica oltre che alle proprietà private. A Mirteto sono crollati o pericolanti alcuni piccoli ponti. Le ordinanze di evacuazione sono scattate per ora in pochi casi (tra cui Casette, per una casa minacciata da una frana) ma centinaia di famiglie — soprattutto nella zona di Casone e Ricortola ma anche a Romagnano, San Lorenzo e Mirteto — hanno comunque lasciato le loro abitazioni: i più hanno trovato ospitalità da parenti e amici, per un’ottantina di persone ha provveduto il Comune sistemandoli all’hotel Annunziata e a Villa Serena mentre la palestra della Bertagnini ospita una decina di senegalesi. Nella stessa palestra il Comune ha allestito il centro di raccolta per chi non potesse restare a casa (info 0585 490375). Alcuni locali della scuola Bertagnini avevano temporaneamente ospitato già nella notte di sabato persone allontanate da abitazioni allagate o soccorse lungo le strade trasformate in fiumi (tra cui via Foce, via Aurelia e via delle Pinete) perché rimaste imprigionate nelle auto. La protezione civile del Comune e della Provincia, nonostante l’allerta meteo fosse moderato, hanno operato ininterrottamente dalla sera di sabato. Molte persone vittime dell’alluvione hanno lamentato di «non aver visto nessuno» ma in realtà gli interventi dei tecnici degli enti locali, dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine sono stati centinaia ma è stata data la precedenza alle situazioni in cui vi fosse pericolo per le persone.
IN ATTESA di un quadro completo da parte delle istituzioni, ieri mattina abbiamo raccolto testimonianze sui luoghi del disastro. C’era ancora acqua alta fino a due metri nelle zone di Ricortola e Casone. Marusca abita con la famiglia al piano terra di una villetta di via delle Pinete, sulla sinistra del torrente Ricortola che è esondato, allagando ovunque. Ora è ospite della madre al piano di sopra: «E’ la seconda volta in due anni — racconta —. Nel luglio 2010 l’acqua ci aveva già rovinato tutto e non ci hanno rimborsato un centesimo. Abbiamo rifatto opere in muratura e pavimenti e ricomprato i mobili. Tutto di nuovo da buttare». Sotto accusa il Ricortola: «Non lo puliscono mai e il ponte di via delle Pinete è stretto. Chi ci amministra è assente e incompetente». Poco lontano abita Giuseppe Pedrinzani: la mamma e i fratelli che stanno al piano terra si sono rifugiati da lui al secondo piano; la casa sembra galleggiare nell’acqua, è al lavoro una pompa che si sono procurati da soli: «Per fortuna alle 2 del mattino abbiamo deciso di spostare le auto in strada, salvandole. Sono affogati i polli e i conigli».
STAVA dormendo tranquillo nel suo letto in via Chiesina del Casone Rachid Dali: alle 2 si è ritrovato con l’acqua al ginocchio. Ha svegliato la moglie Kadija per mettersi in salvo con le due figlie, Fatima di 5 anni e Kawtar di un anno. «Abbiamo chiamato subito vigili del fuoco e carabinieri, intorno a noi galleggiavano i mobili, i vestiti, tutto quanto. Non abbiamo più nulla». La famiglia è stata portata nella notte alla Bertagnini e da ieri, grazie al Comune, è a Villa Serena. Come Aldo Mosti, invalido, anche lui residente al Casone: «Mi ha salvato mio fratello che si è accorto dell’acqua. Ho perso quel poco che avevo: il bastone, i vestiti, i mobili e i soldi. Anche le mutande me le ha date la protezione civile». Via via a Villa serena arrivano altri alluvionati.
LA PAURA ha fatto crescere anche tanta rabbia: tra gli alluvionati c’è chi accusa i soccorsi di ritardo e c’è chi si chiede perché non sia scattata una qualche forma di allarme. A Ricortola c’è chi, per salvare il salvabile, ha dovuto arrangiarsi, facendosi prestare un pattino da uno stabilimento balneare. E anche i volontari della Croce Oro hanno preso in prestito una barca ormeggiata sulle rive del Lavello per soccorrere alcune famiglie, dato che con le Jeep non riuscivano a raggiungere le case alluvionate.
Mille case allagate. “Siamo rovinati” – La Nazione.