Rainews24.it – Sputi , cori e mortaretti davanti alla Sinagoga di Roma
15 Novembre 2012“Fischi, bandiere palestinesi, urla contro Israele, grida pro Saddam e mortaretti. E mille bambini della scuola ebraica bloccati in istituto”.E’quanto avvenuto all’ora di pranzo davanti alla Sinagoga sul Lungotevere, durante il corteo degli studenti secondo il racconto del presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.Ora Pacifici lancia un appello affinchè le manifestazioni non passino davanti alla Sinagoga,”come del resto avviene da 30 anni, dall’attentato in cui rimase vittima Stefano Tachè”.
“Sabato scorso gruppi di estrema destra hanno potuto manifestare e oggi è stato consentito ai manifestanti di passare davanti alla Sinagoga, cosa che non si faceva da trent’anni: c’è come un riflesso incondizionato, per cui quanto si passa davanti alla Sinagoga cominciano sputi, cori, bandiere palestinesi e mortaretti. Se questo è il clima allora che vengano vietate le manifestazioni a Roma”. Lo dice il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, in un messaggio postato sul sito della comunità, commentando i fischi e i cori contro il Tempio Maggiore di Roma di diversi manifestanti in corteo sul lungotevere.
“Fischi, bandiere palestinesi, urla contro Israele, grida pro Saddam e mortaretti. E mille bambini della scuola ebraica bloccati in istituto”. E’quanto avvenuto all’ora di pranzo davanti alla Sinagoga sul Lungotevere, durante il corteo degli studenti secondo il racconto del presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. Ora Pacifici lancia un appello affinchè le manifestazioni non passino davanti alla Sinagoga,”come del resto avviene da 30 anni, dall’attentato in cui rimase vittima Stefano Tachè”.
“A pochi metri dalla Sinagoga – prosegue Pacifici – c’è la scuola ebraica, mille bambini che erano dentro terrorizzati, genitori che non potevano andare a prendere i bambini, disordini, una situazione ingestibile. E il 24 novembre c’è un’altra manifestazione di gruppi di estrema destra. Trent’anni fa si presentarono con una bara vuota che lasciarono davanti l’ingresso del tempio, un mese dopo morì il piccolo Gay Tachè: chiediamo al questore e al prefetto di impedire in futuro il passaggio di manifestazioni nel nostro quartiere”.
“Siamo di fronte a una situazione di isteria collettiva: in questo paese è permesso manifestare e, fortunatamente, è sancito dalla Costituzione, ma se sappiamo che coloro che organizzano queste manifestazioni sono gruppi pregiudizialmente ostili, allora su questo bisogna riflettere”, conclude il presidente della Comunità Ebraica di Roma.