Nel nome del Casaleggio, Beppe Grillo e il Blog Santo
6 Marzo 2013
Premessa: Sfatare i miti
- Il M5S non è nato spontaneamente dal basso: Esso è un prodotto ben ragionato. Il M5S ha sede in un blog proprietario che appartiene a Beppe Grillo, gestito dalla Casaleggio associati, possiamo addirittura consideralo un luogo-virtuale-azienda, a dimostrazione del fatto che non è istituzionale ma privato il sito è pieno di pubblicità. Inoltre il M5S è “cliente” di piattaforme private e a pagamento come Meetup.
- Il M5S non ha vinto grazie al passaparola in rete, ha vinto come qualunque altro partito ancora grazie ai mass media tradizionali che hanno letteralmente rincorso Beppe Grillo, procurandoli estrema visibilità.
- Il M5S ha una struttura verticale. A tale conclusione ci si arriva partendo dal loro Statuto: in base al punto numero 3 Grillo detiene il copyright del contrassegno e nome del movimento, lui, e soltanto lui, ha il potere di vietarne l’uso a chi vuole. Quindi non esiste il “uno vale uno” al suo interno, e siccome tale Statuto è stato scritto da Grillo e Casaleggio, entrambi verranno posizionati al vertice.
- Il M5S va distinto dal vertice, ma è impossibile distinguere la base. A Giugno dell’anno scorso scrissi che, per quanto sia difficile, bisognerebbe distinguere tra i volontari del Movimento 5 Stelle – di cui non metto in discussione la loro buona volontà – e Grillo e Casaleggio. Ciò che è impossibile è distinguere la “base”, al suo interno c’è di tutto, ed è qui dove si trovano le contraddizioni latenti che la retorica “destra e sinistra sono uguali” potrà coprire fino a un certo punto.
A mio avviso, il “capolavoro” è comunicativo e non politico. Il processo messo in atto dai vertici del M5S prevede una disintermediazione (lo scavalcare tv e media), e tutto ciò rientra nel frame che accomuna i giornalisti con la casta. Ma il vero grimaldello comunicativo di Casaleggio è l’essere riuscito a dettare le condizioni comunicative ai mass media tradizionali imponendo ai propri attivisti – nel modo più autoritario possibile – di non dialogare coi media, e riuscendo allo stesso tempo a convincere gli stessi che tale scelta è una faccenda di democrazia dal basso.
In sostanza, ciò che funge da collante e nasconde le contraddizioni all’interno del movimento non sono le posizioni di destra e sinistra insieme, ma l’utilizzare Beppe Grillo, sia come portavoce e quindi come leader esterno, sia come parafulmine, in modo da eclissare qualunque altra voce all’interno del M5S. Mi spiegherò più avanti .
Personalizzazione in politica
- Ronald Reagan, famoso attore, diventato presidente negli anni 80 negli USA
- Berlusconi, imprenditore proprietario di canali di televisione e giornali in grado di garantirgli attenzione mediatica, diventato premier nel 1994 in Italia, con tecniche molto simili a quelle usate da Reagan nel 84.
- Beppe Grillo, attore e comico famoso, personalità mediatica che in questa campagna elettorale ha fatto un tour di dimensioni enormi (come quelle che ha fatto Berlusconi nel ’94), riempendo piazze grazie al suo carisma.
In Principio fu il verbo
Siccome Grillo non è un candidato, pur restandone il leader, il potere viene pilotato da un punto esterno al parlamento. Gli attivisti grillini sono subalterni a Grillo o comunque eclissati da lui.
Perché? Perché il potere e lo status di leader in Grillo derivano dalla sua condizione di portavoce. Nel marasma contraddittorio le decisioni aspetteranno a colui che scriverà sul suo blog proprietario il da farsi, mettendo tutti, apparentemente, d’accordo.
Eclissando la base debole e numerosa, il vertice del M5S possiede il controllo della parola, e si sa, in principio fu la parola.
C’è solo un ostacolo a questa situazione, l’articolo 67 della Costituzione. Esso garantisce libertà di vincolo al parlamentare, e quindi gli toglie potere. Ma ciò non sarà un grosso problema finché il vertice M5S riuscirà a rilasciare i suoi dittami oscurando la base.
Grillo continuerà ad eclissare gli altri come ha fatto finora, la sua condizione di portavoce esterno e non candidabile fa sì che l’attenzione si concentri su di lui facendolo diventare un parafulmine di critiche.
Conseguenze del Leader Parafulmine
- Qualunque attacco a Beppe Grillo risulterà nullo per l’immagine del M5S verso il suo elettorato.
La regola niente TV
Credo che se di “rivoluzione” bisogna parlare, questa non è di tipo politico, ma di tipo comunicativo, e consiste nell’aver costretto i media a seguirli, a rincorrerli letteralmente, facendo in modo di controllare mezzo e forma comunicativa grazie ad internet.
“io non rispondo alle vostre domande – dice Grillo ai giornalisti – io ho il mio blog, scrivo lì“
Nel momento in cui Grillo si rifiuta di andare in televisione, è la Televisione ad andare da lui. Dopotutto i mass media hanno bisogno di procurare informazione ai suoi spettatori. Lo fanno sia per motivi legali – par condicio – sia per motivi di interesse in termini di share.
La posizione verso i media, e in particolare verso la televisione italiana, è molto subdola e ipocrita. Quando i media non parlano del M5S si urla al complotto e si accusa tv è giornalisti di essere servi del sistema, ma se i media concentrano l’attenzione sul M5S vengono ignorati sostenendo che nessuno gliel’ha chiesto, comunicando attraverso i propri mezzi internet e facendosi inseguire costantemente. (Esclusi ovviamente i media stranieri poiché hanno un’influenza e una risonanza minore sull’opinione pubblica italiana, e perché fanno fare bella figura all’estero.)
Il problema è che rincorrendo Beppe Grillo i media si limiteranno a trasmettere solo e soltanto il suo monologo senza contraddittorio.
Come far si che l’imperativo risulti “ragionevole” per gli attivisti? Il vertice del Movimento include giornalisti e stampa all’interno della fantomatica “casta”, dove vengono raggruppati i colpevoli della situazione attuale.
Il fatto è che così come Berlusconi piombò nel ’94 con il suo modo di fare politica “nuovo” per il sistema italiano, e costrinse ai partiti avversari ad adeguarsi al suo format politico-televisivo, ho ragione di credere che allo stesso modo Grillo costringerà agli altri partiti a rapportarsi coi nuovi media in un modo diverso. Ad adeguarsi allo standard imposto da Grillo. Ed è anche uno dei motivo per cui scrissi, più di un anno fa, che Grillo è il “nuovo” Berlusconi.
Il Nuovo che è avanzato
Tuttavia, di “nuovo” in politica, c’è ben poco. Ad iniziare per il discorso post-ideologico di cui già due anni fa avevo accennato le similitudini qualunquiste, simili al pragmatismo del fascismo, ancora più vecchie del discorso di Hitler che va tanto in voga in questi giorni (di cui non si è capito se sia un fake).
Nonostante i contenuti di sinistra, il movimento utilizza modi di destra, come hanno già fatto notare i Wu Ming, il vertice M5S porta avanti dei frame – degli schemi di pensiero – che attribuiscono la colpa delle disuguaglianze a un capro espiatorio, in questo caso: la casta.
È così che il vertice M5S genera la contrapposizione “noi” e “loro”, dove “loro” sono il male, i servi del potere, da attaccare con rabbia, da mandare a casa, mentre “noi” siamo il bene che prenderà il suo posto per una nuova era, “il M5S cambierà il mondo” ha detto il messia Grillo alla BBC pochi giorni fa.
Trovo che non ci sia retorica più pericolosa di quella populista in nome di un cambiamento epocale che parte da premesse fascistoidi.
Antidoti?
Non sono bravo a offrire soluzioni. Forse, per combattere la retorica ecumenica della Chiesa a 5 Stelle dovremmo essere molto “pagani”. Dovremmo chiederci, di volta in volta, quanto sia efficace criticare il personaggio di Grillo e concentrare le attenzioni su di lui. Dubito che Zeus butti le sue saette verso i parafulmini degli edifici. È molto probabile, invece, che punti alle fondamenta, che trovi qualche contraddizione interna e la metta allo scoperto.
Non possiamo sapere con certezza come farà il vertice del Movimento a controllare la base. Forse la pressione che di solito fanno i media, che tanto il M5S ha attaccato, provocherà l’apertura del vaso di Pandora, e molti potrebbero ricevere la sorpresa di trovare soltanto la speranza, sola e disperata.
E magari a quel punto chi ha votato il M5S si renderà conto di essere stato fregato, si rimprovereranno l’uno l’altro e si scorderanno di averlo votato.