
La Giustizia è bendata. E il legislatore rimane cieco
12 Maggio 2013 0 Di riccardo
Di Riccardo Fratini
Il 12 maggio è l’anniversario del referendum sul divorzio. Una vittoria importante – come ricorda “diritti in agenda”del settimanale Donna di Repubblica – dove si tenta di replicare facendo passare anche in Italia una legge sul “divorzio breve”. Con l’attuale legge, occorrono tre anni di attesa tra la separazione legale e lo scioglimento del matrimonio anche se consensuale. Dal nuovo Parlamento, è auspicabile una risposta anche se non si intravede attenzione in merito in tempi brevi.
E,’ invece, del 19 maggio 1975, la riforma del Diritto di famiglia dalla quale viene introdotta la podestà per entrambi i genitori e l’abolizione della dote.
Ancora per tutto il 1980, perdurarono le leggi a favore del matrimonio riparatore e il delitto d’onore tolti solo nel 1981.
Ancora 15 anni di attesa per vedere arrivare la legge contro la violenza sessuale e trasformare lo stupro in reato contro la persona . Non più contro la morale. Siamo nel 1996.
Nel 2009 fu introdotto il reato di stalking.
Ma ancora oggi – nel 2013 – restiamo in attesa di una vera e propria legge contro la violenza sulle donne.
Una violenza che tutti i giorni è sulle pagine di cronaca e dove la mancanza di leggi adeguate non deve e non può tollerarne propaganda e atti. Semmai dovranno assumersi gravi responsabilità le Istituzioni legislative. Dove occorrono leggi a maggiore tutela della persona, il legislatore non può disattendere questo suo preciso impegno.
Parlamento e Senato hanno il dovere politico, civile e morale di dare una risposta adeguata e di sostanziale efficacia per mettere fine a una forma di violenza tanto disattenta quanto ignobile.