Spionaggio moderno: tutti intercettati

23 Ottobre 2013 0 Di riccardo

controllo

Dalla storia dovremmo apprendere quanto le evoluzioni cambino nel corso dei secoli e quanto il progresso, l’emancipazione, la conquista dei valori primari dovrebbero stare al primissimo posto nella ricerca e nella pianificazione per il benessere collettivo da parte di gestioni responsabili alla tenuta di una società civile, etica, democratica.

Con la globalizzazione si è venuti  a creare una dimensione monetarizzata  cinica basata esclusivamente  sul “progresso” plutocrate dettato dal potere finanziario,  e l’innovazione tecnologica in continua espansione ha contribuito al consolidamento di specializzazioni sempre più sosfisticate nel settore informatico.

Se nel XX secolo la dimensione “guerra fredda” era stabilizzata dal controllo reciporoco delle due potenze, adesso questo controllo non esiste più, predominando il caos più totale su  scala internazionale.

Grazie a personasggi come Julian Assange e Edward Snowden il mondo è venuto a conoscenza di tutti i retroscena grotteschi.

In Repubblica di oggi, lo studioso e sociologo francese Alain Touraine, rilascia un’intervista spiegando che l’Europa deve reagire a questo spionaggio che mette in pericolo la libertà di tutti.

Allo studioso – spiega l’articolo – non gli va giù il silenzio che circonda le ultime rivelazioni della Nsa in Francia. “Con la scusa della lotta al terrorismo – spiega il sociologo – vengono raccolte comunicazioni di milioni di cittadini” .

Tra le perplessità di Touraine c’è il timore che potenzialmente tutti possano diventare ricattabili e il suo auspicio è in una mobilitazione dell’opinione pubblica per far pressioni sui governi.

“Gli americani – conclude lo studioso francese – hanno cittadini che denunciano abusi dall’interno del sistema come Bradley Manning con WikiLeaks e Edwardo Snowden ora con il Datagate. Da noi invece il clima soporifero è sia ai vertici dello Stato che dentro la società. Lo scandalo non è in America ma dentro di noi, nella nostra assenza di reazione.”

Da anni ormai assistiamo a disagi sociali in tutta Europa ma le popolazioni, la pubblica opinione tardano a dare risposte efficenti.

Siamo in una fase di intolleranza passiva che può portare davvero a situazioni pericolose.

E’ in gioco la libertà di tutti e l’Europa dovrà convincersi a dare ferme risposte e prendere decisioni che portino  alla chiarezza e al cambiamento delle attuali valutazioni internazionali in ambito di crisi non solo finaziaria.

La “logica mondiale” deve entrare in un concetto di “socializzazione” permanente e dimenticare per sempre la “globalizzazione”.