Il “NUCLEARE BERLINGUERIANO” – Vol. 3 – Il “Caso Ippolito”
7 Novembre 2014Felice Ippolito era un ingegnere e fu tra i primi a dar inizio alle ricerche di uranio in Italia sul finire degli anni Quaranta, fu poi segretario del primo Comitato nazionale ricerche nucleari (CNRN), creato nel 1952, e segretario generale quando il Comitato fu trasformato in Comitato nazionale energia nucleare (CNEN) nel 1960.
Nel dicembre 1955 contribuì alla fondazione del Partito Radicale di Marco Pannella.
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Ippolito divenne il protagonista del programma pubblico che mise in cantiere i grandi progetti delle nuove centrali elettronucleari di Trino Vercellese, Garigliano e Latina.Nell’agosto del 1963 indiscrezioni giornalistiche sollevano dubbi sulla correttezza dell’operato di Ippolito all’amministrazione del Comitato nazionale energia nucleare.
Complottismo? Dossieraggi a mezzo di campagne di stampa? Guerra di Lobby del petrolio che si contrappongono alle borghesie europee? Sicuramente. Ma a RNA NON interessa schierarsi dalla parte di un marciume o dell’altro. Sta di fatto che nei mesi seguenti viene avviata una indagine ministeriale e si occupa della questione Giovanni Leone, che anni dopo diventerà Presidente della Repubblica. Il 3 marzo 1964 viene arrestato per presunte irregolarità amministrative del CNEN. Ne segue un processo discusso, molto sentito dall’opinione pubblica e dalla stampa di allora, che culmina con la condanna di Ippolito a 11 anni di carcere. È il famoso “Caso Ippolito”. Dopo avere trascorso due anni di prigione, riceve la grazia dall’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat (PSDI), mentre nel frattempo il programma nucleare viene recuperato da ENEL, terminata la nazionalizzazione elettrica nel 1963. Dopo questa “avventura” egli si dedica alla promozione della cultura scientifica e tecnologica “contro le manipolazioni demagogiche di poteri politici ed economici” – ovvero – scatenerà a sua volta i SUOI dossier…e…nel 1979 viene eletto deputato al Parlamento Europeo nelle liste del PCI di Berlinguer… Questa la cronologia in sintesi. Vi era un rapporto preciso (oppure no) fra la battaglia contro Felice Ippolito e il CNEN e l’elezione il 28 dicembre del 1964 di Giuseppe Saragat alla presidenza della Repubblica? Non dimentichiamo che quest’ultimo chiese espressamente la convergenza sul suo nome “dei voti di tutti i partiti democratici e antifascisti” dando in questo modo soddisfazione al P.C.I. che esigeva una richiesta esplicita dei propri voti. Senza i suffragi dei sedicenti “comunisti”, infatti Saragat, non avrebbe raggiunto il quorum, per la persistenza di un numero consistente di dissidenti nella D.C.. Cosa c’entrava Felice IPPOLITO col PCI di Berlinguer che lo portò a Strasburgo nel 1979? Sergio Romano (uno dei piu’ grandi occultatori o dispensatori col contagoccia +IVA di verità storiche…) attraverso il Corriere della Sera annacqua ed elude, ma allo stesso tempo butta dei sassi nel lago pubblicando la testimonianza di Vittorio A. Farinelli:
L’ iniziativa fu stroncata mediante l’ utilizzazione – per la prima volta nella storia repubblicana – dello strumento giudiziario. Allora furono i democristiani. Chi di spada ferisce… Vittorio A. Farinelli” Al che, nel delirio nuclear-aziendalista, Romano nella sua risposta, da amico e personale conoscente dell’Ippolito dall’autorevolezza del Corriere della Sera afferma: “È probabile che i democristiani, come lei scrive, abbiano avuto le loro responsabilità, ma anche Giuseppe Saragat, leader dei social-democratici, temeva che Ippolito facesse del Cnen ciò che Enrico Mattei aveva fatto dell’ Agip e diventasse un altro dittatore occulto della politica italiana. Si accorse probabilmente di avere commesso un errore e lo graziò dopo la sua elezione alla presidenza della Repubblica. Per poi in conclusione delirare sul futuro del Nucleare italiano in modo capzioso e tronfio di sicurezza acquisita: (28 febbraio 2009) – Corriere della Sera Come già EVIDENZIATO prima in merito alla condanna ad 11 anni per corruzione e chissà cos’altro, ammesso che vi sia stata una delle tante guerre economiche fra Lobby, per essersi fatto fregare NON era certamente un “santo”: dal momento che fu graziato da uno come Saragat…. Clusone, 1981. Convegno sul problema dell’apertura di una miniera di Uranio a Novazza. Gli antinucleari (che all’epocaerano meno del 5% degli italiani o delle forze politiche che li rappresentavano) vennnero tenuti fuori. Parla don Osvaldo Belottì, anome dei parroci dell’Alta Valle Seriana: contro l’apertura della miniera e a favore di uno sviluppo turistico e occupazionale compatibile della zona.Il deputato europeo Felice Ippolito del Pci prese successivamente la parola: “voi antinucleari alimentate il terrorismo…”. Non c’è che dire: Era proprio un… “Fedele alla Linea”… ▲ ▲ ▲ ▲ Esamina gli articoli del tempo scaricando il JPG cliccando sull’immagine ▲ ▲ ▲ ▲ |