Massimo Carlotto: “Il debito della Grecia è illegittimo” –
12 Luglio 2015Il noto scrittore di noir sostiene la battaglia di Tsipras in Europa perché “è stato il primo a ribellarsi al dominio di banche e finanza” ma, nello stesso momento, è convinto di un accordo entro domenica: “Resto otttimista, la Grexit non conviene a nessuno”. Il Pse di Schulz e Renzi? “Si è schiacciato sulle posizioni delle Istituzioni”.
intervista a Massimo Carlotto di Giacomo Russo Spena
Già nell’aprile 2014 aveva firmato un appello pubblico per sostenere Alexis Tsipras come presidente della Commissione di Bruxelles, per costruire “un’altra Europa, quella dei cittadini, contro sia le politiche di austerity che l’emergere dei nuovi nazionalismi”. Oggi lo scrittore Massimo Carlotto – in tournée per l’Italia a presentare il suo ultimo noir, con il ritorno dell’Alligatore – conferma il suo sostegno: “Nell’eurozona è stato il primo ad imporre una nuova politica di ribellione ai diktat della Troika”. L’invito è a non lasciare sola la Grecia, soprattutto in questo delicato momento.
Nell’Europarlamento c’è stato un dibattito sugli effetti dell’austerity e sul rapporto tra Paesi creditori e debitori. Un confronto aperto che si è svolto con la presenza di Tsipras, il quale nel suo intervento ha affermato: “Molti hanno parlato di tragedia greca. Io rispetto le norme che disciplinano l’eurozona ma Sofocle ci ha insegnato che esiste un momento in cui il diritto degli uomini vale sopra la legge. Questo è uno di quei momenti”. È d’accordo?
Oggi è stata una giornata straordinaria. Finalmente nel Parlamento si è discusso del futuro dell’eurozona e di tematiche che riguardano la vita di ogni cittadino. È un successo straordinario targato Alexis Tsipras che ha rivendicato un’unità europea e ha posto una serie di problematiche finora eluse: la proposta di nuove politiche sul debito, che va rinegoziato, tra Paesi centrali e periferici. Syriza rappresenta il primo governo a sancire una rottura con l’asservimento a banche e finanza e dalla Grecia è partita una rivolta popolare.
L’ingresso di Tsipras è stato accompagnato da uno sguardo severo del socialista Martin Schulz…
Nello scontro tra Grecia e vertici dell’Unione Europea, il Pse si è schiacciato sulle posizioni della Troika perdendo le proprie ragioni di sinistra. Tale quadro, in realtà, era lampante da tempo, oggi abbiamo assistito soltanto alla puntata finale. Il Pse, sposando le larghe intese e abbracciando le politiche del Ppe, ha perso quel ruolo di opposizione all’austerity. Al proprio interno ci dovrebbe essere una profonda riflessione per capire quale fine fare.Un passo indietro, Tsipras – vincendo il referendum del 5 luglio – ha dimostrato al mondo intero che il quesito non era su euro contro dracma. Le parole di Matteo Renzi sulla consultazione ellenica, quindi, sono state incaute?
Innanzitutto va ribadito che c’è stata una fortissima campagna elettorale contro il popolo greco, si è tentato di ridicolizzare e manipolare le ragioni per il “No”. L’obiettivo delle Istituzioni e dei poteri forti era ottenere lo scalpo di Tsipras ma la consultazione ha dimostrato il sostegno popolare al governo di Syriza. E il leader ellenico è uscito rafforzato dal referendum ottenendo, di fatto, un secondo mandato elettorale.In molti accusano la Grecia di aver vissuto per anni sopra le proprie possibilità, di essere un Paese fannullone e di non voler attuare le giuste riforme. Per tali motivi il debito sarebbe aumentato. È veramente così?
La Grecia è stata utilizzata come un laboratorio per le politiche di austerity della Troika. Ha fatto da cavia. Il presidente Junker è conscio di questo come dei danni causati dai memorandum: hanno saccheggiato e distrutto un Paese portandolo allo stremo e alla crisi umanitaria. Ora bisognerà attendere il vertice dell’Eurogruppo di domenica per decifrare il destino della Grecia che ormai è prossimo ad una crisi di liquidità. La responsabilità non si può affibbiare alla Grecia ma è totalmente delle Istituzioni. Non si può incolpare il popolo ellenico dopo che per anni è stato martoriato dai diktat di Bruxelles.Secondo lei il debito della Grecia è legittimo?
Assolutamente no, non dovrebbe essere pagato o quanto meno andrebbe rinegoziato. Il debito è stato costruito ad arte per poter poi applicare quelle misure di austerity che ora ci impongono anche in Italia impoverendo le fasce sociali più deboli e cancellando il futuro dei giovani. Il debito poteva essere bloccato 5 anni fa in Grecia, le Istituzioni hanno scelto un’altra strada. Hanno scelto di strangolare il Paese.Entro domenica si arriverà ad un negoziato? Tsipras avrebbe aperto ad alcune riforme richieste, in cambio proprio di un taglio del debito…
Lo auspico, mi sembra logico trovare un accordo. Per salvare l’Europa e per evitare l’ipotesi Grexit che non conviene a nessuna parte in campo. Sarebbe l’inizio dello sfaldamento economico per l’eurozona con l’apertura di scenari pericolosi, quasi da Guerra Fredda.Eppure Bruxelles ha rifiutato di concedere il prestito ponte di 7 miliardi. Possibile che invece qualcuno sta lavorando per la Grexit?
Francia e Germania sono i Paesi più intransigenti con le richieste della Grecia. Hanno in mente di tagliare liquidità allo Stato ellenico in maniera da convincere Tsipras, messo alle strette, a cedere agli ultimatum delle Istituzioni. Finora però, come dimostra il referendum del 5 luglio, le cose sono andate diversamente col premier che si sta battendo con caparbietà per i diritti e la dignità del popolo greco.
Punirne uno per colpire tutti gli altri? È questa la logica?
Temono l’effetto domino. Vogliono strangolare la Grecia per dare un esempio agli altri Paesi. E penso a Podemos in Spagna ma anche alle forze euroscettiche come il Front National o la Lega in Italia.A proposito, in molti rinfacciano a Tsipras di essere sostenuto nella sua battaglia contro le Istituzioni dalla destra xenofoba. Solo strumentalizzazioni?
Sono frasi da anni ’70 quando si parlava di convergenza tra opposti estremismi. Mi pare lampante che la posizione europeista di Tsipras sia differente dal ritorno ai nazionalismi di Marine Le Pen, ad esempio. Sono prospettive diverse come si palesa anche sull’euro. La Grecia ha scelto un’altra via, più complessa, e non mi sembra disposta a piegarsi.
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