Fecondazione assistita: Strasburgo non difende i divieti della legge 40 – ilmanifesto.info

28 Agosto 2015 0 Di macwalt

ilmanifesto.info/ – Fecondazione assistita: Strasburgo non difende i divieti della legge 40Corte europea dei diritti dell’uomo. La Cedu boccia il ricordo della vedova di Nassirya e rimanda alla Consulta la decisione sui divieti di utilizzo degli embrioni nella ricerca

Adele Par­rillo, con il pro­prio com­pa­gno Ste­fano Rolla, nel 2002 si era rivolta alla fecon­da­zione in vitro per pro­vare ad avere dei figli. Ste­fano perse la vita nel tra­gico atten­tato di Nas­si­riya, insieme a mili­tari e cara­bi­neri. Dopo il lutto Adele decise di donare gli embrioni crio­con­ser­vati alla ricerca in modo da poter con­tri­buire, con il lavoro dei ricer­ca­tori, a «tro­vare trat­ta­menti per malat­tie dif­fi­cili da curare».

Il desi­de­rio di Adele ha dovuto però scon­trarsi con la legge 40/04 che «proi­bi­sce l’utilizzo di embrioni per la ricerca» punendo chi li usa con «la reclu­sione in car­cere da 2 a 6 anni». Nel 2011 Adele Par­rilo, con l’avv. Nicolò Pao­letti, ha depo­si­tato un ricorso alla Corte euro­pea dei diritti umani di Stra­sburgo. A soste­gno di Adele e della libertà di ricerca, l’Associazione Luca Coscioni ha depo­si­tato un ami­cus curiae insieme alle asso­cia­zioni Cerco un Bimbo, L’altra cico­gna, Amica Cico­gna e 46 Par­la­men­tari. Sem­pre a soste­gno delle ragioni di Adele, sono inter­ve­nute anche l’associazione Vox e la Sifes, la Società Ita­liana Fer­ti­lità e Ste­ri­lità. In difesa della legge 40 invece sono inter­ve­nuti Governo, Movi­mento per la vita, Scienza e vita e il Forum delle asso­cia­zioni familiari.

La Corte ha rite­nuto l’ipotesi di vio­la­zione dell’art. 8 della Con­ven­zione, ossia il rispetto della vita pri­vata e fami­liare, ammis­si­bile al fine della sen­tenza in quanto gli embrioni in que­stione con­ten­gono mate­riale gene­tico di Adele Par­rillo e rap­pre­sen­tano, per­tanto, una parte costi­tuente della sua iden­tità. Nel 2014 la Corte aveva giu­di­cato ammis­si­bile anche l’ipotesi di vio­la­zione dell’art. 1 del pro­to­collo 1 della Con­ven­zione euro­pea (diritto di pro­prietà, per cui gli embrioni dovreb­bero rima­nere a dispo­si­zione delle cop­pie). Non è stata invece giu­di­cata rice­vi­bile ai fini della sen­tenza l’ipotesi di vio­la­zion, sol­le­vata dai ricor­renti, del diritto alla ricerca scien­ti­fica (art. 10).

Nella sen­tenza Par­rillo v. Ita­lia, la Corte ha sta­bi­lito che la vita pri­vata di Adele non viene vio­lata dal divieto di desti­nare i pro­pri embrioni alla ricerca scien­ti­fica. La sen­tenza ha riguar­dato sol­tanto que­sto, non è stata quindi una pro­nun­cia di liceità del divieto di uti­lizzo degli embrioni, come qual­cuno in que­ste ore sta cer­cando di far credere.

Nella sen­tenza emessa ieri sono inol­tre state riget­tate le moti­va­zioni a difesa della legge 40 pre­sen­tate dal Governo, è stato riba­dito il mar­gine di apprez­za­mento dell’Italia su tali que­stioni ed è stato affer­mato che i diritti di Adele Par­rillo non sono lesi dai divieti di uti­lizzo degli embrioni per la ricerca, ipo­tiz­zando anche la pos­si­bi­lità di dona­zione per un’eterologa. Tale ipo­tesi potrebbe però non essere per­cor­ri­bile, per­ché in base alle nor­ma­tive sulla trac­cia­bi­lità gli scree­ning dei dona­tori non sareb­bero pos­si­bili in quanto il com­pa­gno, Ste­fano, è deceduto.

In Ita­lia la Corte Costi­tu­zio­nale fis­serà a breve l’udienza pro­prio sul divieto di uti­lizzo degli embrioni per la ricerca scien­ti­fica, a seguito di un inci­dente di costi­tu­zio­na­lità sol­le­vato nel 2012 dal Tri­bu­nale di Firenze. I tri­bu­nali Ita­liani stanno affron­tando le richie­ste delle cop­pie di donare alla ricerca embrioni non ido­nei per una gra­vi­danza. Se il Governo Renzi vuole inter­ve­nire prima della Con­sulta, lo deve fare urgen­te­mente. Come Asso­cia­zione Luca Coscioni abbiamo pro­mosso un appello al Governo per la libertà di ricerca sugli embrioni, per­ché la si smetta di dover impor­tare embrioni da Austra­lia, Sve­zia, Usa, Regno Unito quando gli embrioni ita­liani non pos­sono essere toc­cati. La vio­la­zione del diritto alla scienza e del diritto per le per­sone di usu­fruire dei bene­fici della ricerca in Ita­lia è cal­pe­stato. Tale vio­la­zione non era oggetto di ricorso dinanzi alla Corte Edu, dun­que pro­se­guiamo con deter­mi­na­zione verso il nostro obiet­tivo, del quale discu­te­remo anche al Con­gresso dell’Associazione Luca Coscioni a Milano del 25/27 settembre.

*avvo­cato, Segre­ta­rio Asso­cia­zione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

Sorgente: Fecondazione assistita: Strasburgo non difende i divieti della legge 40