Aereo Egyptair: localizzate le scatole nere. Ecco cosa possono dirci | l’Unità TV
22 Maggio 2016Prima della scomparsa dell’aereo dai radar è partito l’allarme automatico di fumo a bordo
Le squadre di ricerca hanno localizzato le scatole nere dell’Airbus dell’Egyptair precipitato in circostanze ancora poco chiare: si troverebbero, secondo fonti delle autorità egiziane – vicino a un’areadove sono comparsi pezzi di rottami dell’aereo, a 900 chilometri a nord di Alessandria. Il recupero delle scatole nere permetterebbe finalmente di fare chiarezza sui motivi del disastro.
Ancora i misteri sono tanti: le apparecchiature di bordo avrebbero registrato un allarme fumo pochi minuti prima che l’aereo scomparisse dai radar. L’informazione è stata diffusa inizialmente da fonti egiziane e poi riportata anche dal sito specializzato di aeronautica The Aviation Herald, che pubblica gli ultimi dati ricevuti da “tre canali indipendenti dal sistema Acars, (Aircraft communications addressing and reporting system)” secondo i quali vi era un allarme di rilevazione di fumo e quindi di un possibile incendio in uno dei bagni dell’aereo, poco prima che il volo sparisse.
Le autorità egiziane, che continuano a indagare, però, al momento non sono in grado di confermare o smentire la notizia. L’unica cosa certa in questo momento è che l’aereo è sicuramente in fondo al Mar Mediterraneo dove sono stati ritrovati resti umani, rottami e valigie a qualche centinaia di chilometri a nord dell’Egitto. Lì si trovano le scatole nere che dovranno essere recuperate per avere informazioni più precise sulle circostanze del disastro. Ancora nessuna notizia chiara sulle cause, anche se qualche pista ormai è possibile escluderla. Restano comunque le ipotesi del guasto tecnico o di materiale incendiario. Proprio per questa seconda ipotesi, è ancora diffuso il timore di un possibile attentato; non lo esclude nemmeno il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: “Certamente non si può escludere che si sia trattato di un attentato terroristico”.
L’Airbus A320 è caduto in condizioni meteorologiche ottimali e senza lanciare sos. Dagli allarmi automatici inviati dal sistema di comunicazione Acars: in totale cinque. Gli altri allarmi riguardavano problemi a un vetro riscaldato nella cabina di pilotaggio, problemi a un finestrino scorrevole dal lato del co-pilota, al pilota automatico e al sistemi di controllo del volo. I messaggi si sono succeduti in un arco temporale che va da un minuto a due minuti e questo, secondo gli esperti citati dalla Cnn, escluderebbe l’ipotesi dell’esplosione di una vera e propria bomba ma non di un ordigno incendiario o di altro tipo.
Ecco cosa possono dire le scatole nere
Possono dire moltissimo, le scatole nere, per aiutare a ricostruire la dinamica e le cause di un incidente aereo, anche se i numerosi dati che contengono devono essere confrontati con molti altri elementi. Per esempio, è importante analizzare la disposizione dei rottami sulla scena dell’incidente, analizzarli e studiarne nel dettaglio le modifiche subite: in questo modo si può stabilire se eventuali rotture o deformazioni siano state provocate da un cedimento strutturale o da un agente ‘esterno’.
Bisogna anche verificare in quale stato si trovano le scatole nere e se sia ancora possibile recuperare i dati che contengono. Le scatole nere, che in realtà sono di colore arancione, sono due. La prima si chiama Cvr (Cockpit Voice Recorder) e registra le voci nella cabina di pilotaggio: puo’ contenere due ore di registrazione a bassa definizione e 30 minuti in alta definizione. La seconda si chiama Fdr (Flight Data Recorder) e registra i parametri tecnici fondamentali fino a 20 o 30 ore di volo, come quelli relativi a velocita’, altitudine e condizioni dei motori al momento dell’incidente (ad esempio temperatura, flusso del carburante). Tutte e due le scatole sono in grado di resistere a temperature altissime, di oltre mille gradi, e si trovano nella coda del velivolo, dove i danni da impatto sono di solito minori.
Dopo che le scatole nere sono state recuperate, vengono aperte solo se danneggiate, in modo da prelevare il nastro magnetico (le più moderne hanno un chip) e scaricarne i dati, espressi in codice binario. Quindi un file di decodifica permette di leggere i dati, traducendoli in una serie di grafici. Contemporaneamente vengono analizzati voci e rumori in cabina e le conversazioni sono trascritte. Difficile stabilire i tempi necessari all’analisi dei dati, molto dipende dalle condizioni delle scatole nere dopo l’incidente
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