Alessio e l’intervento in ateneo davanti alla Boschi: «Ingeneroso dire che non l’ho scritto io»

24 Maggio 2016 0 Di luna_rossa

Alessio Grancagnolo, 22 anni: «Non mi sento un eroe, con la ministra forse
mi sono dilungato, sia per il tema che per la mia passione. Sono un attivista politico,
ma non appartengo ai 5 Stelle, nessun politico mi ha chiamato»

di Salvatore Frequente

A soli 22 anni, lo studente Alessio Grancagnolo è diventato in poche ore quasi un volto noto. E il video del suo discorso sulle riforme costituzionali rivolto alla ministra Maria Elena Boschi durante un incontro nell’università di Catania un filmato virale sui social. C’è chi ha definito Alessio un modello per i giovani, chi ha accusato di censura il rettore Pignataro «colpevole» di averlo interrotto e chi invece ha criticato lo studente di Giurisprudenza e le «imprecisioni» nel suo intervento. «Sinceramente non mi aspettavo che la cosa suscitasse tanto scalpore – spiega Alessio – e devo dire che forse la vicenda è stata strumentalizzata. Io non mi sento un eroe ma sono solo uno studente, un attivista politico impegnato in diverse battaglie sul territorio (sul suo profilo Facebook ci sono le foto dei cortei No Muos, ndr), che ha semplicemente espresso la sua opinione sulla riforma costituzionale davanti alla ministra».

Strumentalizzazioni dunque, ma da chi e su cosa?
«C’è chi per esempio si è lamentato del taglio della risposta della ministra Boschi in alcuni video diffusi n rete: effettivamente la risposta di Boschi c’è stata e io ovviamente non l’ho trovata soddisfacente, anzi lei ha glissato su molti punti e su altri è stata evasiva. Sulla questione dell’interruzione del rettore riconosco di essermi forse dilungato troppo, sia per passione che per la complessità dell’argomento: tuttavia ho trovato eccessiva la sua reazione».
Un caso mediatico .
«Sì, mi sento un po’ risucchiato e non me l’aspettavo. Da mesi, all’interno della comunità politica “Rete della Conoscenza” e del “Coordinamento per la democrazia costituzionale”, mi batto per il No al referendum e non solo, ma non per questo mi sento un fenomeno mediatico. Forse qualcuno ha montato un caso, la mia era una critica rivolta alla ministra. Ma grazie all’inaspettata eco del botta e risposta, siamo riusciti ad entrare nel merito della riforma e questo è positivo».
Come hanno reagito i tuoi amici e i familiari?
«In tanti si sono congratulati con me. Le persone a me vicine sono rimaste sorprese dal clamore. Qualcuno mi ha criticato per i toni ma penso che il dibattito, a volte anche aspro, sia il motore che deve muovere un’istituzione culturale come l’università».
Fedez ha apprezzato il tuo discorso.
«Diversi interventi mi hanno stupito. Per esempio è abbastanza ingeneroso nei miei confronti che qualcuno abbia insinuato che il mio intervento sia stato scritto da altri: questo è l’indice di come ci sia una classe politica in Italia che non ha fiducia nei giovani. E forse è proprio questo uno dei motivi per cui molti miei coetanei fuggono all’estero dopo la laurea».
Sicuramente sarai stato contattato anche da qualche politico… «Sinceramente no, non mi ha chiamato nessun politico ma solo alcune associazioni che mi hanno invitato a dibattiti sulla Costituzione».
Qualcuno sui social dice che sei vicino al M5S.
«Questa cosa la nego, non sono del Movimento. Se loro condividono le mie critiche va bene, ma io non ho nessuna etichetta perché non mi sento rappresentato da nessuna forza politica in Parlamento».
E se qualcuno dovesse proporti una candidatura?
«Direi tranquillamente di no. Sono uno studente e per me lo studio deve essere la priorità. Intanto, continuerò a svolgere attività politica per come ho fatto finora».

Sorgente: Corriere della Sera