Today I’ve joined the PM in London to make the positive & patriotic case for our city & country remaining in the EU.
Ci sono molte cose su cui il primo ministro e io non andiamo d’accordo – ha detto Khan – ma quello che conta è che nell’interesse dei londinesi il sindaco e il governo collaborino”. A poche settimane dalla sua elezione, però, la mossa del primo cittadino della Capitale inglese crea già un piccolo caso nel Labour, partito che – seppur schierato per il No alla Brexit come la maggior parte dei Tories – ha elaborato una propria piattaforma autonoma in vista del referendum, mentre Corbyn non ha voluto partecipare a iniziative comuni con il premier conservatore. L’iniziativa autonoma di Khan non sarà ancora uno smarcamento dal leader ma lascia intravedere una linea politica meno intransigente, in nome di obiettivi politici importanti.
Dal canto suo, Cameron prosegue pancia a terra nella sua campagna referendaria. L’iniziativa di oggi dimostra che il premier è disposto a tutto e se da una parte parla con “orgoglio” al fianco di Khan di “combattere le discriminazioni nel nostro Paese” e di costruire una “democrazia multi-etnica”, dall’altra continua a voler tranquillizzare l’elettorato più di destra – solleticato dalla proposta pro-Brexit dell’ala più radicale dei Tories e, soprattutto, dello Ukip – sottolineando tutti i punti di distanza tra Londra e Bruxelles e la maggiore autonomia contrattata con le istituzioni europee, soprattutto in tema di welfare. Un equilibrio complicato, ma sul quale Cameron si gioca tutto.
Sadiq Khan and I don’t agree on everything, but we are both clear: Britain is #StrongerIn the EU.