Lavoro, quell’esercito di part-time involontari. Un obbligo per le donne in sei casi su dieci – l’Espresso

24 Maggio 2016 Off Di macwalt

donne lavoro -espresso.repubblica.it – Lavoro, quell’esercito di part-time involontari. Un obbligo per le donne in sei casi su dieci. Da noi il record della “forza potenziale”, composta da chi cerca un posto e non lo trova. Mentre in Grecia c’è la maggior quota di contratti costretti a metà tempo sul totale. I dati dell’ultimo rapporto Eurostat sul mercato del lavoro     –   di Francesca Sironi

La ripresa? Quella danza di dati contrastanti che ha visto solo nell’ultimo mese il crollo dei contratti a tempo indeterminato (nonostante il Jobs Act) di fianco al boom dei voucher, preceduti da gighe contrastanti su quanti effettivamente siano o no i nuovi posti di lavoro in Italia.

Arriva ora un ulteriore macigno all’ottimismo governativo dalle terre impolitiche della statistica europea. Riguarda questa volta la quota di impiegati che non sono impiegati come gli altri: ma a metà.

E non per loro scelta, quanto per convenienza delle imprese ancora in crisi. I dipendenti che vorrebbero lavorare di più, ed esser pagati di conseguenza, ma non possono, ovvero i part-time involontari o i sotto-impiegati, sono oggi 10 milioni, nella Ue, come segnala l’ultimo rapporto di Eurostat sul mercato europeo.

Part-time involontari e sotto-impiegati

Il loro numero è aumentato soprattutto in alcuni paesi. A dire: l’Italia, dove sono passati dai 403mila del 2009 ai 748mila di oggi, o soprattutto in Grecia, dove oggi rappresentano il 71,8 per cento del totale dei lavoratori, la quota più alta in Europa (per l’Italia la percentuale è del 18,1%).

Dopo Atene, sono Cipro, la Spagna e il Portogallo i paesi in cui è più forte la quota di “costretti” al contratto a metà tempo.

Un problema per donne

Con una costante: a finire in questa sacca di sotto-impiego sono soprattutto donne. Il 66 per cento, in generale, nella Ue, con picchi del 74 in Svizzera, del 73 in Austria, del 75 in Lussemburgo, quindi in Francia e Germania. L’obbligo a lavorare – e quindi guadagnare meno – riguarda donne in 6 casi su 10 anche a Roma.

C’è un altro aspetto fotografato dalla ricerca pubblicata il 19 maggio da Eurostat: quello della “forza lavoro potenziale”. Composta dagli “impiegabili”, coloro che potrebbero/dovrebbero essere avvicinati al mercato. Qui è l’Italia che porta la quota più ingombrante: il 14 per cento della popolazione attiva fra i 15 e i 64 anni ricade in questa categoria. Più del doppio della media europea, ferma a poco oltre il 4 per cento.

Forza lavoro potenziale

Sono tre milioni e 555mila persone, rappresentate soprattutto nella categoria dei “disillusi”: coloro che sarebbero disponibili a lavorare ma non stanno cercando. Siamo seguiti, ma a distanza, dalla Croazia, dove i “potenziali dipendenti” rappresentano il 9,2 per cento del totale. Per confronto: in Irlanda è solo l’1,7. In Francia il 3,3. In Germania il 2,2.

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